Sangallo (Giuliano Giamberti, detto da S.)
Uno dei 1200 esemplari della Commedia stampati a Firenze nel 1481 per opera di Niccolò di Lorenzo di Lamagna, conservato nella biblioteca Vallicelliana di Roma, è ornato ai margini da circa 250 disegni a penna. La loro singolarità è dovuta al fatto che solo in piccola parte (circa 21) essi possono essere considerati illustrazioni del poema, mentre i restanti danno piuttosto la sensazione di un'estemporanea trascrizione grafica di idee suggerite dalla lettura del poema.
Di questo ‛ D. Vallicelliano ' si è occupato per primo il Cian; il Degenhart ha quindi approfondito l'esame dei disegni. Dal raffronto con disegni certi di Giuliano da Sangallo (Firenze 1445 circa - ivi 1516) - e in particolare con quelli del Taccuino della biblioteca Comunale di Siena e del codice Barberiniano 4424 della biblioteca Vaticana - ha tratto la convinzione che anch'essi possano essere attribuiti alla mano del noto architetto.
Tale attribuzione è accettata da L. Donati, il quale giustamente rileva una " qualità di architetto " anche in quei disegni che non sono soltanto architettonici. Ma, mentre il Degenhart si occupa dei disegni in veste di critico e storico d'arte, il Donati pone l'accento sul rapporto fra disegni e poema. È alla sua acuta analisi che dobbiamo la distinzione fra i numerosi " appunti grafici ", suggeriti soprattutto dalle similitudini dantesche, e le poche illustrazioni. Di esse, che in gran parte si riferiscono all'Inferno, ricordiamo gl'Ignavi, Minosse, gli Avari e Prodighi, gli Eresiarchi, Vanni Fucci assalito dal serpe e Angelo sui gradini del Purgatorio con le chiavi in mano.
Bibl. - V. Cian, Un D. illustrato del Rinascimento, in " Giorn. stor. " suppl. 19-21 (1921) 564-580; B. Degenhart, D., Leonardo und S., in " Romisches Jaharbuch fur Kunstgeschichte " VII (1955) 101-192; L. Donati, Il Botticelli e le prime illustrazioni della D.C., Firenze 1962, 102-143.