GIOVANNI Nepomuceno, santo
Giovanni di Pomuk (o Nepomuk), forse figlio di Wölflin, un borghese di Nepomuk (presso Plzeň) fu notaio a Praga, ebbe (1380) la parrocchia di S. Gallo e varî canonicati; nel 1393 era vicario generale dell'arcivescovo Giovanni di Jenštejn. Il re Venceslao, deluso nel suo tentativo di trasformare l'abbazia di Kladruby (Kladrau) in un vescovado per un suo favorito, fece processare e torturare, con altri, G. che il 19 (o 20) marzo venne gettato nella Moldava. Così documenti e cronache contemporanee, tra il 1393 e il 1405: G. di Nepomuk è considerato un martire della libertà ecclesiastica. Ma nella seconda metà del sec. XV si parla d'un G., confessore della regina, messo a morte per non aver rivelato al re il nome dell'amante della regina, da G. appreso in confessione. Il G. di Nepomuk martire del sigillo sacramentale fu dal cronista Venceslao Hájek z Libočan (Kronika česká, Praga 1541), distinto dal primo: secondo lui, sarebbe morto allo stesso modo, ma il 16 maggio 1383. Scrittori più recenti aggiungono altri particolari.
La venerazione per il martire della confessione fu diffusa in Boemia durante la Controriforma. Nel 1675 il capitolo del duomo di Praga iniziò le pratiche per il processo di beatificazione, concluso solo nel 1721, e seguito nel 1729 dalla canonizzazione. Più tardi, la scoperta di documenti quali l'accusa contro Venceslao presentata a Roma dallo Jenštein nel 1393, fece dubitare dell'esistenza del secondo G., tuttavia ancora difesa da alcuni scrittori cattolici.
Bibl.: Atanasio da S. Giuseppe, Dissertatio... de J. de Pomuk, Praga 1777; J. P. Kirsch, in The Catholic Encyclopaedia, VIII (1910), p. 467 seg.; F. M. Bartoš, Jan Nepomucký svétec temna ("G. N., il santo delle tenebre"), Praga 1921; F. Stejskal, Sv. J. N. ("San G. N."), ivi 1923.