ANSCARIO (Ansgar), santo
Nacque presso Corbie sulla Somme, nell'801; morì a Brema, il 3 febbraio 865. Educato fin da fanciullo nel convento di Corbie, divenne maestro di quella scuola. Passò poi ad insegnare nel monastero fondato a Korvey, sulla Weser, come figliazione di Corbie (Nova Corbeia), dall'abbate Adalardo. E qui egli iniziò la sua grande attività di missionario. In quel tempo, mancava ancora, nel settentrione, una forte base d'operazione per la propagazione del cristianesimo. Secondo l'ordinamento dato da Lodovico il Pio alle diocesi della Sassonia conquistata, la diocesi di Brema, esistente già dal 787, dipendeva dalla metropoli di Colonia, Amburgo e il paese a nord dell'Elba erano divisi tra la diocesi di Brema e quella di Verden. Tentativi di convertire i popoli scandinavi non erano mancati. Con l'appoggio di Lodovico il Pio, l'arcivescovo Ebo di Rheims (probabilmente sassone di nascita e nominato legato del Nord da Pasquale I) aveva predicato, dall'823 in poi, il Vangelo ai Danesi ancora pagani. Ma nell'827 aveva abbandonato quel paese, disilluso; e anche A., che nell'826 aveva accompagnato in Danimarca il re dei Danesi Harald, convertitosi a Magonza al cristianesimo, e là aveva predicato la fede cristiana ed aveva fatto lunga dimora in Svezia, non era giunto ad ottenere successi duraturi. La base di operazione fu costituita quando A. ottenne da Lodovico il Pio che fosse separata dalle diocesi di Brema e Verden la regione a N. dell'Elba e fosse istituito nella piccola città di Amburgo un arcivescovato, di cui egli fu il primo titolare (831). Con l'arcivescovato, A. ebbe il compito di convertire i popoli del settentrione e di organizzarli in vescovati. Gregorio IV poi gli conferì il pallio e lo nominò legato apostolico per la Danimarca, la Svezia e i paesi slavi, mentre Gausbert fu consacrato vescovo missionario per la Svezia. Organizzata la diocesi di Amburgo, A. si accinse, come a suo proprio compito, alla conversione dei Danesi. Nel convento di Turholt (Thourout, nella Fiandra occidentale presso Bruges), che Lodovico il Pio gli aveva affidato, e in Amburgo, vennero istituite scuole per seminarî, nei quali A. fece venire monaci da Korvey. Ma dopo il trattato di Verdun (843), il nuovo signore dei Franchi occidentali, Carlo il Calvo, gli tolse il convento di Turholt. Peggio fu, quando i Danesi distrussero Amburgo nell'845, mentre in Svezia erano soffocati i primi germi del cristianesimo. Tuttavia, rimasto poco dopo vacante il vescovato di Brema, Lodovico il Germanico lo diede ad A., come nuovo punto d'appoggio per la missione. Ma la riunione di due episcopati, canonicamente, non era consentita. (La sede di Amburgo, soppressa da un concilio tenuto a Magonza, nell'847, veniva ristabilita da altro concilio, pure di Magonza l'anno appresso). Un'altra difficoltà era il fatto che A. dipendeva per Brema dalla metropoli di Colonia e perciò dal regno di Lotario I e più tardi da quello di Lotario II; mentre, per Amburgo, apparteneva al regno franco-orientale. Perciò Nicolò I (31 maggio 864, cir. Jaffé-Ewald, Regesta Pontificum, n. 2759) divideva Brema da Colonia, e decretava la riunione delle due diocesi di Brema e Amburgo. Dall'848, Brema fu perciò la sede dell'arcivescovato e della missione del Nord. Dopo lunga interruzione, A. ristabilì personalmente la missione in Svezia, dove operò il sacerdote Erimberto, nipote di Gausbert; presso i Danesi furono fatti grandi progressi, avendo il re Haarik rinunciato alla lotta contro il cristianesimo; nello Schleswig venne fondata una chiesa. L'impresa fu di nuovo in pericolo dopo la morte di Haarik (854); ma il figlio di lui che portava il suo stesso nome, cessò ben presto ogni opposizione, i sacerdoti cacciati ritornarono nello Schleswig, e una seconda chiesa venne fondata a Ribe. Tuttavia i successi di A. al quale un tempo si attribuiva, con esagerazione, un'importanza fondamentale per l'evangelizzazione dei paesi nordici, sono piuttosto modesti: uomo pieno d'abnegazione e di zelo, egli fallì soprattutto per effetto della situazione politica e dello scarso appoggio avuto dalla Germania. Il suo allievo preferito, suo biografo e successore, Rimberto di Fiandra (865-888), continuò, ma non portò molto innanzi l'opera di lui; d'altronde la grande vittoria dei Normanni sui Sassoni (2 febbraio 880) annientò quest'opera per molto tempo.
A., secondo Adamo di Brema (I, c. 33), avrebbe scritto la vita del primo vescovo di Brema, Willehad (787-89), benemerito per la conversione dei Sassoni; ma essa è più antica, e A. vi ha aggiunto soltanto i Miracula (Mon. Germ. hist., Script., II), di cui si dichiara autore. Inoltre abbiamo di lui i Pigmenta, che sono brevi preghiere.
Fonti principali: La Vita Anscarii, scritta da Rimberto per Corbie (ed. Dahlmann, Mon. Germ. hist., S., II, e Waitz, 1884, negli Script. rerum Germanicarum); inoltre Adamo di Brema (v.) e i documenti. Non è qui il caso di trattare delle falsificazioni di Amburgo-Brema.
Bibl.: A. Hauck, Kirchengeschichte Deutschlands, II, 3ª e 4ª ed., Lipsia 1912; G. Dehio, Geschichte des Erzbistums Hamburg-Bremen, I, Berlino 1876; Koppmann, in Allgemeine Deutsche Biographie, V, pp. 480-483, Lipsia 1875; C. Berlage, in Wetzer und Welte, Kirchenlexikon, II, 2ª ed., Friburgo in B. 1882, pp. 902-906; Michelsen-Hauck, in Herzog-Hauck, Realencycklopädie für protestantische Theologie und Kirche, I, 3ª ed., Lipsia 1896.
Sulla Vita Anscarii: Wattenbach, Deutschlands Geschichtsquellen im Mittelalter, I, 7ª ed., 1904; Manitius, Geschichte der lateinischen Literatur des Mittelalters, I, Monaco-Berlino 1911; W. M. Peitz, Untersuchungen zu Urkundenfälschungen des Mittelalters, I: Die Hamburger Fälschungen, Ergänzungshefte 2-2 zu Stimmen der Zeit, 1919 (cfr. la recensione critica di W. Levison, in Zeitschrift des Vereins für Hamburgische Geschichte, XXIII); W. Levison, Zur Würdigung von Rimberts v. A., in Schriften des Vereins für Schleswig-Holsteinische Geschichte, VIII (1925).