SANCHUNIATON
. Lo scrittore in lingua greca Filone di Biblo, il quale visse dal 64 fino all'anno 140 circa d. C., dà nel suo libro dal titolo Storia Fenicia o Τὰ Φοινικικά una versione, sembra, di uno scritto di un certo Sanchuniaton, Σαγχουνιαϑών, autore fenicio, che sarebbe vissuto ai tempi di Salomone. Lo scritto di Filone di Biblo constà di otto o nove libri. Alcuni frammenti di questo libro sono stati trascritti da Eusebio nel primo e nel quarto libro della sua Praeparatio Evangelica. Sull'autenticità del libro di S., che trattava tra l'altro diffusamente della cosmogonia fenicia, dell'origine della civiltà umana secondo le antiche dottrine dei Fenici e di alcune istituzioni religiose del paese, gli studiosi avevano concepito parecchi dubbî, tanto più che le idee esposte dall'antico autore fenicio erano di carattere nettamente evemeristico e combinavano piuttosto con le dottrine in voga al tempo di Filone che all'epoca di S. Non vi è però il minimo dubbio che parecchie parti dei frammenti conservati da Eusebio siano tradotti da una lingua semitica, verosimilmente dal fenicio o anche, almeno in parte, dall'aramaico. È molto probabile quindi che Filone abbia avuto tra le mani qualche versione di antichi scritti fenici che descrivevano la mitologia dei Fenici e fornivano altre notizie sui miti e sulle leggende religiose del paese. Le tavolette in caratteri cuneiformi di Rās Shamrah, scoperte recentemente in quest'ultimo luogo (sul Mediterraneo, a nord di al-Lādhiqiyyah o Lattaquié), hanno rivelato l'esistenza di poemi ed epopee religiose e di altri scritti redatti in lingua fenicia o in un dialetto semitico molto affine a questa lingua. La mitologia rispecchiata da questi scritti è molto simile a quella dell'antico Sanchuniaton, cosicché ora bisogna ammettere che Filone abbia fatto uso di scritti fenici mitologici autentici, sia in versione greca sia nella loro lingua originaria. Lo scritto di Sanchuniaton descriveva, secondo i frammenti presso Eusebio, anzitutto la cosmogonia, l'origine cioè della materia e degli animali, del sole, della luna, delle stelle e delle costellazioni, poi ancora dei venti, delle nubi e della pioggia, e infine degli esseri viventi. Inoltre esso dava una descrizione dell'invenzione della religione, della nutrizione, del fuoco, del culto religioso e delle feste degli dei, della lavorazione del ferro, della caccia e della pesca, della magia e della divinazione, della fabbricazione dei mattoni, della costruzione delle case e di altre cose ancora. I frammenti narrano inoltre la storia di Urano e Crono e trattano dell'introduzione dei sacrifici dei figli, della circoncisione e ancora di altri costumi religiosi. È probabile che S. non sia mai esistito e non abbia quindi lasciato un libro sulla mitologia fenicia, ma le tavolette di Rās Shamrah confermano in modo indubbio che Filone di Biblo ha fatto uso anche di scritti fenici dei quali però avrà interpretato spesso le idee religiose secondo le dottrine correnti al suo tempo. Comunque, il suo scritto, del quale alcuni frammenti sono passati nella Praeparatio Evangelica di Eusebio, costituisce una fonte non disprezzabile per la conoscenza della mitologia fenicia.
E. Renan, Mémoire sur l'origine et le caractère véritable de l'histoire phénicienne qui porte le nom de Sanchoniaton, in Mèm. de l'Acad. des inscript. et belles-lettres, XXIII, ii, pp. 244-334; W. W. von Baudissin, Studien zur semitischen Religionsgeschichte, I, pp. 1-46; M.-J. Lagrange, Études sur les religions sémitiques, Parigi 1905, pp. 396-437; Ch. Virolleaud, Un poème phénicien de Ras-Shamra, in Syria, XII, pp. 193-224; G. Furlani, La religione dei Cananei e degli Aramei, in P. Tacchi Venturi, Storia delle religioni, Torino 1934, I, pagine 373-375.