SANTIAGO de Cuba (A. T., 153-154)
Una delle più antiche e importanti città di Cuba, capoluogo della provincia dell'Oriente e sede arcivescovile, con 70.000 ab. (1933: 102.525 nel municipio); è situata sulla costa sud-orientale in fondo a uno dei più bei porti naturali del mondo, una ría larga all'imbocco (difeso da due forti) soltanto 160 m., ma formata internamente da un ampio bacino frastagliato, profondo e ben riparato. La città, che ha clima assai caldo (27° di temperatura media annua), si stende ad anfiteatro ai piedi e sui fianchi di una collina calcarea, e ha una topografia piuttosto regolare; le strade principali sono rettilinee e asfaltate, le case basse per timore dei terremoti, dai quali la città fu gravemente danneggiata anche nel 1932. Tra gli edifici pubblici sono da ricordare: la cattedrale, in stile ispano-americano, edificata nel 1522; la chiesa di S. Francesco, la più antica di Cuba; il Palazzo del governo; l'Ospedale della carità. Santiago possiede varie industrie (fonderie, fabbriche di sapone, cioccolato, calzature, ghiaccio, acque gassose, liquori, sigari e sigarette) ed è capolinea della ferrovia che, attraversando tutta l'isola, la collega all'Avana. Vi fa scalo la linea di navigazione aerea nordamericana che da Miami va a Buenos Aires; un'altra linea aerea la congiunge rapidamente con la capitale. I fertili dintorni di Santiago sono coltivati sopra tutto a canna da zucchero.
Storia. - Fu fondata dal governatore Diego Velázquez nel 1514, e quando fu terminata la costruzione venne designata capitale dell'isola. Nel 1522 ebbe il titolo di città, e la sua parrocchia dedicata a San Giacomo fu elevata a cattedrale. Alla metà del sec. XVI, sia per i dissensi sorti fra le autorità, sia anche per causa dell'emigrazione, avvenuta in conseguenza del divieto di possedere terre in commenda, la popolazione di Santiago fu ridotta notevolmente e si trovò esposta agli attacchi dei corsari, come avvenne nel 1553, in cui 400 archibugieri francesi s'impadronirono della città e ne vessarono gli abitanti per un mese, né si ritirarono prima di aver ottenuto un riscatto di 30.000 scudi d'argento. Anche i terremoti furono causa di gravi danni alla città. Nel 1662 Santiago fu occupata dagl'Inglesi che ne incendiarono molti edifici compresa la cattedrale; quando essi evacuarono la piazza, venne nominato governatore Bayona, che già aveva sostenuto quella carica con grande abilità e che fortificò la città per impedire nuovi attacchi. Rimase sotto il dominio spagnolo fino al 1898.
Azioni navali. - Si svolsero durante la guerra ispano-americana, quando cioè gli Stati Uniti mossero guerra alla Spagna a causa dell'insurrezione cubana e dello scoppio della corazzata degli Stati Uniti Maine (15 febbraio 1898). Per quanto non fosse stata accertata la complicità spagnola nella perdita del Maine, il 21 aprile gli Stati Uniti iniziarono le ostilità. La flotta spagnola dell'ammiraglio P. Cervera, composta di quattro incrociatori (Vizcaya, Almirante Oquendo, Infanta María Teresa, Cristóbal Colon) e di tre cacciatorpediniere, era giunta a Santiago de Cuba il 19 maggio e aveva iniziato i rifornimenti. Il 26 maggio si presentò nelle acque di Santiago la 2ª squadra di esplorazione americana (incrociatore corazzato Brooklyn, 2 corazzate, 3 incrociatori), comandata dall'ammiraglio V. Schley, ma soltanto tre giorni dopo si accorse che alla fonda nella baia erano le navi spagnole. Nonostante la superiorità di forze, la squadra americana rimase dapprima inattiva, e soltanto il 31 maggio si decise a bombardare a grande distanza le opere nemiche, senza però conseguire notevoli risultati. Il 1° giugno giunse a Santiago in rinforzo la 1ª squadra americana composta di un incrociatore corazzato, due corazzate, quattro monitori, cinque piccoli incrociatori, sei cannoniere e sei torpediniere, al comando dell'ammiraglio J. Sampson, che prese l'alta direzione delle operazioni. Agendo con la massima prudenza, egli dispose le sue navi a semicerchio di fronte alla baia per sorvegliarne l'accesso, mentre durante la notte piccole unità erano sempre in perlustrazione lungo il canale. Il 3 giugno fu affondato il piroscafo Merrimac, carico di pietrame, con la speranza di ostruire l'accesso al porto; il 6 ed il 16 giugno furono violentemente bombardati forti e navi spagnole; il 22 giugno una divisione di 16 mila uomini sbarcò iniziando le operazioni terrestri contro Santiago. La situazione critica aveva ormai spinto Cervera a un disperato tentativo di uscita delle sue navi, già menomate nella loro scarsa efficienza, quando il 1° luglio, a un deciso attacco americano contro i capisaldi della difesa di Santiago, le truppe spagnole, inferiori di numero ma ben coadiuvate dalle compagnie da sbarco delle navi, inflissero notevoli perdite al generale americano G. Shafter, il quale dovette così sospendere le operazioni e chiedere rinforzi.
In seguito a ordini perentorî del governo, Cervera ritirò le compagnie da sbarco e il mattino del 3 luglio tentò l'uscita da Santiago, uscita che le navi americane, avvertite la sera innanzi dal fumo delle unità, erano pronte ad impedire. L'ammiraglio spagnolo col María Teresa diresse sul Brooklyn alla massima velocità, aprendo contemporaneamente il fuoco. Le navi che lo seguivano dovevano approfittare del sacrificio del María Teresa per fuggire. Ma le unità americane ben presto misero il María Teresa in condizioni pietose: cannoni inutilizzati, equipaggio in gran parte fuori combattimento; tanto che lo stesso Cervera, che aveva sostituito il comandante, gravemente ferito, dovette portare a incagliare la nave, che poi saltò in aria. Il Vizcaya e l'Oquendo, attaccati dalle corazzate americane, furono fatti incagliare in preda alle fiamme, ed il Colón, sfuggito abilmente alla stretta nemica, avendo consumato tutto il carbone, fu portato anch'esso ad incagliare. Le unità minori spagnole furono distrutte. Cervera, ferito, fu fatto prigioniero insieme con i superstiti e degnamente onorato per il valore dimostrato. Le perdite americane furono insignificanti.
La fine della squadra spagnola precedette di poco la caduta di Santiago (15 luglio 1898).
Bibl.: J. Muller y Tejeiro, Combate y capitulación de Santiago, Madrid 1898; L. Pérez, La opinión y la Marina: Combate de Santiago, 1898; D. Parodi, Cavite e Santiago, Genova 1898; R. Travares, Da Cavite a Santiago, ivi 1902; E. Bacardi Moreau, Crónicas de Santiago de Cuba, Barcellona 1908; Uff. Storico R. Marina, Nozioni di storia navale, Bologna 1934.