sanita pubblica
Tutela della salute individuale o di una collettività esercitata dallo Stato o da altri organismi pubblici. Nelle antiche civiltà, questa funzione era intesa esclusivamente come tutela dell’igiene pubblica. Durante l’impero romano, si provvide alla cura degli infermi poveri da parte di archiatri retribuiti dalle città. Nel Medioevo, chiese e poteri politici laici, come le città, organizzarono l’assistenza ospedaliera: le prime istituzioni di questo tipo si svilupparono in prossimità di sedi episcopali e monasteri e lungo gli itinerari di pellegrinaggio, ma si trattava di centri che avevano una valenza più caritativa che sanitaria. Inoltre, l’ignoranza dei meccanismi di trasmissione delle malattie contagiose rendeva spesso controproducente la concentrazione di infermi in queste strutture; fino al 18° sec., prevalse il concetto della difesa sociale dalla malattia, che s’identificava nella difesa dei sani dai malati (con l’istituzione dei cdd. lazzaretti). La scoperta dell’antisepsi (J. Lister, 1867) e la nascita della batteriologia (L. Pasteur) resero possibile l’istituzione di metodi razionali di profilassi e terapia che risanarono l’ambiente ospedaliero, e introdussero la tecnica della vaccinazione; nel 19° sec. fu quindi possibile un efficace e organico intervento dello Stato in materia di s.p.: si disciplinò l’esercizio delle professioni sanitarie, si introdusse la vaccinazione obbligatoria e si provvide all’organizzazione degli ospedali. Nel 20° sec. si è sempre di più affermata la concezione per cui la medicina e la cura degli ammalati sono un servizio pubblico esercitato dallo Stato nell’interesse generale. Da tale concezione è derivata la ricerca di un sistema di sicurezza sociale, cioè di un’organizzazione sanitaria idonea ad assicurare l’assistenza sanitaria ai singoli sia per la prevenzione sia per la cura delle infermità. In Italia, l’istituzione del Servizio sanitario nazionale (1978) costituì una tappa essenziale nell’affermarsi della s.p., strutturata in Unità sanitarie locali (USL) e basata sulla globalità delle prestazioni, l’universalità dei destinatari e la perequazione delle situazioni su tutto il territorio nazionale. Nel 1981 fu introdotta l’assistenza sanitaria indiretta, abbandonando così il principio della gratuità. Negli anni 1990 alle USL sono subentrate le Aziende sanitarie locali (ASL), con personalità giuridica, autonomia di bilancio, gestionale e tecnica e forme integrate di assistenza sanitaria.