BENEDETTO BISCOP, Santo
BENEDETTO BISCOP, Santo (Biscop Baducing)
Nobile inglese originario della Northumbria (ca. 628-689), protettore del monachesimo e committente di arte monastica del primo secolo di cristianizzazione dell'Inghilterra. Viaggiò a lungo in Gallia e in Italia e fu per sei volte a Roma. Divenuto monaco a Lérins, dopo aver visitato molti altri monasteri sul continente, fondò in Northumbria, su terreni donati dal re, i due monasteri gemelli di Monkwearmouth (674) e di Jarrow (681 o 682).La sua opera è stata descritta in anni immediatamente successivi alla sua morte da due scrittori, entrambi monaci nei suoi monasteri: l'anonimo autore di una vita di s. Ceolfrido, il principale discepolo di B., e Beda il Venerabile.B. parteggiò per il partito filoromano nella disputa che lo opponeva al clero irlandese legato alla tradizione di s. Colombano; essa verteva sulla data della Pasqua e la forma della tonsura. Beda testimonia quanto rigorosamente B. si fosse conformato, per le sue fondazioni, a ciò che egli considerava elemento di tradizione romana. Tra l'altro ritornò appositamente in Gallia per cercare costruttori capaci di edificare in pietra "iuxta Romanorum quem semper amabat morem" (Hist. Abbatum, 5) e vi inviò persone di sua fiducia per ingaggiare vetrai che realizzassero finestre e vasi. Da Roma riportò in Northumbria un gran numero di libri, reliquie, tessuti e una lunga serie di tavole dipinte; tra i soggetti dei dipinti figuravano la Vergine, i dodici apostoli, scene della vita di Cristo e dell'Apocalisse e parallelismi tra Antico e Nuovo Testamento; tra i libri una cosmografia e modelli per le illustrazioni del Codex Amiatinus.Nei primi decenni dopo la loro fondazione, i monasteri di B. si annoverano tra i principali centri di cultura e di produzione libraria nonché di irradiamento dell'influenza artistica mediterranea per quanto riguarda scultura, miniatura e scrittura. Essi sembrano avere in gran parte abbandonato, per lo meno in una prima fase, le tradizioni artistiche celtiche e anglosassoni di monasteri come Lindisfarne.Sia a Monkwearmouth sia a Jarrow rimangono parti di costruzioni in pietra risalenti all'epoca della fondazione; recenti scavi hanno inoltre riportato alla luce fondazioni di ulteriori edifici, così come resti di decorazioni a stucco e di vetrate monocrome e colorate.
Bibl.: Fonti. - Historia Abbatum auctore anonymo, in Venerabilis Baedae Opera Historica, a cura di C. Plummer, Oxford 1896, I, pp. 388-404; II, pp. 371-377; Historia Abbatum auctore Baeda, ivi, I, pp. 364-387; II, pp. 355-370; Homelia I, 13 (S. Benedicti Biscopi), in Baedae Venerabilis Opera, III-IV, in Corpus Christianorum Lat., CXXII, 1955, pp. 88-94.Letteratura critica. - R.L.S. Bruce-Mitford, The Art of the Codex Amiatinus, JBAA, s. III, 32, 1969, pp. 1-25; R. Cramp, Excavations at the Saxon Monastic Sites of Wearmouth and Jarrow, co. Durham: an Interim Report, MArch 13, 1969, pp. 21-65; id., Monkwearmouth and Jarrow: the Archaeological Evidence, in Famulus Christi, a cura di G. Bonner, London 1976, pp. 5-18; P. Wormald, Bede and Benedict Biscop, ivi, pp. 141-169; J. Higgitt, The Dedication Inscription at Jarrow and its Context, AntiqJ 59, 1979, pp. 343-374; P. Meyvaert, Bede and the Church Paintings at Wearmouth-Jarrow, Anglo-Saxon England 8, 1979, pp. 63-77; E. Fletcher, Benedict Biscop, Jarrow 1981; M.B. Parkes, The Scriptorium of Wearmouth-Jarrow, Jarrow 1982; E. Fernie, The Architecture of the Anglo-Saxons, London 1983, pp. 48-52.