Dee, Sandra
Nome d'arte di Alexandra Zuck, attrice cinematografica statunitense, di origine polacca, nata a Bayonne (New Jersey) il 23 aprile 1942. Con il suo viso 'acqua e sapone', incorniciato da morbidi capelli biondi riuscì a imporre il personaggio di adolescente inquieta, e al contempo rassicurante, divenendo la 'reginetta' dei teenager statunitensi degli anni Cinquanta. Il suo nome rappresenta il simbolo di un certo universo giovanile che la cinematografia hollywoodiana cercò di delineare illustrandone gioie e dolori con esiti per lo più superficiali, legandolo essenzialmente a stereotipi come il rock, le auto, l'abbigliamento, che verranno puntualmente ripresi e citati in opere di revival come, per es., Grease (1978; Grease ‒ Brillantina) di Randal Kleiser, la cui colonna sonora contiene una canzone intitolata Look at me, I'm Sandra Dee.
All'età di dodici anni, mentre ancora andava a scuola, la D. iniziò a lavorare nel mondo dello spettacolo, dapprima come modella per un'agenzia di New York poi come attrice per la televisione commerciale; nel 1957 venne ingaggiata dalla casa produttrice Universal Pictures che la fece esordire nel film Until they sail (1957; Quattro donne aspettano) di Robert Wise, dramma lacrimevole sulla vita di quattro sorelle che attendono i loro uomini, soldati della Seconda guerra mondiale. Seguì The reluctant debutante (1958; Come sposare una figlia) di Vincente Minnelli, tratto da una commedia di W.D. Home, in cui la D. interpreta la figlia di un nobile inglese, tornata a Londra dopo gli studi in un college americano, alle prese con le ambizioni aristocratiche della matrigna e i primi tormenti del cuore. Nel 1959 ottenne il suo ruolo più famoso, quello di Molly nel film A summer place (Scandalo al sole) di Delmer Daves, che, raccontando la storia d'amore di due ragazzi e parallelamente quella dei rispettivi genitori, ottenne un grande successo di pubblico sia per la presunta scabrosità della vicenda narrata sia per la raffinata colonna sonora. La D. divenne quindi l'idolo della gioventù americana con l'interpretazione dell'inquieta Gidget nell'omonimo film diretto da Paul Wendkos (1959; I cavalloni), capostipite del sottogenere dei film 'balneari' che imperversò nei primi anni Sessanta e in cui vengono descritte, con scarsa credibilità, le insoddisfazioni dei giovani. Sempre nel 1959 fu Susie, figlia sensibile e trascurata di una giovane vedova, interpretata da Lana Turner, nel melodramma al femminile Imitation of life (Lo specchio della vita) di Douglas Sirk. All'inizio degli anni Sessanta continuò a riproporre il personaggio che le aveva portato la celebrità in commedie brillanti come Tammy, tell me true (1961; Dimmi la verità) di Harry Keller e Romanoff and Juliet (1961; Giulietta e Romanoff) di Peter Ustinov; recitò, al fianco del cantante rock Bobby Darin (suo marito dal 1960 al 1967) nelle commedie sentimentali Come September (1961; Torna a settembre) di Robert Mulligan, con Rock Hudson e Gina Lollobrigida, If a man answers (1962; Una sposa per due) di Henry Levin e That funny feeling (1965; Quello strano sentimento) di Richard Thorpe. Interpretò nuovamente la parte di figlia ribelle, questa volta accanto a James Stewart, nel film Take her, she's mine (1963; Prendila, è mia) di Henry Koster.La sua carriera cinematografica si è conclusa con un ruolo 'da adulta', quello della bella assistente universitaria Nancy, protagonista del thriller The Dunwich horror (1970; Le vergini di Dunwich) di Daniel Haller, tratto da un racconto di H.P. Lovecraft. Successivamente è apparsa soltanto in alcune produzioni televisive.
D. Darin, Dream lovers: the magnificent shattered lives of Bobby Darin and Sandra Dee, New York 1994.