SAN TOMMASO (São Tomé; A. T., 118-1191)
Isola del Golfo di Guinea, posta 240 km. a NE. di Capo Lopez alla posizione geografica media di 0° 20′ lat. N. e 6°40′ long. E. L'isola ha forma ellittica con l'asse maggiore, diretto nel senso dei meridiani, di circa 50 km. e quello minore di 30; l'area è di 825 kmq. Di natura eminentemente eruttiva (basalti e trachiti) ma di un vulcanismo ormai estinto, l'isola appare quale un ammasso disordinato di monti scoscesi dei quali il più elevato è il Picco di S. Tomé (2025 m.). Il clima è quello marittimo delle regioni equatoriali. La temperatura media quasi costante è alla costa di 25°,2; copiose le piogge che vi superano la media annua di un metro e che si abbattono con tale intensità da superare i 100 mm. in un solo giorno. La stagione piovosa va particolarmente dall'ottobre al giugno. La notevole abbondanza di precipitazioni conferisce all'isola una grande ricchezza di acqua convogliata dai numerosi torrenti, che ne solcano il suolo con valli profonde e che si cominciano a utilizzare per la produzione di energia.
A tale abbondanza d'acqua l'isola deve la sua prodigiosa feracità e l'aspetto verdeggiante delle sue coltivazioni arboree ed arbustive pari a quello di un parco. Fra tali coltivazioni primeggia quella del cacao che vi ha preso uno sviluppo veramente straordinario in relazione alla limitata estensione dell'isola, aggirandosi la sua produzione sui 100-150 mila q., inferiore soltanto, in Africa, a quelle della Costa d'Oro, della Nigeria, della Costa d'Avorio e del Camerun. Oltre il cacao si coltivano nell'isola altre piante tropicali quali il caffè (introdotto nel 1795), le palme da olio, la noce di cola, ecc. L'isola conta oggi una popolazione di 52.150 ab., dei quali un migliaio bianchi, poco meno meticci e il resto negri africani di diversa provenienza. Amministrativamente le due isole di S. Tommaso e del Principe costituiscono una provincia retta da un governatore che che risiede a S. Tomé (o Anna de Chaves), città di 3200 ab. e porto principale dell'isola. Un tronco ferroviario di 15 km. congiunge il capoluogo con Trinidade, centro delle coltivazioni di cacao. Il movimento commerciale della provincia, che nel 1927 aveva rappresentato un valore di 91,8 milioni di scudi per le esportazioni, discese nel 1932 a 33,2 milioni.
Storia. - Il 21 dicembre 1471, festa di S. Tommaso Apostolo, dieci anni dopo avere scoperto le isole del Capo Verde, i navigatori portoghesi, primi Europei che toccarono l'Equatore, scoprirono le isole di San Tommaso e Principe. A quest'ultima fu dato il nome di isola di S. Antonio, che fu poi sostituito per ordine di Alfonso V con quello di "Principe" i in omaggio a suo figlio, principe Giovanni, poi Giovanni II, re di Portogallo. La scoperta di queste isole, come quella delle isole Formosa (Fernando Poo) e Ano Bom, venne attribuita a João de Santarem e Pedro Escobar, che l'anno precedente avevano visitata la Costa da Mina (Costa d'Oro). Nel 1475 i re cattolici spedirono nel Golfo di Guinea una trentina di navi, e il re di Portogallo, appena ne ebbe notizia, inviò contro di esse una sua flotta. Un nuovo tentativo da parte della Castiglia ebbe luogo nel 1479, e il principe Giovanni, che governava il Portogallo, spedì ancora una flotta che batté i Castigliani. Nel trattato di pace che pose fine alla guerra tra il Portogallo e la Castiglia, fu stabilito che il diritto di esercitare il commercio sulle coste della Guinea e di Mina rimanesse esclusivamente al Portogallo (1480). Nel 1483 furono mandati a San Tommaso i primi coloni portoghesi, condotti da Alvaro de Caminha, gentiluomo del re Giovanni II. Sbarcarono essi ad Angobó, al N. dell'isola, ma siccome quella baia era molto piccola, passarono alla vicina baia di Anna Chaves a NE. e vi si stabilirono, dando origine alla città di San Tommaso, e si dedicarono subito al commercio dello zucchero e all'esportazione del legname. Nel 1510 e nel 1585 la città fu distrutta da eruzioni vulcaniche. Nel sec. XVII fu assalita e saccheggiata da corsari francesi, molti dei quali trovarono la morte per le acque del fiume, avvelenate dagli abitanti dell'isola. Nel 1640, essendo i Paesi Bassi in guerra con la Spagna, che allora dominava sul Portogallo, una flotta olandese s'impadronì dell'isola, ma quattro anni appresso questa tornava in possesso dei Portoghesi.
Alla metà del sec. XVI una nave che portava un carico di schiavi negri da Angola all'America fece naufragio sulle coste di San Tommaso; e gli schiavi si stabilirono al S. dell'isola dando origine a una popolazione negra, che prolificò in tal modo, che nel 1574 si ribellava alla bianca. Benché la rivolta fosse stata sedata, moltì Bianchi abbandonarono l'isola riparando al Brasile con i loro averi. In seguito a questo esodo successe per San Tommaso un lungo periodo di decadenza, l'agricoltura fu lasciata in abbandono e la sede del governo dovette essere trasferita all'isola Principe nel 1753. Tale decadimento e la miseria crebbero al principio del sec. XIX, ma dopo il 1825 i coloni presero a dedicarsi alla coltivazione del caffè e del cacao, e la prosperità venne di nuovo. Nel 1852 San Tommaso tornava ad essere la capitale dell'arcipelago.