ANTIMO, santo
, Vescovo di Nicomedia e martire. I suoi atti (Acta Sanctorum, apr. III, p. 482 segg.) affermano che egli soffrì il martirio sotto Massimiano il 3 settembre 302, data conservata anche oggi nella liturgia greca, mentre i latini commemorano il martirio di A. il 27 aprile. All'infuori della breve notizia di Eusebio (Hist. Eccl., VIII, 66; XIII, 1; cfr. Luciano Antioch., in Chronic. Pasch., ediz. Dindorf, I, p. 516), Simeone Metafraste, nella leggenda dei santi Domna e Inda (Patrol. gr., CXVI, coll. 1073-1076), parla di γράμματα che A. avrebbe indirizzato, durante la persecuzione, dal suo rifugio ad un membro della sua comunità. Un breve trattatello Περί τῆς ἁγίας ἐκκλησίας, attribuito dai codici ad A., estratto di un più ampio trattato o lettera da A. indirizzata ad un certo Teodoro, fu pubblicato da G. Mercati di su un manoscritto della biblioteca ambrosiana (II, 257 inf.; cfr. il codice dell'Escuriale, II, 7). Lo scritto, nella migliore ipotesi, è interpolato, parlandosi in esso di eretici del sec. IV: mancano tuttavia precisi termini di confronto che permettano sia di escludere a priori, sia di accettare in pieno l'autenticità di una parte almeno di esso.
Bibl.: O. Bardenhewer, Geschichte der altkirchlichen Literatur, II, 2ª ed., Friburgo in B. 1914, p. 333 seg.; G. Mercati, Alcune note di letteratura patristica, in Rendiconti dell'Istituto Lombardo, s. 2ª, XXXI (1898); id., Note di Letteratura biblica e cristiana antica, Roma 1901 (Studi e testi, V).