CONSTABILE, santo
Secondo il suo primo biografo Ugo da Venosa C. sarebbe nato poco prima del 1070 in Lucania e sarebbe stato affidato ancora bambino all'abate Leone di Cava (morto nel 1079) affinché provvedesse alla sua educazione. Una tradizione più recente, che lo vuote nato a San Giovanni di Teresino (oggi Tresino presso Agropoli), non contrasta necessariamente con l'indicazione di Ugo da Venosa, essendo allora indicata come Lucania una zona molto più vasta di oggi. Non esistono, comunque, fonti documentarie che possano avvalorare questa affermazione, né altre che confermino l'appartenenza di C. a una famiglia di nome Gentilcore come vorrebbe una tradizione cavese.
La formazione monastica di C. si svolse all'insegna delle regole severe del monastero riformato di Cava derivate da quelle di Cluny e sotto la guida dell'abate Pietro (1079-1122) che durante otto anni aveva svolto le mansioni di maestro dei novizi a Cluny stessa. C. fu ordinato prete e si distinse tra i numerosi monaci, appartenenti a famiglie della nobiltà longobarda e del patriziato cittadino della Campania e della Lucania, entrati nel monastero di Cava nell'ultimo terzo del secolo XI, non solo per la sua pietà rigorosa e lo zelo monastico, ma anche per la sua indulgenza nei confronti dei confratelli che non avevano raggiunto un uguale grado di perfezione. In tal modo egli Si conquistò presto un grande prestigio tra i monaci e fu chiamato da loro "operimentum fratrum".
Durante il lungo governo dell'abate Pietro, il quale assicurò al monastero di Cava una posizione emmente ingrandendolo enormemente ed estendendone la giurisdizione in molte zone dell'Italia meridionale grazie alle innumerevoli donazioni da parte dei principi e signori longobardi, C. diventò ben presto uno dei maggiori collaboratori dell'abate nell'amministrazione e nell'organizzazione delle vaste proprietà del monastero. È ricordato per la prima volta a fianco dell'abate nel marzo del 1103 in occasione di una permuta di terreni nelle immediate vicinanze del monastero. A partire dal 1111, poi, si moltiplicano le testimonianze di C. nei diplomi cavesi.
Già nel giugno del 1113 egli conduceva da solo le trattative con Urso Cicari relative alla consegna a Cava di sei famiglie di Cetara che il Cicari aveva ricevuto appena due anni prima dal duca Guglielmo di Puglia. A nome dell'abate, C. prese anche possesso della vicina chiesa di S. Pietro di Dragonea donata nel febbraio del 1114 al monastero da Alferio Guarna, il futuro magistercamerarius del duca Guglielmo.
Nel giugno del 1118 l'abate Pietro subì un colpo apoplettico durante la celebrazione del capitolo; il suo stato di salute si fece talmente grave che si temette la sua morte. Ma ben presto Pietro si riprese e designò come suo successore C., rinnovando, così, una prassi che era stata instaurata dall'abate Leone. C. fu ordinato abate il 17 ott. 1118 e da allora affiancò Pietro il quale continuò a qualificarsi abate fino alla morte. C., comunque, assunse, in qualità di abate designato e ordinato, tutto il peso degli affari correnti del monastero: nei documenti eglì viene indicato, accanto a Pietro, come abate di Cava.
Quando Pietro morì il 4 marzo 1122, C. gli successe a pieno titolo. Durante il suo governo, Costanza, la vedova di Boemondo di Taranto, concesse al monastero di S. Benedetto a Taranto, dipendente dall'abbazia cavese, il diritto di pesca nel Mare Piccolo. Nel febbraio del 1123il duca Guglielmo confermò a Cava tutte le donazioni del discendente dei principi longobardi Guaimario di Giffoni a Tusciano presso Pesto. Più importante fu, poi, un altro atto dello stesso duca: nel settembre del 1123egli concesse al monastero il permesso di erigere sulle proprietà cavesi presso la chiesa di S. Maria di Giulia un castello dedicato all'arcangelo Michele che doveva costituire il nucleo residenziale delle proprietà cavesi. C. dette inizio il 10 ott. 1123 alla costruzione di Castellabbate, che diverrà il centro della signoria cavese nel Cilento. Nel gennaio del 1124C. ricevette numerose altre donazioni importanti, soprattutto a favore del monastero cavese di S. Stefano di Iungarico, da parte dei signori di Rocchetta Sant'Antonio.
C. morì il 17 febbr. 1124, e fu sepolto accanto ai suoi predecessori più immediati nella cappella degli angeli davanti alla grotta di S. Alferio.
Numerosi miracoli verificatisi all'invocazione del suo nome gli procurarono presto fama di santità che rimase però limitata all'obbedienza cavese. Era considerato il patrono di tutti i marinai al servizio di Cava. Leone XIII lo proclamò santo nel 1893. È il patrono principale di Castellabbate da lui fondata.
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