PIETRO Canisio, santo
Nacque l'8 maggio 1521 a Nimega, città principale della Gheldria, appartenente allora all'impero germanico, di nobili e agiati genitori. La prima istituzione umanistica l'ebbe in patria; ma ancora adolescente fu nel 1535 inviato a Colonia nella cui università attese continuamente agli studî della retorica, della filosofia e dell'uno e dell'altro diritto, sino a laurearsi nel 1540 magister artium, o dottore in filosofia. Durante il tempo del suo soggiorno a Colonia il C. subì l'influenza del pio sacerdote brabantino Nicola van Esche e subito appresso quella del noto compagno del Loiola, il b. Pietro Fabro; poiché recatosi da lui a Magonza nel 1543 e ricevutine gli esercizî spirituali, volle seguirlo entrando nella Compagnia di Gesù, tre anni innanzi approvata, ed essendo così il primo dei gesuiti tedeschi. Affittata in Colonia una piccola casa, v'installò in segreto il Fabro e 10 altri compagni costituendovi la prima comunità di gesuiti in Germania. Era il principio di quell'azione combattiva ch'egli condurrà poi per tutta la vita. In sull'inizio la fortuna non gli arrise troppo: avrebbe dovuto anzi esulare da Colonia, se l'università non fosse intervenuta e non avesse ottenuto, che, separatamente, egli e i compagni vi si potessero trattenere ancora. Più tardi, l'attiva predicazione e l'opera svolta lo fecero venire in una certa fama: tanto che fu inviato al campo imperiale, nel 1547, per trattare, insieme con altri, con le autorità dell'impero la questione dell'apostata vescovo di Colonia Ermanno di Wied.
Da questo punto comincia la definitiva ascesa del giovane gesuita. Venuto a contatto e divenuto amico del cardinale d'Augusta, Ottone di Truchsess, personaggio allora influentissimo, comincia a entrare in linea come elemento combattivo di prim'ordine. Inviato nel 1547 stesso a Trento, poi a Bologna, al concilio, emerse accanto ai tre rappresentanti gesuiti, Giacomo Lainez, Alfonso Salmerón, Claudio Le Jay. Ignazio di Loiola stesso viene a conoscenza del suo valore e della sua opera, lo chiama in Roma e poi lo manda a Messina come maestro di retorica e predicatore. Però questa parentesi italiana dura poco; poiché già nel 1549 veniva inviato dallo stesso Ignazio all'università bavarese d'Ingolstadt. Di questa città e dell'università egli riuscì lentamente a fare le roccheforti della Controriforma e della restaurazione cattolica: più tardi anche il centro dell'ortodossia cattolica, di fronte a Jena, centro del luteranesimo rigido. Accanto all'attività accademica, il Canisio ebbe naturalmente una non meno forte attività riformatrice, condotta con tutti i mezzi della penna e della predicazione e con una instancabilità sorprendente. A Ingolstadt stessa egli fonda un collegio: e questo sarà, imitato largamente anche altrove, uno dei mezzi più pratici della sua propaganda. Non si ferma alla Baviera, ma affronta risolutamente altri campi, là dove, ad esempio in Boemia e nell'Austria, il cattolicesimo aveva sibito perdite gravi e occorreva quindi una combattività maggiore. A Vienna entra alla corte stessa come predicatore e consigliere, riesce a imporsi all'arciduca Massimiliano che aveva permesso l'insediamento di un predicatore luterano che fu allontanato. Prende parte alla dieta di Augusta, nel 1555, con Ferdinando imperatore (e poi, nel 1556-57, sarà presente anche alla dieta di Ratisbona, e nel 1559 alla nuova dieta di Augusta). È infine all'opera con la fondazione d'altri collegi (nel 1559 Monaco, nel 1562 Innsbruck) ed è chiamato alla suprema carica di provinciale dell'ordine per la Germania Superiore (Svevia, Baviera, Boemia, Ungheria, Alta e Bassa Austria). In tal modo egli aveva la direzione suprema di quello ch'era il massimo organismo della Controriforma. Chiamato in Roma nella primavera del 1565, fu dal generale S. Francesco Borgia nominato visitatore dell'ordine nella provincia renana e da Pio IV nunzio apostolico per promulgare in Germania i recenti decreti tridentini. L'anno seguente 1566 Pio V, succeduto a Pio IV, lo dava compagno al cardinale Commendone da lui inviato come suo legato alla dieta di Augusta. A tutta questa operosità di missionario e, in parte, di diplomatico, aggiunse anche, frutto del suo ingegno e dei suoi studî, uno dei più potenti istrumenti d'istruzione, di educazione e di propaganda cattolica, ossia la famosa Summa del 1555 (diffusa in Austria sotto il nome di Cathechismus Ferdinandi), la cui eccezionale importanza è rilevata dalle numerose edizioni che se ne fecero in poco più di un secolo, le quali sommano a parecchie centinaia.
