SAN LEO (A. T., 24-25-26 bis)
LEO Paese e comune delle Marche settentrionali, sulla destra della Marecchia, nell'aspro paese del Carpegna, in provincia di Pesaro, diocesi di Montefeltro. La cittadina è sul ripido pendio di un arduo "sasso", da m. 590 a metri 639 s. m.; il sasso, ultima propaggine nord della ruga del Carpegna, ha sull'alto, al ciglio della parete verticale, la Rocca, ora reclusorio, vigilante la valle della Marecchia, posta 450 m. più in basso: esso fronteggia i più alti rilievi dell'opposto lato del fiume, detti Monti della Perticara, noti per la notevole potenza della formazione miocenica di gessi solfiferi. Il luogo ebbe, successivamente, i nomi di Montefeltro, Feltria, San Leone di Monte Feretro (sec. XII), Monte Feliciano; gli abitanti son detti leontini. Il territorio del comune, di alte e minori colline e stretta valle di alluvione, è di kmq. 53,47 con quote estreme di m. 780 e m. 122: il suolo agrario è di ha. 4710, con buoni pascoli e coltura di cereali, viti, frutteti, foraggere; abbondante bestiame bovino e suino. La popolazione, di ab. 4403 nel 1881, saliva a 5121 nel 1901, a 5640 nel 1921 (densità 137), per discendere a 5156 nel 1931. La popolazione accentrata nel nucleo urbano è di appena 400 ab.; vi sono 9 altre borgate. Nel territorio sono giacimenti di lignite e di farina fossile (tripoli).
Monumenti. - La città conserva ancora costruzioni religiose di documentata importanza, che congiungono la loro bellezza a quella rude e rocciosa della natura che le circonda. Fra i più antichi di questi monumenti è la Pieve, attribuita al sec. IX, e già tanto possente nella sua solida struttura romanica, conservante il ciborio frammentario donato dal duca Orso (881-882). Più recente è il duomo, del sec. XII-XIII, iniziato nel 1173, anch'esso in forme romaniche ma già tendenti nell'interno al gotico. Al 1244 rimonta inoltre la chiesa di S. Igne, poco distante dall'abitato, con chiostro coevo ed affreschi del Cinquecento. Ma dove è maggiormente felice il connubio delle opere architettoniche con la natura è nella Rocca Feltresca del Quattrocento arditamente ergentesi su una roccia tagliata a picco sul piano, su cui si protende con la bassa cortina ed i forti torrioni: opera in cui l'architettura militare urbinate del Rinascimento ha raggiunto una delle più alte espressioni di forza e di severità costruttive.
Storia. - È nota l'origine leggendaria del castello (comune con quella di San Marino, v.), che si affaccia alla storia quando Belisario lo toglie a Vitige re dei Goti il quale, come luogo munitissimo e quasi inaccessibile, l'aveva presidiato con le sue truppe. Fece allora parte della Pentapoli e fu compreso nella donazione di Carlo Magno alla Chiesa. Berengario II re d'Italia sconfitto da Ottone I vi si rifugiò sostenendovi un assedio durato due anni (962-964) contro le forze dell'imperatore al quale dovette arrendersi per fame. Fece parte dei dominî della contessa Matilde e poi tornò alla Chiesa. Due edifici sacri ci attestano il progredire del nucleo abitato in questo tempo, la pieve (secolo VIII o IX) e la cattedrale (1173). Durante l'impero di Federico I, Antonio di Monte Copiolo s'impadronì di San Leo e della provincia feretrana dando origine alla dinastia dei Montefeltro che presero il nome da essa, nel cui dominio vennero confermati dall'imperatore e dal papa. Da allora fece sempre parte della signoria dei Feltreschi prima e dei Della Rovere poi, che lo ereditarono insieme col ducato di Urbino e lo tennero sempre molto caro come luogo fedelissimo e quasi inespugnabile. Quando Cesare Borgia s'impadronì del ducato riuscì anche ad avere la rocca di San Leo; per poco però, perché i partigiani di Guidobaldo la rioccuparono e di lì si mossero a riprendere tutto il ducato. Anche Lorenzo de' Medici era riuscito ad averlo per sorpresa nel 1516; alla sua morte (1519) Leone X cedette la provincia feretrana ai Fiorentini per indennizzarli delle spese sostenute per la guerra, ma alla morte di lui (1521) essa tornò ai Rovereschi cui appartenne fino alla devoluzione del ducato alla Chiesa. Fece parte degli Stati Pontifici fino all'annessione al regno d'Italia.
Bibl.: P. A. Guerrieri, La Carpegna abbellita e il Montefeltro, ecc., Urbino-Rimini 1667-68); G. B. Marini, Saggio di ragioni della città di San Leo, ecc., Pesaro 1758; R. Reposati, Della zecca di Gubbio e delle gesta dei conti e duchi di Urbino, Bologna 1772-73; F. Ugolini, Storia dei conti e duchi di Urbino, Firenze 1859; L. Serra, Storia dell'arte nelle Marche, I, Pesaro 1929; E. Berti e P. Toesca, Le chiese di S. Leo, in Le vie d'Italia, 1932, pp. 145-150; A. M. Zucchi Travagli, Animadversioni sull'Apologetico e sul saggio di ragioni per la città di San Leo, ecc.; O. T. Locchi, La provincia di Pesaro e Urbino, Roma 1934, pp. 758-64.