ROMUALDO, santo
Ravennate, figlio del duca Sergio, morto il 19 giugno 1027 in età di 120 anni, dei quali, secondo l'attestazione di S. Pier Damiani, ne avrebbe passati 20 nel secolo, 3 in monastero e 97 nella vita eremitica. Quindi sarebbe nato nel 906-7. Ventenne entrò monaco tra i benedettini di S. Apollinare in Classe; indi visse vita eremitica con Marino, nel Veneto (930-978), non senza però occuparsi della riforma dei proprî confratelli e degli ecclesiastici del suo tempo, col perseguitare la simonia e gli altri vizî che allora serpeggiavanó un po' dappertutto. S. Romualdo presenta un carattere tutto singolare: sembra che non potesse avere domicilio fisso. Circa tre anni si fermò a Cussano, a Verghereto, al Peréo, a Parenzo, a Valdicastro, a Sitria, ma negli altri luoghi difficilmente dimorò un anno. E le sue peregrinazioni furono lunghe e continue. Da Venezia andò in Francia, dalla Francia passò in Romagna, dalla Romagna nell'Umbria per poi ritornare a Ravenna. Da Ravenna si portò a Montecassino, da cui discese a Roma, a Tivoli, a Ravenna. Di qui passò nell'Istria. Dall'Istria ritornò in Romagna, e di qui nel ducato di Camerino, donde si recò in Orvieto, per poi tornare nel Camerinese. Partì per l'Ungheria, vecchio di 102 anni; arrestato da malattia nella Carinzia, ritornò nell'Umbria, si recò in Toscana, riprese la via dell'Istria, e finalmente andò a morire in una cella solitaria presso il monastero di Valdicastro, nei dintorni di Fabriano.
In tutte queste peregrinazioni il santo, interpretando a tutto rigore di termini lo spirito della regola di S. Benedetto, procurò di instaurare in seno ai monasteri benedettini la vita anacoretica. Nel 1012 egli fondò sulle montagne casentinesi l'eremo di Camaldoli, quasi ultimo delle sue fondazioni, che poi fu riguardato come capo e origine dell'istituzione da lui vagheggiata, e diede il nome all'ordine benedettino camaldolese e conserva viva la fama di lui come fondatore dell'istituto eremitico in Occidente.
San Romualdo poco o nulla scrisse. Secondo l'attestazione di S. Pier Damiani, egli, prima di morire, avrebbe scritto un'esposizione dei salmi e di alcuni canti profetici; un fragmentum expositionis Psalmi LXVIII, attribuito a lui, fu pubblicato dal Migne (Patr. Lat., CXL, coll. 1125-1128).
Bibl.: Acta Sanctorum, Febbraio, II; cfr. P. Damiani, Vita B. Romualdi eremitae et eremiticae vitae institutoris, Firenze 1513; B. Collina, Vita di San Romualdo, Bologna 1748; P. Lugano, La Congregazione Camaldolese degli eremiti di Montecorona, Roma 1908; W. Franke, Quellen und Chronologie zur Geschichte Romualds, Halle 1910; id., Romuald von Camaldoli und seine Reformtätigkeit zur Zeit Ottos III., Berlino 1913; P. Ciampelli, Vita di San Romualdo abate, fondatore dei Camaldolesi, Ravenna 1927; A. Pagnani, Vita di San Romualdo, Fabriano 1927.