SAN FRANCISCO
(XXX, p. 641; App. II, II, p. 782)
La città (723.959 ab. nel 1990) costituisce il nucleo principale di un'area metropolitana di 6.253.311 ab., che si estende largamente sull'opposta sponda della baia di S.F., dove include, tra le altre, le città di Oakland, Berkeley e Richmond. Il notevolissimo ritmo d'incremento demografico di quest'area metropolitana (nel periodo 1980-86 la popolazione è aumentata del 30%) ha spinto la città a espandersi nell'unica direzione possibile, verso sud-sudest, dove l'area urbanizzata occupa ormai tutto il versante interno della penisola di San Mateo, giungendo a saldarsi con i centri di Palo Alto e San José.
Le funzioni di S.F. sono il commercio marittimo, il settore terziario e l'industria. Per il commercio svolge un ruolo fondamentale il porto, che è tra i più attivi del paese e il primo per volume di traffico con l'Asia e con l'Oceania. Brillanti, inoltre, sono le sue prospettive, in quanto è stato scelto dalla Cina quale principale porto di accesso al continente americano. Servito da una fitta rete ferroviaria, è altresì scalo di una cinquantina di linee di navigazione per l'estero e di molte altre per l'interno e per i centri della baia.
Le principali industrie sono quelle meccaniche (grandi cantieri navali), metallurgiche, chimiche, le raffinerie di petrolio e di zucchero. Ogni parte dell'area metropolitana ha una sua specializzazione: nell'interno di S.F. si trovano quasi soltanto le industrie alimentari, mentre dominano i servizi (banche, assicurazioni, uffici amministrativi e di gestione), anche se la tendenza attuale è per una loro decentralizzazione. A San Mateo sono localizzate le industrie pesanti, soprattutto acciaierie; a sud della baia, quelle leggere e dell'elettronica: tra Palo Alto e San José si estende la cosiddetta Silicon Valley, sede di industrie, operanti in stretto legame con l'università di Stanford, ad altissima tecnologia per la produzione di microcomponenti e di microprocessori. Questa regione, il cui nome originario è Santa Clara Valley, un tempo ricoperta di colture frutticole (prugne, in particolare), ha visto − a partire dagli anni Cinquanta − mutare radicalmente non soltanto il proprio aspetto paesaggistico, ma anche e soprattutto quello demografico ed economico. Santa Clara è il centro delle industrie aerospaziali. A Palo Alto operano officine di montaggio di aeroplani. Alameda accoglie industrie meccaniche (automobili, macchine agricole) e alimentari. Berkeley, oltre che sede principale dell'università della California, ospita anche attività industriali specializzate. Nel circondario di Richmond prosperano le raffinerie, la petrolchimica, le acciaierie.
La città, che a lungo ha svolto il ruolo di principale metropoli della costa pacifica, vede offuscarsi il suo primato in conseguenza dell'enorme sviluppo di Los Angeles. La competizione tra le due metropoli si manifesta nell'insorgere di diversi problemi, a partire dalla necessità per entrambe di procurarsi acqua ed energia dai grandi laghi artificiali della Sierra Nevada, nonché nella concorrenza delle rispettive industrie conserviere e di trasformazione per accaparrarsi la produzione agricola della grande pianura interna californiana, fino alla battaglia per conquistare i maggiori poteri amministrativi l'una a danno dell'altra.
Il 17 ottobre 1989 S.F. è stata colpita dal più grave terremoto (grado 6,9 della scala Richter) della storia moderna americana, dopo il sisma che l'aveva già cancellata nel 1906. La maggior parte delle vittime (in totale oltre 270, cui vanno aggiunti 1000 feriti) ha trovato la morte sulle autostrade, in particolare la numero 880, a due livelli, dove il piano superiore della grande arteria è crollato su quello inferiore, intrappolando centinaia di auto. Anche il Bay Bridge, che collega S.F. con Oakland, ha ceduto sotto la pressione delle scosse sismiche.