Dopo i suoi 40 primi anni di età si può delineare nella sua vita un terzo periodo, quando cioè egli prende parte alle polemiche letterario-religiose e soprattutto, anche su desiderio di S. Pio V, si induce a scendere in campo contro Flacio e contro i Centuriatori. Contro costoro scrisse due libri e ne avrebbe scritti altri ancora se non ne fosse stato sconsigliato per diversi rispetti d'opportunità: in quella vece egli continuò l'opera di diffusione delle organizzazioni dell'ordine. Un quarto periodo nella sua vita, può essere rilevato dal momento in cui, deposto il provincialato, continua imperterrito nell'opera di diffusione della sua istituzione. Ancora nel 1580 possiamo ricordare la fondazione di un altro collegio a Friburgo nella Svizzera. Gli ultimi anni furono da lui passati nella predicazione: il 21 dicembre 1597 si spegneva nel collegio da lui fondato in Friburgo.
Subito dopo la sua morte corsero voci di miracoli: ma solo nel secolo seguente incominciarono le ricerche (dei vescovi di Frisinga, Friburgo e Dillingen dal 1625 al 1690) per la sua beatificazione. A Roma le pratiche incominciarono nel 1734; furono riprese sotto Gregorio XVI; il 17 aprile 1864 Pio IX approvò quattro dei miracoli attribuiti all'antico gesuita. Il 20 novembre 1869 si ebbe in S. Pietro la solenne beatificazione. Fu canonizzato e dichiarato dottore della Chiesa il 14 maggio 1925.
Le opere più importanti del C., quelle per cui egli esercitò una grande influenza spirituale e morale sul suo tempo, sono, oltre alla Summa doctrinae christianae... in usum Christianae preritiae (Vienna 1555, ma l'ed. definitiva è quella di Colonia del 1556), il Parvus Catechismus Catholicorum (Colonia 1558, ed. critica di F. Streicher; Monaco 1933, apparso pure in veste tedesca, Dillingen 1560), ch'è un compendio della Summa e che godette di larghissimo favore; inoltre la confutazione dei Centuriatori di Magdeburgo, che, incompiuta, consta di due parti (Commentariorum de Verbi Dei liber primus: in quo de Sanctissimi Praecursoris Domini Joannis Baptistae Historia evangelica pertractatur, Dillingen 1571; De Maria Virgine... libri quinque, Ingolstadt 1577) unite poi in un'opera sola in due volumi Commentariorum de Verbis corruptelis (1583).
Tra le altre opere del C. ricordiamo le Lectiones et Predicationes Ecclesiasticae (Ingolstadt 1556); i Principia Grammatices (ivi 1556); le Institutiones et Exercitamenta christianae pietatis (Anversa 1566); Notae in Evangelicas lectiones (Friburgo 1591); l'Enchiridion pietatis quo ad precandum Deum instruitur princeps catholicus, dedicato al futuro imperatore Ferdinando II, ma pubbl. solo nel 1751 (s. a.); e una quantità di altri scritti, in latino e in tedesco, di caarattere soprattutto ascetico educativo.
Importanti sono poi le Epistulae et Acta P. C., a cura di O. Braunsberger (voll. 8, Friburgo in B. 1891-1923).
Bibl.: Fondamentali: O. Braunsberg, P. C., 3ª ed., Friburgo in B. 1921; J. Metzler, Der Heilige P. C. Deutschlands zweiter Apostel. Ein Charakterbild, M. Gladbach 1925; Raderus, De vita P. Canisii, Monaco 1614; F. Sacchini, De vita et rebus gestis P. P. Canisii Commentarii, Ingolstadt 1616; G. Boero, Vita del Beato P. C., Roma 1864; F. Riess, Der seilige Petrus Canisius, Friburgo 1865; E. Seguin, Vie du bienheureux P. C., Parigi 1864; A. Baumgartner, in Wetzer u. Welte's Kirchenlexikon, II, coll. 1796-1803; Drew, Der seilige P. C., der erste deutsche Jesuit, Halle 1892; G. Krüger, P. C. in Geschichte und Legende, Giessen 1898; Gauthier, Étude sur la correspondance de P. C., Ginevra 1905; Duhr, Geschichte der Jesuiten in den Ländern der deutschen Zunge, Friburgo 1907; J. H. M. Tesser, P. C. als humanistisch geleerde, Amsterdam 1932.