Lino, santo
Primo successore di Pietro già nelle più antiche liste episcopali di Roma. Ireneo di Lione afferma che L. ricevette la dignità episcopale da Pietro e da Paolo, e lo identifica con l'omonimo personaggio citato in 2 Timoteo 4, 21, dove si trasmettono i suoi saluti insieme a quelli di Eubulo, Pudente, Claudia e degli altri fratelli. Eusebio di Cesarea ribadisce tale identificazione (Historia ecclesiastica III, 2; 4, 8) e afferma ripetutamente che L. fu il primo successore di Pietro (ibid. III, 2; 4, 8; 21), specificando che L. morì nel 79, dopo aver esercitato il ministero episcopale a Roma per dodici anni, a partire dal 68 (ibid. III, 13), mentre nel Chronicon attribuisce al suo ministero episcopale la durata di undici anni. Il Catalogo Liberiano attesta per il suo episcopato la durata di dodici anni, quattro mesi e dodici giorni dal 56 al 67. Il Liber pontificalis (nr. 2) parla di undici anni, tre mesi e dodici giorni, e aggiunge che L. sarebbe stato di nazionalità italica, proveniente dalla Tuscia, figlio di Ercolano, e che sarebbe morto martire; per ordine di Pietro avrebbe stabilito che le donne entrassero in chiesa a capo velato (cfr. 1 Corinzi 11, 1-15). Avrebbe proceduto a due ordinazioni per un totale di quindici vescovi e diciotto presbiteri e sarebbe stato sepolto presso s. Pietro, nel cimitero vaticano, alla data del 23 settembre.
I particolari riferiti dal Liber pontificalis sono difficilmente verificabili. La datazione che esso propone, anticipando l'inizio dell'episcopato di L. al 56, quando Pietro era ancora in vita, sembra doversi porre in relazione alla tradizione secondo cui il primo successore di Pietro sarebbe stato Clemente. L'espressione utilizzata nel Liber pontificalis a proposito dell'obbligo imposto alle donne di entrare in chiesa a capo velato - "ex praecepto beati Petri constituit" - rifletterebbe il tentativo di conciliare la tradizione che voleva Clemente diretto successore di Pietro, con quella che faceva di L. e Cleto i predecessori di Clemente: L. e Cleto sarebbero stati una sorta di coadiutori di Pietro, che avrebbe riservato per sé l'incarico apostolico demandando a L. e Cleto quello episcopale, secondo l'argomentazione che si legge nel prologo di Rufino di Aquileia alla sua traduzione delle Recognitiones pseudoclementine. Questa ipotesi, variamente ripresa dagli storiografi successivi, sarà contrapposta dai Centuriatori di Magdeburgo - con intenti polemici sulla disciplina cattolica dell'episcopato - alla testimonianza di Eusebio di Cesarea. Ma l'ipotesi di Rufino è puramente congetturale. È indipendente da Ireneo, ma priva di fondamento storico nonostante sia stata recentemente ripresa da E. Elorduy, l'affermazione posta in bocca a Pietro in Constitutiones apostolorum VII, 46, secondo cui L., ordinato da Paolo, sarebbe stato figlio di Claudia, come quella secondo cui L. sarebbe morto prima di Pietro, il quale avrebbe ordinato al suo posto Clemente. Claudia è il personaggio ricordato insieme a Eubulo, Pudente e L. in 2 Timoteo 4, 21. La tradizione che ne faceva la madre di L., pur isolata, si ampliò facendo del Pudente menzionato nello stesso passo lo sposo di Claudia e identificandolo con Aulo Pudente, amico di Marziale, che effettivamente avrebbe preso in moglie una Claudia, forse di origine britannica (Marziale, Epigrammata IV, 13; XI, 53) e che si pretendeva imparentata con il re Caractacus: una tradizione ecclesiastica inglese, ancora discussa nel sec. XIX, pretendeva di identificare L. con un Llin figlio di Caractacus noto alle tradizioni agiografiche dell'isola. Quanto alla sepoltura di L., nel corso di scavi condotti nel sec. XVII nella basilica vaticana presso la confessione di s. Pietro si trovò su un sarcofago l'epigrafe LINUS. Si pensò allora che si trattasse della sepoltura del primo successore di Pietro, come del resto sembra che avessero inteso o creduto i pellegrini altomedievali che già nel sec. IX ottennero reliquie da portare in patria: ma non è chiaro se l'iscrizione fosse completa o se la forma LINUS sia da interpretarsi come la seconda parte di un nome.
Come molti papi anteriori a Silvestro I, L. è considerato martire nel Liber pontificalis, nel quale la sua depositio è registrata al 23 settembre. Non si hanno però testimonianze di un culto di L. nei primi secoli: il suo nome figura nel Martyrologium Hieronymianum alla data del 23 dicembre in una lista di vescovi di Roma. Il nome di L. insieme a quello di Cleto nel Communicantes del canone romano della messa, rispetto a quello del canone ambrosiano in cui mancano, si spiega forse come il tentativo di attestare la successione apostolica a Roma da Pietro fino a Clemente. Poiché il Communicantes contiene un elenco di santi apostoli e martiri, è evidente che esso annovera L. tra questi ultimi, come del resto afferma il Liber pontificalis. Tuttavia tale titolo non poggia su alcuna tradizione agiografica. La commemorazione di L., fissata a partire dal Martyrologium di Floro al 26 novembre, nei sinassari greci è attestata il 4 o 5 novembre, insieme a Patroba, Erma, Gaio e Filologo, tutti considerati del gruppo dei "settanta discepoli e apostoli" di Gesù. Il Martyrologium Romanum pone la sua commemorazione al 23 settembre, riprendendo la data della sepoltura attestata dal Liber pontificalis, ma proprio per l'incertezza di questa notizia, come di quella che fa di L. un martire, il nome di L. è stato espunto dal Calendarium Romanum promulgato nel 1969.