Bibl.: A.M. Wakstein, The urbanization of America. An historical anthology, Boston 1970; J. Beaujeu-Garnier, Les régions des Etats Unis, Parigi 1976; J. Soppelsa, L'économie des Etats Unis, ivi 1981; A.J. Scott, D.P. Angel, The US semiconductor industry: a locational analysis, in Environment and planning, 19, 7 (1987), pp. 875-912; D. Hoerter, M. Wiseman, Metropolitan development in the San Francisco bay area, in Annals of regional science, 22, 3 (1988), pp. 11-33; J. Chardonnet, Une ville originale dans l'Ouest des Etats Unis: San Francisco, in Géographie et recherche, 71 (1989), pp. 57-79; H. Floeting, S. Golm, San Francisco Bay area. Strukturwandel einer Stadtregion. Qualitative Umstrukturierung im Dienstleistungsbereich und ihre räumliche Dimension, in Die Erde, 122, 2 (1991), pp. 145-60.
Architettura. - La città è estesa su di un sistema collinare che occupa il bordo interno sud-occidentale della baia omonima. Gli ultimi decenni hanno portato al consolidamento e al collegamento infrastrutturale di urbanizzazioni sorte tutt'intorno, talché la città vive e va letta nel contesto territoriale della baia. Se, prima del 1950, la struttura geografica caratterizzava integralmente la morfologia urbana, con edifici a torre che spesso sottolineavano le alture naturali, l'avvio di forti rendite di posizione tra le strade Kearny e Van Nesse determinava, nei due decenni successivi, un'inversione di tendenza: iniziava una trasformazione dei caratteri della città che determina ancora in gran parte l'immagine attuale.
Come in altri central business districts di città nordamericane, s'intensifica infatti la costruzione di grattacieli che, levandosi da un'area pianeggiante, entrano in forte rapporto dialettico con lo sviluppo collinare. Al di là del rapporto prospettico assai frequente, nel quale alternativamente grattacieli e colline fanno da sfondo gli uni alle altre, i recenti sviluppi hanno attribuito uno speciale ruolo a uno dei primi insediamenti urbanistici (1850), Telegraph Hill. Da quest'altura infatti, la più prossima al bordo della baia e già completamente urbanizzata alla metà degli anni Trenta, si possono osservare con evidenza diagrammatica la città dei grattacieli a sud e, verso ovest, quella delle colline.
Il decennio 1980-90, con l'urbanizzazione delle aree tra Market Street e la Baia su un tessuto stradale ruotato di 45° rispetto a quello collinare, ha confermato, alla grande scala, quella dialettica, mentre si è estesa un'area terziaria più meridionale, denominata South of Market. Questi processi non hanno tuttavia cancellato o completamente modificato la qualità urbana: ciò si deve anche alle lotte sociali per la difesa delle aree collinari della città storica e la salvaguardia, in generale, degli edifici e delle situazioni urbane di qualità.
Si è registrata infatti una forte opposizione allo high-rise (edificio alto) sostenuta da vari gruppi (il California tomorrow e la Lega per la conservazione e la pianificazione negli anni Sessanta; il TOOR, affittuari e proprietari che si oppongono al redevelopment, nel 1969; lo Heritage nel 1971 e il Sierra Club nel 1972) fino alla creazione di nuove Planning Commissions più favorevoli agli interessi di vicinato, nominate dal sindaco G.R. Moscone, assassinato nel 1978 nel suo ufficio. Dopo la morte del sindaco si determinano scelte di destinazione pubblica e comunque di interventi più misurati − per l'area di Yerba Buena, tra colline e grattacieli − da parte della Redevelopment Agency, con l'ausilio tecnico di K. Tange e quello economico di corporations come per es. la Marriot. Questa forte dinamica trova riscontro in più ampi movimenti sociali per la difesa delle minoranze e dei diritti civili, che vedono S.F. all'avanguardia negli Stati Uniti fin dai primi anni Sessanta, grazie anche al contributo di numerosi intellettuali e artisti. Occupando e acquistando edifici industriali in abbandono e riconvertendoli in studi e residenze essi simboleggiano efficacemente un fenomeno che ha i caratteri di un vero e proprio movimento, denominato Warehouses movement.
