SANDAS (Sandes, Sandon)
È il dio principale di Tarso in Cilicia, concepito come signore della città (Ba‛al Tarz). Appartiene al fondo più antico della religione anatolica e lo si ritrova perciò anche in altre regioni: in Cappadocia (Desandas, Desaunus) e in Lidia. Dagli Ioni che colonizzarono Tarso è concepito sotto due aspetti diversi: uno più adulto quasi di Zeus, raffigurato sulle monete seduto in trono con scettro nella sinistra e un grappolo d'uva e spighe nella destra; e uno più giovanile raffigurato in piedi su un leone alato e cornuto, con la bipenne in mano e inscritto entro un'enorme pira, dalla sommità della quale si sprigiona un'aquila. A proposito della quale raffigurazione, Dione Crisostomo (Tars. orat., I) c'informa che ogni anno quelli di Tarso erano soliti bruciare su una enorme pira il simulacro del dio, quasi ad esprimere la sua traslocazione al cielo. Perciò i Greci lo assimilarono ad Eracle (Amm. Marc., XVI, 8, 3; Agath., II, 24).
Nel suo doppio aspetto esso appare, ad ogni modo, come un dio della vegetazione (grappoli e spighe, che si ritrovano anche nella scultura di Ibriz e dimostrano l'antichità del dio) di tipo anatolico (cfr. Attis, Men; ed anche Adone e Tammuz) il quale come la vegetazione anatolica annualmente perisce nel colmo dell'estate.
W. Ramsay, The religion of Tarsus, in The cities of St. Paul, Londra 1907, p. 143.