ŚAṄKARĀCĀRYA ("Il maestro Śaṅkara")
Uno dei più grandi pensatori indiani, nato nel 788, morto nell'820 d. C. Principale assertore del monismo idealistico assoluto (kevalādvaita), combatté contro tutti i sistemi dualistici e contribuì alla decadenza definitiva del buddhismo nell'India, facendo trionfare la dottrina ortodossa unitaria (advaita "non dualismo") delle Upaniṣad (v. india: Letteratura vedica). La breve vita di S., la cui santità fu pari alla grande sapienza, venne circonfusa ben presto di leggenda: lo si ritenne un'incarnazione di Śiva e, come tale, gli si attribuí grande quantità di miracoli. Gli furono ascritte anche opere di suoi discepoli.
Il capolavoro di Ś., come quello nel quale egli espose con maggiore ampiezza che in ogni altro suo scritto la sua dottrina, è il commento al Brahmasūtra di Bādarāyana (vissuto fra il sec. III e il V d. C.), o Vedānta, sistemazione delle dottrine, spesso contraddittorie, contenute nelle Upaniṣad. In tale commento Ś., nella convinzione di interpretare il pensiero della più antica ortodossia brahmanica, concepì l'Essere assoluto come unica realtà, priva di qualsiasi attributo, né in alcun modo determinabile che per via di esclusione, soggetto e non oggetto della conoscenza, identico al sé dell'uomo. Di conseguenza, tutto ciò che è al difuori di esso, tutto il mondo dei fenomeni non è che illusione (māyā). La dottrina di Ś. è particolarmente conosciuta pure col nome di Uttara-mīmāṃsā (v.). Ś. compose pure un commento alla Bhagavadgītā (v.), il Gītabhāṣya, trattazione filosofico-religiosa a sé, più che commento vero e proprio, nella quale egli confortò la propria dottrina, specie per la parte che concerne l'etica, traendone elementi dalla celebre teodicea.
Compose anche diverse altre opere a sé stanti fra le quali sono da annoverare alcuni inni (fra i molti a lui falsamente attribuiti) a Mahādevī, la "Grande Madre", la moglie di Śiva.
Bibl.: P. Deussen, Die Sûtras des Vedânta... nebst dem vollständigen Commentar des Caṅkara, Lipsia 1887; id., Das System des Vedânta, 2ª edizione, Lipsia 1906.