SANTA CROCE (Saint croix; A. T., 153-154)
È la maggiore (218 kmq.) e la più meridionale delle Isole Vergini (Piccole Antille), dalla forma stretta e allungata latitudinalmente. A nord è collinosa (Mount Eagle, 355 m.) e formata da calcari cretacici; a sud si stende una pianura dolcemente inclinata verso il mare e costituita da calcari semicristallini e marne terziarie. La popolazioue, costituita in massima parte da Negri, è in diminuzione (18.430 abitanti nel 1890, 11.413 nel 1930); essa si occupa della coltura della canna da zucchero e dell'allevamento del bestiame. La coltura della canna, estesa in particolare nella zona piana, fu un tempo assai fiorente: alla fine del sec. XVIII occupava 12.000 ettari, ma da allora per varie cause andò decadendo, e nel 1930 si estendeva su 2550 ettari soltanto, restando tuttavia al primo posto tra le colture dell'isola. Capoluogo di Santa Croce è Christiansted (3767 ab.), sulla costa settentrionale, unita da una carrozzabile a Fredericksted (2698 ab.) sulla costa occidentale.
Scoperta da Colombo durante il secondo viaggio il 14 novembre 1493, S. Croce fu dapprima occupata dagli Spagnoli, che la trovarono abitata da Caribi; verso la metà del sec. XVII fu occupata dai Francesi, che nel 1733 la vendettero alla Danimarca, la quale, a sua volta, la vendette agli Stati Uniti nel 1917. Attualmente l'isola forma uno dei due municipî in cui è divisa amministrativamente la colonia nordamericana delle Isole Vergini (v.).
Bibl.: Th. De Booby, The Virgin Islands of the United States, in Georgr. Review, 1917, pp. 359-373; F. Rose, Landeskundliche Untersuchung der Jungfern-Inseln (Virgin Islands), Lipsia 1930; K. B. Shaw, St. Croix: A marginal sugar-producing Island, in Geogr. Review, 1933, pp. 414-22; R. Berger, Die Inseln St. Thomas und St. Croix. Eine vergleichende wirtschaftsgeogr. Untersuchung auf landschaftlicher Grundlage, Amburgo 1934.