Celestino V, santo
Papa (n. 1209 o 1210-m. Fumone, Frosinone, 1296). Pietro del Morrone (così chiamato dal monte presso Sulmona dove fu a lungo eremita) fondò una congregazione di eremiti, poi detti celestini, incorporata nell’ordine benedettino dal 1264, e acquistò fama di santità. Alla morte di Niccolò IV (1292), i contrasti nel collegio cardinalizio determinarono una lunga vacanza, che fu risolta con l’elezione di Celestino (1294). Egli accettò l’elezione con esitazione, e, politicamente inesperto, subì l’influenza di Carlo II d’Angiò, che introdusse uomini di fiducia nell’amministrazione pontificia e lo indusse a favorirlo nella lotta contro gli Aragonesi per la Sicilia, nonché a nominare molti cardinali francesi. Spinto dalla sua vocazione eremitica e dal cardinale Benedetto Caetani, nel dic. 1294 abdicò davanti al collegio cardinalizio; il Caetani fu quindi eletto papa (Bonifacio VIII) e, temendo che il predecessore potesse revocare la sua abdicazione, lo pose sotto sorveglianza. C. fuggì, ma, catturato, fu segregato nel castello di Fumone, dove morì. Tra i suoi atti, la cd. Bolla del Perdono, prima forma di indulgenza che anticipa il Giubileo del 1300, per la basilica di S. Maria di Collemaggio all’Aquila, dove egli fu incoronato papa.