SANCHI
. Piccolo villaggio dell'India inglese (nello stato di Bhopal, che fa parte della Central India Agency), posto presso il versante settentrionale delle colline di Vindhya, su un affluente del Betua (che manda le acque al Gange), stazione ferroviaria dell'importante linea ferroviaria Bombay-Agra, 45 km. NE. di Bhopal.
Al nome del villaggio è legata la storia di un millennio di arte buddhista. Già l'epoca più primitiva, quella dei Maurya, è largamente rappresentata dalle fondamenta d'un atrio, destinato al culto (caitya), dal frammento d'un ombrello in pietra accuratamente lavorato (simbolo buddhista), ma soprattutto da una delle più note colonne monolitiche di Asoka con capitello a forma di campana e sormontato da leoni. Ma la fama della località è dovuta principalmente ai tre stūpa del sec. II-I a. C., il maggiore dei quali, detto sin da quando fu scavato (1851) n. 1, comprende un nucleo laterizio del periodo precedente. Tutti risalgono allo stesso schema di cui rappresentano gli esempî meglio conservati. Sulle fondamenta quasi quadrate s'innalzano tre terrazze di forma circolare che sorreggono la massiccia costruzione emisferica in laterizî: coronata, al sommo, da una cassa quadrangolare recante nel centro un albero metallico col simbolo buddhista, l'ombrello. Il tutto è racchiuso da un cancello di pietra circolare, interrotto ai quattro punti cardinali da porte, che erano adorne d'una decorazione straricca di sculture e rilievi.
I rilievi di Sanchi possono, in base ad analisi stilistica essere datati entro uno spazio di tempo di circa un centinaio d'anni e mostrano lo sviluppo progressivo da un trattamento piatto, a contorni lineari, a composizioni complesse, ricche di scorci e di sovrapposizioni di piani, con paesaggi, acutamente colti dal vero, e figure. Il perfezionamento tecnico e artistico che vi si osserva, non presuppone necessariamente un influsso venuto di fuori; ma, al contrario, è più ovvio spiegarlo con lo sviluppo coerente della tradizione indiana, anche perché è provata da documenti la collaborazione di intagliatori in avorio.
La scuola di Muttra dell'epoca Kuṣaṇa che rappresenta il Buddha sotto sembianze umane è illustrata da alcune sculture probabilmente importate da Muttra. Da queste lo sviluppo stilistico conduce direttamente alle numerose figure dell'epoca primitiva e tarda Gupta, di lavorazione locale. Alla stessa epoca appartiene un esempio di architettura buddhista di dimensioni ridotte, ma pregevolissimo dal punto di vista artistico: una cella a tetto piano con pareti lisce e un atrio sostenuto da colonne.
Le tarde forme barocche della tradizione Gupta si riflettono dopo il 600 a. C. in quattro grandi sculture di Buddha seduto.
Dal 1918, stabilita la sopraintendenza ai monumenti su basi sicure, i mirabili stūpa furono oggetto di giudiziosi restauri (vedi india, XIX, p. 72).
A. Cunningham, The Bhilsa Lopes, or Buddhist monuments of Central India, Londra 1854; F. C. Maisey, Sanchi and its remains, ivi 1892; Sir F. H. Marshall, Guide to Sanchi, Calcutta 1918.