SANTAREM
SANTARÉM (lat. Scalabis, Praesidium Iulium; Sancta Irena, Chantirein, Xantarin nei docc. medievali)
Città portoghese, sede del distretto omonimo e capoluogo della provincia del Ribatejo, situata a km 70 da Lisbona.
Trasformato in un accampamento militare da Giulio Cesare, l’oppidum di Scalabis divenne, alla metà del sec. 1° d.C., la capitale del conventus Scallabitanus fino poi a essere menzionato, durante il sec. 2°, nell’Itinerarium Antonini, come una delle mansiones della via militare che collegava Olisipo (od. Lisbona) con Bracara Augusta (od. Braga; De Alarcão, 1974). Persa la sua importanza strategico-militare, la città è ricordata, in seguito, soltanto nel Chronicon di Idazio come occupata dal generale goto Sunerico, nel 460 (De Sousa Soares, 1957).
Durante l’Alto Medioevo a S. fiorì il culto di Santa Iria, le cui reliquie sarebbero comparse, secondo fonti leggendarie, nella città, che infatti è designata successivamente come Sancta Irena, denominazione poi mantenuta anche sotto il dominio musulmano come Chantirein o Xantarin (De Jesus Da Costa, 1974).
Conquistata dai musulmani agli inizi del sec. 8°, S. venne recuperata dai cristiani solo il 15 marzo 1147, durante il regno di Alfonso I il Conquistatore (1128-1185). La dominazione musulmana è testimoniata da due capitelli (Santarém, Mus. Arqueológico): l’uno, appartenente al periodo califfale, di stile corinzio e con un’iscrizione votivo-religiosa dedicata ad Ala (secc. 10°-11°), l’altro, di epoca almoravide, rinvenuto nei pressi della chiesa di São Salvador (Ludgero Gonçalves, Serão, Beirante, 1994).
Delle mura medievali, demolite per la maggior parte nel sec. 19°, restano in piedi solo la Porta do Sol e quella di São Tiago (Verissimo Serrão, 1959; De Sousa Cardoso, 1979). Le rovine della chiesa di Sãao João Baptista de Alfange, sobborgo di S., sono, per il momento, i resti più antichi della produzione monumentale locale del sec. 12°, anteriori anche alla chiesa di São João de Alporão. Della chiesa, probabilmente a tre navate, rimangono, sebbene deteriorati, l’arco trionfale con capitelli, da riferirsi alla bottega della escola lisbonense, e l’abside principale, coperta da volta (Real, 1982-1983).
La chiesa di São João de Alporão, appartenente all’Ordine degli Ospedalieri e restaurata tra il 1877 il 1882, dovette essere costruita prima del 1207, data che figura nella lapide sepolcrale di Afonso Enríquez, figlio naturale di re Alfonso I, sepolto nella prima campata della navata (Ludgero Gonçalves, Serrão, Beirante, 1994). La chiesa mononave è conclusa da un’ abside poligonale con contrafforti esterni. All’interno emerge la struttura del presbiterio che si stacca dalla parete di fondo tramite una stretta galleria; la soluzione, unica nell’arte portoghese, è definita ‘falso deambulatorio’; essa costituirebbe un adattamento dell’idea delle gallerie murali, al livello delle finestre, frequenti nelle chiese della Normandia (Real, 1982-1983). Notevoli differenze nelle soluzioni di copertura interne attestano due campagne costruttive: una di ispirazione romanica, nella facciata e nella struttura muraria della navata, e un’altra, più evoluta o ‘protogotica’ nel capocroce e nella terza campata della navata. La decorazione, a base di motivi floreali, è già gotica e riflette i caratteri normanni della bottega della cattedrale di Lisbona (Real, 1982-1983).
Dal 1217, con la conquista a danno degli Almohadi del castello di Alcácer do Sal, la città di S. si trasformò in luogo di residenza per la famiglia reale, i membri della corte e per la nobiltà, oltre che in un centro dove si stanziarono - fuori delle mura - diversi ordini religiosi. Verso il 1208 era stato fondato il convento della Trinidad, oggi scomparso (Dias, 1994); i Francescani giunsero a S. alla fine del regno di Sancio II (1223-1248), mentre i Domenicani vi si stabilirono nel 1223; i lavori del convento di São Domingos dovettero cominciare verso il 1228-1229, sollecitati dallo stesso Sancio II, sebbene nel 1257 non fossero ancora terminati (Pradalie, 1992). La chiesa, distrutta alla fine del sec. 19°, era a tre navate, transetto e capocroce con cinque cappelle di profondità decrescente (de Faria e Sousa, 1628; da Pietade, Vasconcelos, 1740; Pradalie, 1992).
La chiesa di São Francisco presenta una pianta a tre navate divise in cinque campate, tra le quali emerge in altezza quella centrale con due piani, un transetto sporgente interamente coperto in legno e un capocroce formato da cinque cappelle, coperte da volte con nervature e forse di profondità decrescente. Malgrado l’incendio del 1338, re Ferdinando I (1367-1383) ordinò di costruire una cappella nella tribuna alta della chiesa, conosciuta in seguito con il nome di ‘coro alto’, per ospitare la sua tomba (Pradalie, 1992; Dias, 1994). L’incendio del 1580 fece sì che la tribuna fosse spostata, sebbene la sua struttura non fosse del tutto alterata: situata nel centro della chiesa, non ha precedenti in Portogallo, con l’eccezione del ‘coro alto’ di Santa Clara-a-Velha a Coimbra, ma in questo caso la sua costruzione fu motivata dalle inondazioni che danneggiarono il convento nella prima metà del 14° secolo. La tomba di re Ferdinando I (Lisbona, Mus. Arqueólogico) consta di un’arca sepolcrale di pietra, con coperchio a forma di piramide tronca, senza giacente e con un’iscrizione in lettere gotiche incisa dopo la morte del sovrano (Cordeiro de Sousa, 1936): secondo Pradalie (1992), sarebbe opera di Juan García di Toledo.