Nel sec. X a L. fu dedicata in Milano una cappella nella ecclesia apostolorum dal vescovo Arderico, probabilmente in relazione con tradizioni agiografiche variamente attestate secondo cui L. avrebbe battezzato santi locali quali Nazario o Protasio.
La notizia dell'origine toscana di L. ha portato allo sviluppo di una tradizione locale, forse di origine medievale ma sicuramente attestata per la prima volta da Raffaele Maffei, secondo cui L. sarebbe nato a Volterra dalla famiglia dei Mauri. Per opera dello stesso Maffei, nel 1513 fu edificata nella città toscana la chiesa dedicata a s. Lino con l'annesso convento di suore francescane, e nel 1519 fu approvato l'ufficio proprio di s. Lino nelle cui letture fu inglobata la tradizione dell'origine volterrana del santo.
A L. sono attribuiti indebitamente dalla tradizione manoscritta un Martyrium beati Petri e un Martyrium beati Pauli, entrambi in latino. Il primo, sebbene l'editore R.A. Lipsius lo ritenesse la forma più antica di quella parte degli Acta Petri nota come Martyrium Petri, in greco, ne è di fatto un rifacimento, e risalirebbe al IV-V secolo se non, come è stato proposto più di recente da G.N. Verrando con validi argomenti, al V-VI secolo. Il Martyrium Pauli è una parafrasi degli Acta Pauli, che oggi non si pensa necessariamente da ascriversi allo stesso autore del predetto Martyrium Petri, e si suole datare al IV-V secolo.
fonti e bibliografia
Ireneo di Lione, Adversus haereses III, 3, 3, a cura di A. Rousseau-L. Doutreleau, Paris 1974 (Sources Chrétiennes, 211), pp. 36-8.
Eusebio di Cesarea, Historia ecclesiastica III, 2; 4, 8; 13; 21; V, 6, 1, a cura di E. Schwartz, Leipzig 1903 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, II,1), pp. 188, 194, 228, 236, 438.
Id., Chronicon, ad aa. 68, 80, a cura di R. Helm, Berlin 1956 ( Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, VII), pp. 187, 189.
Le Liber pontificalis, a cura di L. Duchesne, I, Paris 1886, pp. LXXXIX-XCI, CII, 121.
Catalogo Liberiano, ibid., pp. 2-3.
Constitutiones apostolorum VII, 46, a cura di M. Metzger, ivi 1986 (Sources Chrétiennes, 329), pp. 108-09.
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Synaxarium Ecclesiae Constantinopolitanae [...], a cura di H. Delehaye, in Propylaeum ad Acta Sanctorum Novembris, a cura di C. de Smedt et al., Bruxellis 1902, coll. 194 (4 novembre), 196 (5 novembre).
Martyrologium Romanum [...] scholiis historicis instructum, in Propylaeum ad Acta Sanctorum Decembris, ivi 1940, col. 412 (23 settembre).
Calendarium Romanum ex decreto sacrosancti oecumenici concilii Vaticani II instauratum auctoritate Pauli PP. VI promulgatum, In Civitate Vaticana 1969, p. 140.
Opere attribuite a L.:
Martyrium beati Petri apostoli a Lino episcopo conscriptum (Bibliotheca Hagiographica Latina [...], II, Bruxellis 1900-01, nr. 6655.
Clavis Apocryphorum Novi Testamenti, Turnhout 1992, nr. 191), in Acta apostolorum Apocrypha, I, a cura di R.A. Lipsius-M. Bonnet, Lipsiae 1891, pp. 1-22.
V. anche l'edizione a cura di A.M. Salonius, Helsingfors 1926.
Trad. it. in M. Erbetta, Gli apocrifi del nuovo Testamento, II, Atti e leggende, Torino 1966, pp. 169-77.
Martyrium beati Pauli apostoli a Lino conscriptum (Bibliotheca Hagiographica Latina [...], II, nr. 6570.
Clavis Apocryphorum Novi Testamenti, nr. 212), in Acta apostolorum Apocrypha, I, pp. 23-44 (trad. it. in M. Erbetta, pp. 289-96).
Fonti agiografiche:
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Studi:
Commentariorum Urbanorum Raphaelis Volaterrani octo et triginta libri, Romae 1506, c. CCCII.
Ecclesiastica Historia [...] per aliquot studiosos et pios viros in urbe Magdeburgica, Centuria I, Liber II, Caput X, Basileae 1562, coll. 626-27.
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[L.-S.]Lenain de Tillemont, Mémoires pour servir à l'histoire ecclésiastique des six premiers siècles, t. II, Venise 1732, pp. 151-54, 545-55.
Acta Sanctorum [...], Septembris, V, Antverpiae 1757, pp. 535-45.
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