MELANIA, santa
, Detta giuniore per distinguerla dalla nonna (M. seniore), è, con questa, una delle figure più significative dell'ascetismo cristiano nei secoli IV e V. Nata a Roma verso il 383, da Publicola della nobile famiglia dei Valerî e da Albina; a 13 anni sposò Piniano della famiglia dei Valerî Severi. Morti i due figli avuti dalle nozze, M. e suo marito decisero (404) di darsi alla vita celibataria con gran gioia della nonna Melania seniore che, anche per rafforzare la nipote nel suo proposito, aveva abbandonato nel 402 il suo ritiro in Palestina, dove si era rifugiata, fuggendo da Roma e dal mondo, nel 372, ed era tornata per breve tempo a Roma. I due sposi devolsero il loro ricchissimo patrimonio a favore dei poveri. Si ritirarono dapprima in una loro villa suburbana, probabilmente la villa dei Quintilî. Nel 408 fuggirono di fronte all'avanzata dei Visigoti: dopo una sosta a Nola, dove furono in casa di Paolino, si recarono in una loro villa sullo stretto di Messina dove, assistito da essi, morì il loro amico Rufino. Passati in Africa, in compagnia di Albina, furono amorevolmente accolti da Alipio, vescovo di Tagaste, da Aurelio, vescovo di Cartagine e da S. Agostino. Datisi a distribuire con grande generosità il denaro loro rimasto, diedero fondo, dopo sette anni di soggiorno africano, a tutta la loro sostanza e si trasferirono in Palestina, dove, in un monastero presso Gerusalemme, trascorsero il resto della loro vita. I tre intervennero nella polemica scoppiata intorno alle dottrine di Pelagio, con una lettera ad Agostino che scrisse per loro il De gratia Christi et de peccato originali. M. morì il 31 dicembre del 439. Sua nonna era morta a Gerusalemme l'8 giugno del 410.
Bibl.: M. Rampolla, Sasnta M. giuniore, Roma 1905; G. Goyau, Sainte Mélanie, Parigi 1908; A. d'Alés, in Anal. Boll., XXV, p. 401 segg.