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ALBERTO Magno, santo

di Francesco Pelster - Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)
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ALBERTO Magno, santo (II, p. 194)

Francesco Pelster

Fu soprannominato anche Alberto tedesco (Alberius teutonicus); nacque verso la fine del sec. XII (il 1193 è una data probabile) a Lauingen in Svevia. Nel 1222 era nell'Italia settentrionale; forse studiava già a Padova, dove fece delle osservazioni sul terremoto che distrusse Brescia. È probabile che d'allora o di qualche anno più tardi sia il suo ingresso nell'ordine domenicano; vi assunse l'insegnamento intorno al 1233. Dal 1245 al 1248 fu a Parigi come magister di teologia. Dopo le sue dimissioni da vescovo di Ratisbona (1261 o 1262 in.) stette per qualche tempo presso la curia pontificia, quindi (1263) fu mandato a predicare la crociata nella Germania settentrionale e in Boemia. Nel 1264 tornò sotto la giurisdizione dell'ordine e insegnò nuovamente a Würzburg, Strasburgo e Colonia.

Nell'attività letteraria di A. si possono distinguere tre periodi. Al primo, che giunge fino al 1250, appartengono soprattutto l'ancora inedita Summa de bono, il De incarnatione, De resurreccione, De sacramentis, la Summa de creaturis e il Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo. Il secondo periodo giunge sino al 1270 o 1272, e comprende in particolare la grande parafrasi di Aristotele, i Commenti all'Etica per modo di questioni e allo Pseudo-Dionigi Areopagita, i grandi Commenti agli Evangeli; nell'ultimo, fino al 1278, si collocano la Summa theologiae la quale però contiene molti elementi più antichi, il De sacrificio missae e il De eucharistia. Le opere esegetiche appartengono pure al secondo e al terzo periodo.

Con la sua difesa dell'aristotelismo, alla cui diffusione contribuì con la sua grande parafrasi, con le sue opere di scienze naturali, che rivelano il suo sano spirito critico, le sue grandi qualità di osservatore e la sua conoscenza degli accadimenti naturali, A. ha una posizione importantissima nella storia del pensiero medievale. Di grande influsso sul neoplatonismo medievale fu la sua opera De causis et processu universitatis, benché lui stesso sembri avere respinte molte dottrine fondamentali del neoplatonismo. Come teologo, egli segue generalmente un indirizzo conservatore, se pure anche qui è notevole l'introduzione d'idee nuove. San Tommaso nel suo Commento alle sentenze ha quasi continuamente davanti gli occhi il Commento di Alberto, che segue in moltissimi casi ma che contraddice anche talvolta. Come esegeta, si distingue per la vasta conoscenza della Bibbia e dei Padri, per il suo senso critico e per la preferenza da lui data alla spiegazione del senso letterale.

Fu venerato nella Chiesa come beato per molti secoli e il suo culto fu approvato e diffuso da molti papi, da Innocenzo VIII a Pio IX; Pio XI con bolla del 30 dicembre 1931 lo proclamò dottore della Chiesa ed estese a tutta la Chiesa il culto tributato ad A. come santo.

Ediz.: Degli scritti non contenuti nell'ediz. Jammy-Borgnet (Parigi 1890-99) sono stati pubblicati finora: i Commentarii in Job, da M. Weiss (Friburgo in B. 1905); i Commentarii in librum Boethii, da P. de Loë (Bonn 1913); il De quindecim problematibus, da P. Mandonnet, Siger de Brabant, II (Lovanio 1908); le Quaestiones de bono (Summa de bono, 1-10), da H. Kühle (Bonn 1933). Edizioni critiche si hanno del De vegetabilibus, di C. Jessen (Berlino 1867); del De principiis motus processivi, di H. Stadler (Monaco 1909); del De animalibus, di H. Stadler (Münster 1916-1921). Un'edizione critica delle opere complete si sta preparando a cura della Albertus Magnus Akademie di Colonia sotto la direzione di B. Geyer. L'omilia su Luca, XI, 27, pubblicata da P. de Loë, e il commento agli Oeconomica pseudo-aristotelici, pubblicato da V. Beltrán de Heredia nel 1923, sono spurî.

Bibl.: Laurent e Congar, Essai de bibliographie Albertienne, in Rev. Thomiste, XIV (1931), pp. 42-468 (fino al 1930); H. Wilms, Albert der Grosse, Monaco 1930, trad. it., Bologna 1391; Th. M. Schwertner, St Albert the Great, New York 1932; H. Chr. Scheeben, Albert der Grosse. Zur Chronologie seines Lebens, in Quellen und Forschungen zur Geschichte des Dominikanerordens in Deutschland, XXVII, 1931; G. Meersseman, Introductio in Opera omnia B. Alberti Magni Or. Praed., Bruges 1931; J. Votté, S. Albertus Magnus Sacrae Paginae Magister, Roma 1932-33; A. Vaccari, S. Al. M. e l'esegesi medievale, in Biblica, XIII (1932), pp. 257-272 e 369-384; F. M. Henquinet, Vingt-deux Questions inédites d'Albert le Grand dans un Manuscrit à l'usage de St. Thomas d'Aquin, in The New Scholasticism, IX (1935), pp. 283-328; M. Grabmann, Der Einfluss Alberts des Grossen auf das mittelalterliche Geistleben, in Mittelalterliches Geistesleben, II, Monaco 1926, pp. 324-412; J. Vosté, Zwei neue Teile der Summa de creaturis Alberts des Grossen, in Recherches de Théol. Anc. et Médiév., IV (1932), pp. 392-400. Per ulteriori indicazioni e una rassegna delle pubblicazioni in periodici speciali, v. Recherches de théologie ancienne et médiévale, e l'annesso Bulletin, Lovanio 1929 segg.

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Vocabolario
magno
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santo agg. e s. m. (f. -a) [lat. sanctus, propr. part. pass. di sancire «sancire, rendere sacro», in rapporto etimologico con sacer «sacro», essendo anche questo connesso con sancire]. – 1. agg. a. In origine, equivalente di sacro, riferito...
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