Pier Damiani, santo
Monaco, cardinale, dottore della Chiesa (Ravenna 1007-Faenza 1072). Dopo aver studiato arti liberali, nel 1035 si ritirò nell’eremo camaldolese di Fonte Avellana. Divenutone priore nel 1043, approvò l’intervento di Enrico III a Sutri contro il papato simoniaco entrando di fatto nella cerchia del gruppo riformatore della Chiesa che avrebbe avuto in Ildebrando la sua punta più avanzata. Cardinale vescovo di Ostia sotto Stefano IX (1057), appoggiò l’elezione di Niccolò II (1059) contro Benedetto X. Contrario a ogni radicalismo nel movimento per la riforma della Chiesa, fu inviato a Milano insieme con Anselmo da Baggio (futuro Alessandro II), per tentare una mediazione tra l’arcivescovo Guido da Velate e i patarini di Arialdo. Il successo della missione fu di breve durata; più positivo fu l’intervento deciso a fianco di Alessandro II contro l’antipapa Onorio II, perché riuscì a sottrargli l’appoggio del giovane re Enrico IV. Fautore, nonostante la crisi sempre più convulsa dei rapporti tra i due poteri, di una collaborazione stretta tra papato e impero; sospettoso verso le nuove forme cenobitiche vallombrosane, propugnò una presenza attiva del monaco nelle cose del mondo; diffidente di fronte alle proteste di correnti religiose popolari (nel 1063 a Firenze assolse dall’accusa di simonia il vescovo Pietro), alternò gli ultimi anni della sua vita tra il ritiro eremitico e le missioni compiute a favore della Chiesa (nel 1063 a Cluny, per difendere la congregazione; nel 1069 a Magonza per dissuadere Enrico IV dal ripudiare la moglie Berta; nel 1072 a Ravenna per definire la questione dell’interdetto scagliato da Roma contro l’arcidiocesi). Di ritorno dalla missione ravennate, morì nel monastero di S. Maria degli Angeli a Faenza. Fu proclamato dottore della Chiesa da Leone XII (1828). È autore di una nutrita produzione teologica, canonistica e monastica.