Paolino d'Aquileia, santo
Nato verso il 750 (ma circa la sua origine, come circa altre circostanze e vicende della prima parte della sua vita, non si hanno notizie sicure), fu in relazione con i dotti riuniti intorno ad Alcuino nell'ambiente carolingio e, guadagnatisi la stima e il favore di Carlo Magno, fu nominato patriarca di Aquileia intorno al 787. In quest'ufficio si adoperò attivamente in difesa dell'ortodossia e per l'evangelizzazione dell'Europa orientale. Morì a Cividale nell'802.
Fra i suoi scritti in prosa e in versi (notevoli questi ultimi anche sotto l'aspetto metrico, che documenta largamente fenomeni caratteristici della versificazione latina medievale), si ricordano il Libellus catholicae fidei composto per ordine di Carlo contro l'eresia adozionista di Felice di Urgel e, sullo stesso argomento, il breve carme in esametri Regula fidei. Ad alcuni passi della Regula fidei (che nella seconda parte tratta le pene dei reprobi e la gloria dei beati) si sono voluti accostare luoghi danteschi: ma è probabile che qualche generica consonanza debba attribuirsi alla lontana affinità dei temi più che a derivazione diretta.
Le opere di P. d'A. in Patrol. Lat., XCIX e in Poetae Latini Aevi Carolini, a c. di L.E. Duemmler, I, Berlino 1881.
Bibl. - C. Giannoni, Paulinus II, Patriarch von Aquileja, Vienna 1896; V. Capetti, La ‛ Regula fidei ' di S. P. d'A. e le sue descrizioni dell'Oltretomba. Perugia 1905 (cfr. " Bull. " XV [1908] 284-286); M. Manitius, Geschichte der lateinischen Literatur des Mittelalters, I, Monaco 1959, 368 ss.