SANCO
. Divinità italica, del ciclo di Giove, garante del giuramento, il cui nome intero è Semo Sancus Dius Fidius. Semo richiama i Semones del carme arvalico e i semunu dell'iscrizione di Corfinio, con significato agricolo relativo alla semina; Sanctus è in rapporto con sancire e sanctus, indigitazione del dio in quanto è garante del giuramento; Dius Fidius è un epiteto di Giove in quanto come divinità celeste è il custode dei giuramenti (cfr. Ζεύς πίστιος). Sotto il nome di Fisos Sancios lo si ritrova anche nella religione degli Umbri (tavole eugubine che menzionano anche Iupater Sancios). Per questa sua prerogativa di garante dei giuramenti venne in appresso posto in relazione anche con Ercole (cfr. la invocazione mehercle! accanto a me Dius Fidius!).
Sanco aveva in Roma un tempio sulla pendice orientale del Quirinale (collis Sanqualis: la porta locale del recinto serviano si chiamava appunto Sanqualis) dedicato nel 466 a. C. (la dedica cadeva il 5 giugno; cfr. Ovidio, Fasti, VI, 213 seg.), di cui sono note due particolarità rituali che bene si addicono a una divinità, del giuramento: aveva cioè una parte del tetto scoperchiata per la visione immediata del cielo; conservava nell'interno dei dischi di rame (orbes ænei) simbolo del disco solare e che ricordano l'analoga urfeta (=orbita) del rituale umbro. Nel tempio venivano custoditi i trattati. Nell'orto attiguo alla chiesa di san Silvestro sul Quirinale si rinvennero epigrafi relative al dio. La più importante (però di ignota provenienza, scoperta nel 1879) è incisa su una base che sosteneva una statua del dio in figura di Apollo (di tipo arcaico che richiama quello del Didimeo di Mileto scolpito da Kanachos, che doveva avere un fulmine nella sinistra) ed è dedicata "Semoni Sanco sancto deo Fidio" dalla "decuria sacerdotum bidentalium" (Corp. Inscr. Lat., VI, 30.994), collegio sacerdotale addetto alla disciplina fulgurale e che per ciò appunto aveva la custodia del tempio di quel dio "qui foedera fulmine sancit" (Verg., Aen., XII, 200). Statua e base si trovano ora nel Museo Vaticano. Nell'Isola Tiberina si trovava un altro santuario del dio, noto per l'errata attribuzione che gli apologisti cristiani (Giustino, Apol., I, 26; Tertull., Apol., 13) fecero di esso a Simon Mago, tratti in inganno dall'iscrizione dedicatoria.
C. L. Visconti, in Studi e documenti di storia e diritto, II (1881), p. 105 seg.; G. Wissowa, Religion und Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912; F. Altheim, Römische Religionsgeschichte, I, Berlino 1931; per la relazione tra Semo e i Semones, v. M. Nacinovich, Carmen Arvale, II, Roma 1934, p. 8 seg.; A. Platner, A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Oxford 1929, p. 469 seg.