Uomo politico (Catania 1852 - Roma 1914); sindaco di Catania (1879), deputato dal 1882, appoggiò la politica di Crispi divenendo in seguito sottosegretario all'Agricoltura (1892) e ministro delle Poste (1898). Profondo conoscitore dei problemi internazionali, S. G. resse il ministero degli Esteri (1905-06), le ambasciate di Londra (1906-09) e Parigi (1909-10), e, dal marzo 1910 fino alla morte, nuovamente il ministero degli Esteri. Sostenitore dell'espansione economico-politica italiana in Africa e nel Mediterraneo orientale, portò a compimento l'impresa libica con il conseguente insediamento italiano nel Dodecaneso, preoccupandosi poi di difendere e conservare l'equilibrio mediterraneo. Nel 1912 rinnovò l'alleanza con gli Imperi centrali (che garantiva anche l'acquisizione italiana della Libia), ma si oppose a una crescita dell'influenza austriaca nei Balcani e nell'Adriatico, ottenendo l'assenso di Vienna alla creazione di uno stato albanese indipendente. Anche con le potenze dell'Intesa S. G. mantenne in generale buone relazioni, aprendo, senza successo, trattative per un'intesa mediterranea. Allo scoppio della guerra mondiale, dichiarata la neutralità dell'Italia, S. G. avviò negoziati prima con l'Austria, per la cessione dei territorî irredenti, e dall'agosto-settembre 1914 anche con l'Intesa, in vista di un'entrata dell'Italia in guerra contro gli Imperi centrali. Scrisse le Lettere dall'Albania (1902).