SANITÀ MILITARE (XXX, p. 714)
MILITARE Il servizio sanitario militare, durante l'ultimo decennio, ha curato il perfezionamento della sua organizzazione, adeguandola ai progressi delle scienze medico-chirurgiche ed alla evoluzione tecnica dell'arte militare.
Lo snellimento, l'alleggerimento e la decisa mobilità delle unità sanitarie in rapporto alla celerità di manovra delle grandi unità, con elaborato ed assiduo studio, sono stati realizzati sviluppando l'efficienza dell'Istituto chimico-farmaceutico di Firenze, che provvede all'allestimento dei materiali di mobilitazione e al rifornimento dei medicinali e materiali di medicazione. Il servizio sanitario dei reparti di truppa è rimasto sostanzialmente immutato, mentre sono state apportate notevoli modificazioni alle sezioni di sanità, di cui sono stati costituiti diversi tipi, dotandole di speciali requisiti di leggerezza e mobilità, in relazione alle caratteristiche delle divisioni cui vengono assegnate (divisioni di fanteria, autotrasportate, da montagna, celeri, motorizzate, corazzate).
Per gli ospedali da campo è stato conservato il tipo unico di 50 postiletto, in modo da consentire sia i rapidi spostamenti, sia la loro immediata e vicendevole sostituzione in caso di movimento delle grandi unità cui appartengono. Essi sono sempre in grado di aumentare la loro efficienza servendosi delle risorse locali, dei materiali affluenti dai magazzini avanzati, rendendo possibile anche la formazione di grandi centri ospedalieri, sufficienti alle esigenze di ricovero di un intero ciclo operativo (esempio tipico quello costituito durante il decorso conflitto a Berat in Albania, con 5.000 posti-letto, che in soli quattro mesi ebbe oltre 33.000 ricoverati). All'ospedale da campo è abbinato il nucleo chirurgico, formazione sanitaria alla quale è stato conferito il massimo perfezionamento (v. ambulanze, in questa App.).
Per la rapida e completa assistenza chirurgica in prima linea il problema di singolare importanza della trasfusione del sangue è stato risolto in pieno, sia assicurando presso l'esercito operante un numero sufficiente di militari datori di sangue, preventivamente selezionati in base al gruppo sanguigno, sia provvedendo con mezzi idonei alla raccolta e al trasporto del sangue conservato, proveniente anche dalle organizzazioni civili.
Notevoli innovazioni sono state apportate alle altre formazioni sanitarie: autoambulanze radiologiche, ambulanze odontoiatriche, sezioni bonifica gassati, sezioni disinfezione, laboratori varî, magazzini e depositi di materiale sanitario. L'inconveniente della saturazione delle formazioni che inevitabilmente si verifica nelle operazioni belliche di vasta portata e nei primi giorni del combattimento, è stato superato seguendo il massimo rigorismo tecnico, specie nello sgombero in profondità, e disponendo di adeguati abbondanti mezzi di trasporto: autoambulanze, treni ospedale, navi ospedale, aerei sanitarî. Questi ultimi, destinati ad assumere una importanza sempre maggiore, resero già utilissimi servizî negli scacchieri africani e balcanici.
In corrispondenza al rinnovamento del materiale ed ai criterî di moderno impiego, la Sanità militare ha realizzato l'accurata preparazione tecnica del personale, dando nuovo impulso alla Scuola di sanità militare di Fireme, che dotata dei più moderni presidî di studio, ha svolto annualmente varî corsi per gli ufficiali medici e chimici farmacisti di carriera e numerosissimi altri per gli allievi ufficiali di complemento.
Il perfezionamento del servizio sanitario per le esigenze di guerra è stato integrato dalla più razionale organizzazione igienica e profilattica. Oltre che nell'ultimo conflitto mondiale si ottennero ottimi risultati, in questo campo, fin dalla guerra italo-etiopica, quando circa 500.000 uomini bianchi erano inviati a vivere, operare e combattere in zone tropicali, infestate da pericolose malattie diffusibili (malaria, dissenteria, anchilostomiasi, vaiolo, lebbra, tifo addominale e petecchiale, rabbia, peste, malattie da avitaminosi). Gravi problemi furono affrontati, quali l'approvvigionamento idrico, l'igiene della alimentazione e del vestiario, la lotta contro le malattie infettive. Le condizioni di salute della truppa del corpo di spedizione furono tali, che la morbilità e la mortalità ebbero percentuali più basse che nell'esercito in patria. Allo stesso modo, durante la seconda Guerra mondiale, l'insieme delle previdenze attuate scongiurò, pur nella lunga guerra di movimento svolta sui varî fronti e nelle latitudini più disparate, il pericolo di epidemie vere e proprie.
L'organizzazione del servizio sanitario militare territoriale aveva raggiunto un alto livello prima della seconda Guerra mondiale: gli stabilimenti sanitarî territoriali erano stati portati ad un grado di attrezzatura in armonia con i moderni criterî tecnici e scientifici. Nell'ultima grande guerra l'efficienza ospedaliera fu sviluppata in modo da raggiungere una disponibilità di oltre 150.000 posti-letto, realizzando nel contempo la specializzazione dei reparti ospedalieri. Furono così istituiti centri specializzati per neurolesi, per stomatolesi e feriti del viso e, principalmente, centri ortopedici e fisioterapici per i mutilati.
La Sanità militare ha oggi recuperato la sua attrezzatura danneggiata dalla guerra, ha raccolto buona parte del suo personale, ha provveduto alla ricostituzione quasi integrale dei suoi stabilimenti e va riprendendo la sua efficienza.
Istituzioni similari e parallele alla Sanità militare dell'esercito sono: la Sanità militare marittima e la Sanità aeronautica, ciascuna con organizzazione, attribuzioni e preparazione tecnica del personale improntate alle caratteristiche della rispettiva forza armata. È conservata l'autonomia e l'indipendenza funzionale generica del servizio sanitario delle tre forze armate (esercito, marina, aeronautica, governate dall'unificato Ministero della difesa), ma è assicurata e sviluppata dagli organi direttivi la coordinazione e collaborazione tecnica e normativa fra i varî servizî.