ALFRIDA, santa vergine
, La forma del nome è Aelftryth, giusta la Chronica di Florence di Worcester, che lo latinizza in Alfritha; si hanno anche altre varianti Altrida, Alfrida (Speculum Histor., di Riccardo di Cirencester), Althrida (Giovanni Brompton), e inoltre Aelfleda (Matt. Paris), Aelfdryda, Aethelthryth, Aeteldrida, Eteltrita; i bollandisti hanno adottato la forma Etheldritha, ch'è nel diploma di Witlas (26 maggio 824)
Nella vita di S. Etelberto re dell'Estanglia scritta da Giovanni Brompton, abate di Crowland nel sec. XII, si narra come, essendo egli venuto alla corte di Offa re della Mercia per domandare la mano di Alfrida sua figlia, questa esprimesse il suo gradimento con termini sì calorosi da muovere l'invidia della stessa sua madre Quendrada (Cynetryth), che concepì il disegno di perdere il giovine re. Infatti seppe sì bene insinuarsi presso il suo sospettoso consorte, dipingendogli il pericolo che Etelberto volesse poi spossessarlo, che Offa lo fece uccidere a tradimento nella stessa sua camera. Inorridita del misíatto, A., dopo aver profetizzato alla madre il castigo che poi venne, si rifugiò ad palustria Crowlandiae, cioè presso il monastero edificato da Etelbaldo, padre di Offa, e ivi santamente visse reclusa in una cella per ben quarant'anni (793-833). Re Witlasio, nell'accennato diploma di donazione diretto a lei e a Siwardo abate di Croyland (Acta Sanctor., 2 aug., p. 174), ricorda con gratitudine il rifugio trovato presso di lei per quattro mesi nell'825 durante le vicende della competizione per la successione di Offa; poco dopo la data di questo diploma deve porsi la morte di Alfrida, tumulata nella abbazia, che fu poi devastata dai Danesi nel settembre 870. Ne attesta la venerazione come santa e vergine anche l'abate Ingulfo, del sec. XI: i bollandisti pongono la sua festa al 2 agosto.