PACIANO (Pacianus), santo
Vescovo di Barcellona nella seconda metà del sec. IV, morto in tarda età sotto Teodosio, secondo la notizia di S. Girolamo nel De viris inlustribus, dedicato a Nummio (non: Nummo) Emiliano Destro (v. ambrosiastro, II, p. 807), figlio di P.: dunque tra il 379 e il 392, data dello scritto geronimiano.
Scrisse un'opera, ora perduta, Cervus o Cervulus, in cui combatteva gli spassi profani in occasione del Capodanno. Grande importanza per la storia della dottrina e della prassi penitenziale hanno invece i suoi tre scritti Contra Novatianos, lettere-trattati polemici contro un tal Sympronianus. Un quarto scritto, in cui P. prometteva non più di rispondere a obiezioni ma di esporre in maniera positiva la dottrina cattolica, non ci è pervenuto. Abbiamo invece due sermoni, Paraenesis sive exhortatorius libellus ad paenitentiam e De baptismo, i quali ci mostrano anch'essi l'educazione retorica che P. aveva ricevuto.
Se in questi scritti P. si rivela teologo spesso acuto e dalle idee chiare, molto più confuse appaiono le sue concezioni cristologiche in quel trattatello De similitudine carnis peccati, che i codici parigino e monacense attribuiscono a un Iohannes episcopus, e gli adozionisti spagnoli Elipando di Toledo e Felice di Urgel, citandolo, addirittura a S. Girolamo; ma che il benedettino G. Morin ha rivendicato a P., senza suscitare discussioni. Scritta contro i manichei e i docetisti in genere, l'opera sottolinea bensì la realtà dell'incarnazione, ma è molto imprecisa nel definire i rapporti fra la natura umana e la divina in Gesù Cristo.
Bibl. e Ediz.: Per le opere di P., v. Patrologia Latina, XIII, coll. 1051 segg.; ed. di Ph.-P. Peyrot, Zwolle 1896; G. Morin, Études, textes, découvertes, I, Maredsous-Parigi 1913, p. 107 segg. Su P.: J. van der Vliet, in Mnemosyne, n. s., XXIII (1895); C. Weyman, in Berlin. philol. Wochenschrift, 1896, coll. 1057 e 1104; A. Gruber, Studien zu P. von B., Monaco 1901; R. Kauer, Studien zu P., Vienna 1902. V. anche: penitenza.