La chiesa del convento - oggi non più esistente - di Santa Clara fu fondata verso il 1259: la sua pianta ha tre navate, divise in otto (Dias, 1994) o sette campate (Tavares Chicó, 1954), delle quali quella centrale è più alta, con un transetto sporgente e il capocroce composto da cinque cappelle di profondità decrescente, che seguono lo stesso schema della chiesa di São Domingos. Il sepolcro di Leonor Afonso e quello di suo fratello Martín Afonso Chichorro (Santarém, Mus. Arqueológico) sono entrambi databili agli inizi del sec. 14° (Ferreira de Almeida, 1986; Ludgero Gonçalves, Serrão, Beirante, 1994).
Il convento das Donas di S. fu fondato nel 1240 da Elvira Duranda, ma nel 1287 passò nelle mani dei Domenicani. Esempio dell’arte gotica mendicante, ne restano solo alcuni elementi architettonici del chiostro (Santarém, Mus. Arqueológico; Serrão, 1990; Ludgero Gonçalves, Serrãao, Beirante, 1994). La chiesa da Graça fu fondata nel 1380 da Afonso Telo de Meneses e da sua moglie e affidata agli Eremitani di s. Agostino.
La Fuente das Figueiras è l’unico monumento gotico civile conservato, voluto da re Ferdinando I nell’ultimo quarto del sec. 14° (Serrão, 1990).
Bibl.: Fonti inedite. - Luis Montes Mattoso, Santarém illustrada, Évora, Bibl. Pública, C III/2-4 (1738); id., Memorias sepulcrais do Real Convento de S. Francisco da vila de Santarém, Évora, Bibl. Pública (1755).
Fonti edite. - L. de Sousa, História de S. Domingos, Lisboa 1622; M. de Faria e Sousa, Epitome de las Historias Portuguesas, Madrid 1628; M. da Esperança, História seráfica da ordem dos frades menores, 2 voll., Lisboa 1656-1666; I. da Pietade, E. Vasconcelos, História de Santarém edificada, que dá noticia da sua fundação, e das couzas mais notaveis nella sucedidas, 2 voll., Lisboa 1740; J. de Belem, Chronica Seráfica da Santa Provincia dos Algarves, I, Lisboa 1753; De expugnatione Scalabis, in Portugaliae monumenta historica. Scriptores, I, Lisboa 1856-1861, pp. 94-96.
Letteratura critica. - Catálogo do Museu Arqueológico de S. João da Alporão, a cura di L. Verissimo, G. Vidal, 3 voll., Santarém 1927-1936; J.M. Cordeiro de Sousa, Inscrições portuguesas do Museu do Carmo, Lisboa 1936; Igreja de Santa Clara de Santarém (Boletim da direcção geral dos edifícios e monumentos nacionais, 30-31), Lisboa 1942-1943; G. De Matos Sequeira, Inventário Artístico de Potugal, III, Distrito de Santarém, Lisboa 1949; Igreja da Graça de Santarém (Boletim da direcção geral dos edifícios e monumentos nacionais, 65-66), Lisboa 1951; M. Tavares Chicó, A arquitectura gótica em Portugal, Lisboa 1954 (19812); T. De Sousa Soares, Reflexões sobre a origem e a formação de Portugal, Revista portuguesa de história 7, 1957, pp. 193-394; J. Verissimo Serrão, Santarém, na história e na arte, Santarém 1959; Igreja de Santa Cruz-Santarém (Boletim da direcção geral dos edifícios e monumentos nacionais, 111), Lisboa 1963; J. De Alarcão, Portugal romano, Lisboa 1974; A. De Jesus Da Costa, Santa Iria e Santarém, revisão de un problema hagiográfico e toponímico, Revista portuguesa de história 14, 1974, pp. 1-63; J. Manuel Garcia, En torno de Scallabis, in Santarém. A cidade e os homens, Santarém 1977, pp. 65-77; M. De Sousa Cardoso, As muralhas de Santarém e a sua evolução, Santarém 1979; M.A. Beirante, Santarém medieval, Lisboa 1980; M.L. Real, Perspectivas sobre a flora românica da ‘‘Escolas Lisbonense’’. A propósito de dois capiteis desconhecidos de Sintra no Museu do Carmo, Sintria 1-2, 1982-1983, pp. 529-560; C.A. Ferreira de Almeida, História de arte em Portugal, III, O Românico, Lisboa 1986; P. Dias, História de arte em Portugal, IV, O Gótico, Lisboa 1986; A.H. De Oliveira Marques, I. Gonçalves, A. Aguiar Andrade, Atlas de cidades medievais portuguesas, séculos XII-XV, I, Lisboa 1990, pp. 65-67; G.N. Graf, J. Mattoso, M.L. Real, Portugal 1, Madrid 1987; V. Serrão, Santarém, Lisboa 1990; G. Pradalie, O Convento de São Francisco de Santarém, Santarém 1992; P. Dias, A arquitectura gótica portuguesa, Lisboa 1994; J. Ludgero Gonçalves, V. Serrão, M.A. Beirante, Un monumento classificado de Santarém. As ruínas da encosta de S. Martins, Santarém 1994; S. João de Alporão na história. Arte e museologia, cat., Santarém 1994; M.L. Real, Inovação e resistência: dados recentes sobre a antiguidade cristâ no ocidente peninsular, «IV Reunió de arqueología cristiana hispánica, Lisboa 1992», Barcelona 1995, pp. 17-68.