La città della fine degli anni Ottanta non registra tuttavia soltanto il confronto tra colline e grattacieli, tra rendita e opposizione di base; ma anche il compimento del grandioso processo d'infrastrutturazione e rinnovo urbano avviato nei primi anni Sessanta e perseguito con continuità e tenacia. Il BART (Bay Area Regional Transportation system), avviato nel 1962, collega ormai le stazioni centrali su Market Street a tutta l'area sud-orientale; esso è integrato da un trasporto su ruota (SamTrans) che consente l'intera circuitazione della Baia attraversata da numerosi ponti (Richmond, San Mateo, ecc.). Anche celebri operazioni di recupero, come il Waterfront, sono ormai compiute, e la Baia è stata riportata a contatto con la città.
Elemento caratteristico dei processi di trasformazione fin qui elencati è la coniugazione tra tecnologie avanzatissime − che consentono di affrontare le più difficili condizioni di rischio (i danni del terremoto del 1989 erano pressoché integralmente riparati già al 1° gennaio 1990) − e l'uso di materiali poveri e tecniche relativamente soft nell'architettura di piccola scala e nel renewal che ereditano l'esperienza dei grandi architetti della Baia, da B. Maybeck a R. Schindler. Queste vicende edilizie contribuiscono al progresso urbano di S.F. trasformandola però in una delle città più costose degli Stati Uniti e avviandola a perdere il carattere storico di città aperta a ogni tipo di presenza sociale: entra così in crisi la grande vitalità internazionale che beneficiava anche di presenze esterne all'establishment economico.
Per contro la città è diventata, già a partire dalla metà degli anni Settanta, seconda soltanto a New York come centro del commercio e della finanza internazionale, grazie anche alla posizione baricentrica occupata in un mercato che vede Tokyo crescere come una delle più importanti borse mondiali: gli headquarters di grandi corporazioni, come la Standard Oil of California, la Southern Pacific, la Trans America Corporation, la Levy Strauss e la Pacific Gas and Electric, sono insediati a San Francisco.
Questa circostanza influenza ovviamente la qualità del design e dell'architettura, con la realizzazione di edifici per uffici di grande qualità, come quello del SOM al 388 di Market Street, disegnato con M. Goldstein e J. Kriken. Più in generale la città offre, oltre ai citati interventi sul Waterfront e al raffinato design del BART, emergenze architettoniche che solo occasionalmente si raccordano alla qualità di maestri come R. Neutra: così è per il V.C. Morris Store, ora Circle Gallery, costruito nel 1949 da F. Ll. Wright, mentre la Trans America Pyramid (Pereira and Ass.) e lo Hyatt Hotel si segnalano per la loro singolarità, in un contesto di discreta qualità media.
Negli ultimi trent'anni, a partire dagli appartamenti S. Francis Square, costruiti nel 1961 da Marquis e Staller, si sono composte nella città le tradizioni del razionalismo statunitense e del Californian cottage: testimonianze degli anni Ottanta sono La Galleria apartments di Kaplan, Mac Laughlin e Diaz; il George R. Moscone convention center di Helmuth, Obata e Kassabaum (1981), e la piccola Double house di D. Salomon e Ass. al n. 15-17 di Glover Street.
Nello sterminato panorama che si apre fuori città, nelle sue aree di pertinenza sulla Baia, emerge il Marin Count Civic Center a Santa Venetia, opera di F.Ll. Wright eseguita postuma col concorso di A. Green e W.W. Peters; è qui comunque che anche in esempi di piccola scala (Stinson Beach, di Callisten, Gately Hekmann e Bischoff; Maoli Residence, di R. e L. Hartman Fernau, entrambi dopo il 1985) si sta configurando una sorta di new look architettonico della Bay Area.
Bibl.: C. Hartman, The transformation of San Francisco, Totowa (N.J.) 1984; R. Gebbard, E. Sandweiss, R. Writer, Architecture in San Francisco and northern California, Salt Lake City 1985; J. Shay, New architecture in San Francisco, San Francisco 1989.