sanita
sanità Insieme di interventi di prevenzione, promozione e protezione dello stato di salute fisico e mentale, e di educazione sanitaria di una popolazione, finalizzati al miglioramento, oltre che della qualità e dell’aspettativa di vita, anche delle abitudini e delle condizioni umane, nonché alla promozione del rispetto e della dignità individuale.
L’intervento pubblico nel settore della s. è riconducibile a motivazioni di natura redistributiva (la salute è un diritto individuale svincolato dalla capacità di spesa dei singoli; ➔ ridistribuzione), a ragioni di efficienza economica per il potenziamento del capitale umano individuale e sociale (➔ mercato, fallimenti di) e anche alla natura di bene meritorio (➔) delle prestazioni. I fallimenti di mercato che l’intervento dello Stato cerca di superare, intervenendo nella produzione e/o erogazione dei servizi sanitari (➔ anche servizio pubblico), sono: la presenza di esternalità negative (per es., la diffusione delle epidemie) o positive (per es., la somministrazione delle vaccinazioni o lo sviluppo endogeno creato dal capitale altrui), di asimmetria informativa (➔) tra provider (agente) e paziente (agente) e tra provider (agente) e terzo pagante (principale); la non osservabilità della qualità del servizio prima di essere utilizzato (experience good); l’inoperatività del mercato assicurativo privato a causa della aleatorietà del bene salute, per la presenza di rischi fortemente correlati (per es., le epidemie) o quasi certi (come le malattie croniche), per i fenomeni dell’azzardo morale (➔), il quale comporta problemi di sovraconsumo, nonché della selezione avversa (➔), che implica necessità di scrematura; l’inesistenza del mercato (laddove i costi di produzione sono così elevati che il privato non trova profittevole produrre) e l’esistenza di monopoli. La regolamentazione dell’accesso alla professione tramite albi, l’introduzione di contratti incentivanti, il finanziamento attraverso la fiscalità generale, l’identificazione di livelli essenziali di assistenza costituiscono solo alcuni esempi di intervento pubblico, atti a risolvere o a mitigare i problemi legati ai fallimenti di mercato o redistributivi.
In base alla modalità di finanziamento, alla proprietà delle risorse, al grado di copertura assistenziale e agli orientamenti culturali circa la salute e l’assistenza sanitaria si distinguono 3 diversi sistemi organizzativi: il modello a dominanza pubblica, quello a dominanza di mercato e il modello misto.
Il primo è contraddistinto dall’estensione (copertura totale) a tutti i cittadini del diritto all’assistenza, il cui costo è coperto dalla fiscalità generale o da contributi obbligatori e la cui offerta è erogata prevalentemente da strutture pubbliche. Tale impostazione presenta rischi di inefficienza, di rigida definizione della capacità produttiva e una libertà di scelta limitata.
Il modello a dominanza di mercato (in vigore negli USA in modo esclusivo fino al 2010) prevede che tutti i beni e i servizi siano scambiati tramite meccanismi di prezzo, senza la mediazione di terzi, e prevede il ricorso al mercato delle assicurazioni private (volontarie o contributi aziendali) che, attraverso le clausole contrattuali, definiscono i diritti e i rimborsi degli assicurati. L’offerta proviene generalmente da strutture private. Le agenzie assicurative acquistano direttamente la prestazione, mediante convenzioni con le strutture sanitarie che le erogano, o, in alternativa, rimborsano successivamente le spese sostenute dall’assicurato. Il modello privatistico comporta problemi di iniquità (poiché il grado di copertura assistenziale è parziale e l’accesso ai servizi diseguale, in quanto connesso alle capacità di spesa dei singoli), di inefficienza (poiché gli utenti non sono in grado di valutare correttamente né il bisogno del servizio sanitario né la qualità del servizio stesso) e, più in generale, difficoltà di controllo della spesa (supplier induced demand). In questa ottica, le fasce più bisognose possono essere coperte da assicurazioni pubbliche, finanziate dalla fiscalità generale. Ne costituiscono un esempio i tradizionali programmi statunitensi Medicaid (rivolti agli anziani) e Medicare (rivolti ai poveri). Nel 2010 nel sistema sanitario degli USA, la riforma sanitaria, per iniziativa del presidente B. Obama, ha allargato la copertura assicurativa a oltre 30 milioni di cittadini.
La maggior parte dei Paesi industrializzati ha implementato un sistema misto, spesso con forte connotazione pubblica. Al suo interno, in base al grado di libertà di scelta degli utenti e alle misure adottate per il contenimento della spesa, si distinguono 3 principali sotto-modelli, classificati in ragione delle strutture ospedaliere: modello integrato (gli ospedali rientrano nel settore pubblico e offrono a tutti un servizio uniforme); modello contrattuale (gli ospedali sono strutture pubbliche o private e gli utenti hanno libertà di scelta e il pagamento alle strutture private dei servizi erogati ai cittadini avviene sulla base di apposite convenzioni); modello a rimborso (comprende un sistema di assicurazioni mediante contributi sociali e un rimborso ex post delle spese sostenute dagli utenti).