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WEÖRES, Sándor

di Gyozo Szabó - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)
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WEÖRES, Sándor

Gyozo Szabó

Poeta ungherese, nato a Szombathely il 22 giugno 1913; studiò filosofia ed estetica all'università di Pécs e pubblicò in questa città il primo volume di poesie Hideg van ("Fa freddo", 1934), manifestando eccezionali doti poetiche; si laureò con una dissertazione di psicologia poetica intitolata A vers születése ("La nascita della poesia", 1939). Tra il 1941 e il 1950 lavorò come bibliotecario; dal 1951 si dedica esclusivamente alla letteratura. I componimenti di W., privi di contenuti sociali, si nutrono di una filosofia solipsistica, talvolta mitica e panteistica, ed eccellono nella duttilità del linguaggio, capace di esprimere, con uguale efficacia, i sentimenti dell'esasperazione (De profundis), la spensieratezza e la giocosità (Magyar etűdök, "Studi magiari") e il fascino della natura (Az elveszett napernyő, "Il parasole perduto"). Grazie alla sua straordinaria capacità di adattamento, egli padroneggia tutti gli stili poetici, immedesimandosi talvolta in personaggi letterari inventati (si veda la poesia di Psyché, nel volume Merülő Saturnus, "Saturno in immersione", 1968), ed è fedele traduttore dei maggiori poeti della lirica di tutti i tempi. Il mondo poetico di W., caratterizzato dalla libertà delle associazioni, ha avuto grande influsso sui poeti ungheresi della giovane leva. Ebbe il premio Kossuth nel 1970. Altre opere di W.: A hallgatás tornya ("La torre del silenzio", 1957); Tarka forgó ("Mulinello variopinto", 1958); Tűzkút ("Pozzo di fuoco", 1964); il già citato Merülő Saturnus ("Saturno in immersione", 1968); Egybegyűjtött írások ("Scritti raccolti", 1970); Hold és sárkány ("Luna e drago", 1966); Összegyűjtött versei ("Poesie raccolte", 1975).

Bibl.: Gy. Illyés, in Nyugat, 1934; Z. Jékely, ibid., 1939; B. Lengyel, A mai magyar líra ("La lirica ungherese di oggi"), Budapest 1948; F. Tempesti, Lirici ungheresi, Firenze 1950; L. Tóth, Orientamenti della letteratura ungherese del Novecento, Cagliari 1952; F. Tempesti, Le più belle pagine della letteratura ungherese, Milano 1957; M. Szabolcsi, Költészet és korszerűség ("Poesia e modernità"), Budapest 1959; M. De Micheli, E. Rossi, Poesia ungherese del Novecento, Milano 1960; P. Nagy in Új Írás, 1961; P. Santarcangeli, Lirica ungherese del '900, Parma 1962; E. Török, in Kortárs, 1964; I. Bata, in Kritika, 1964; Z. Rózsa, Sándor Weöres, in Ungheria d'Oggi, nov.-dic. 1967; U. Albini, Poeti ungheresi del '900, Torino 1976.

Vedi anche
letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per letteratura l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano ... lingue veicolari Le lingue usate per la comunicazione, e soprattutto per l’insegnamento e per attività tecniche e scientifiche, tra persone di lingua materna diversa. poesia Arte di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri tipi di restrizione; con una certa approssimazione si può dire che il significato di poesia è individuabile, nell’uso corrente e tradizionale, nella sua contrapposizione a prosa, in quanto i due termini ... traduzione biologia In biologia molecolare, la produzione, mediata dai ribosomi, di un polipeptide la cui sequenza di amminoacidi è derivata dalla sequenza di codoni di una molecola di RNAm (➔ proteine). informatica Conversione delle istruzioni tra linguaggi di programmazione di tipo diverso, per es. da linguaggio ...
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