SANSEPOLCRO (A. T., 24-25-26 bis)
Piccola città della Toscana nella provincia di Arezzo da cui dista 25 km. verso NE., situata nell'alta valle Tiberina a circa 2 km. dalla riva sinistra del Tevere sul margine del piano alluvionale sottostante all'Alpe della Luna a 330 m. s. m. Conta 5512 ab. nel centro urbano mentre il comune, vasto 88,06 kmq., ne conta 10.682. Decaduta dall'importanza che ebbe come centro industriale (tessitura della lana e della seta), è tornata negli ultimi decennî a rifiorire. Ha stazione sulla ferrovia dell'Appennino Centrale (Arezzo-Fossato).
Monumenti. - Della cattedrale, restaurata molte volte (1480, 1773, 1828 e 1858), le parti più antiche sono la facciata, il campanile e alcune colonne. Nell'interno si hanno pitture di Matteo di Giovanni, di Gerino da Pistoia, di Raffaello Dal Colle e di Iacopo Palma il Giovane, una statua del secolo XIV, sculture robbiane (sec. XVI), ecc. Tra le altre chiese ricordiamo quella di S. Antonio Abate con bassorilievo (1366) nella lunetta della porta; la chiesa di S. Francesco (1258) ricostruita nel sec. XVIII con altare maggiore (1304), stalli corali (sec. XV), e nella cripta l'arca di S. Ranieri (sec. XVI); la chiesa di S. Francesco Saverio (1680) con un quadro d'altare di Andrea Pozzo (1690); S. Lorenzo (1556) con un dipinto del Rosso Fiorentino; S. Maria dei Servi con tre dipinti di Matteo di Giovanni. Tra i palazzi, quello Martini già Rigi (1587), quello Ducci-Del Rosso (sec. XVI), quello delle Laudi (1591-1609). Notevole in un'antica torre un rilievo del sec. XIII. Nella Pinacoteca comunale vi sorio due affreschi e un polittico di Piero della Francesca, quadri di Luca Signorelli, di scuola senese (secolo XIV), del Pontormo, di Santi di Tito, di Leandro Bassano e d'altri, sculture robbiane (sec. XVI).
Storia. - Le origini di Sansepolcro sono da collegare con la fondazione di un oratorio dedicato a S. Leonardo dai due pellegrini Arcano ed Egidio, che da Gerusalemme vi trasportarono (934) alcune reliquie del Santo Sepolcro. Eretto poco dopo accanto al primitivo oratorio un monastero, detto dapprima del Santo Sepolcro e dei quattro Evangelisti, poi solo del Santo Sepolcro, infine di San Giovanni Evangelista, questo in un primo tempo fu servito dai benedettini, indi passò all'ordine camaldolese (1012). Il nuovo ente ottenne privilegi dai papi. A poco per volta un borgo sorse intorno al monastero, ne assunse il nome, e già nel 1163 ne costituì una dipendenza feudale: gli abati di San Sepolcro, appunto per ciò, dovettero sostenere una grave lite con i marchesi del Monte Santa Maria, e ottennero speciali prerogative anche di fronte alla regola camaldolese. Dal principio del sec. XIII la storia di Sansepolcro registra la consueta e aspra lotta dei sudditi feudali che tendono e riescono alfine a sottrarsi al governo abbaziale, sfruttando abilmente le ripercussioni dei gravi contrasti fra papa Gregorio IX e l'imperatore Federico II; nel 1229 il pontefice affida al vescovo di Arezzo il compito di punire i ribelli borghigiani, che invece reagiscono violentemente costituendosi a comune e appoggiandosi ai comuni limitrofi; a nulla valgono le bolle e le scomuniche papali. Verso la fine del sec. XIII i borghigiani sono attratti nell'orbita della politica aretina, pur di avere aiuti contro gli odiati abati; però questo fatto segna l'inizio dell'asservimento del comune di Sansepolcro prima alla politica e poi alla signoria di maggiori potentati. In esso d'ora in avanti spadroneggeranno Uguccione della Faggiola, il conte Federico da Montefeltro, Bosone da Gubbio, i Tarlati di Pietramala, i Malatesta di Rimini, Neri della Faggiola, il vescovo di Città di Castello, Niccolò Fortebracci, i conti Guidi di Poppi, ecc.; e poi ancora il papa, la repubblica di Firenze, i Visconti di Milano, angioini e aragonesi per altri e più gravi motivi si combatteranno presso questa piccola terra, su cui intorno alla metà del sec. XV ridderà un vortice di sfrenate ambizioni mosse da forze vicine e lontane; finché la battaglia di Anghiari (1440), avvenuta nelle vicinanze di Sansepolcro, non darà la cittadina prima per poco al papa e poi per sempre ai Fiorentini. Papa Leone X, nel 1515, elevò Sansepolcro a sede vescovile; e i borghigiani, malgrado qualche episodio ostile, furono in genere fedeli ai Medici. Fino dal Medioevo Sansepolcro fu importante centro industriale e commerciale: per influsso e impulso di Firenze, vi fiorirono l'industria e il commercio della lana e della seta, ora assai ridotti, e dell'erba guado (per la tinta azzurra) oggi completamente cessati; ebbe quattro fiere annuali e un mercato settimanale.
Bibl.: F. Corazzini, Appunti storici e filologici sulla valle Tiberina, Sansepolcro 1875; L. Coleschi, Storia della città di Sansepolcro, Città di Castello 1886; G. Sacchetti, Sansepolcro Sansepolcro 1888; G. Degli Azzi, Inventario degli archivi di Sansepolcro, Rocca S. Casciano 1914; O. H. Giglioli, Sansepolcro, Firenze 1921; G. Dainelli e G. Poggi, Toscana, ivi 1924, pp. 256-58; P. F. Kehr, Italia pontificia, Berlino 1907, IV, p. 108 segg.