SINODO, SANTO
. Il santo sinodo dirigente, creato da Pietro il Grande, fu, dal 1721 al 1917, la più alta autorità burocratica e amministrativa della chiesa russa; attraverso di esso Pietro il Grande assicurò la dipendenza della Chiesa dallo Stato, l'unità tra autorità ecclesiastica e statale, tentando di evitare che nell'avvenire lo zarismo vedesse sorgere un rivale della potenza dello stato nella persona di un patriarca, come era avvenuto nel periodo del patriarcato russo (1589-1700).
Primo presidente del sinodo (detto prima "sacro collegio"), specie di ministero degli affari del culto, il cui compito fu fissato da un regolamento, fu Stefan Javorskij; Feodosij Janovskij e Prokopovič ne furono i vicepresidenti. Il sinodo comprendeva 10-12 membri, nominati dallo zar (i metropoliti di Kiev, Mosca e Pietroburgo, l'esarca di Georgia, vescovi e alti prelati). L'imperatore, capo supremo della chiesa russa, era rappresentato dal procuratore superiore (laico). Nessuno dei procuratori superiori seppe conquistarsi una posizione più influente negli affari della chiesa e nella politica interna di K. P. Pobedonoscev (v.), precettore di Alessandro III e di Nicola II. All'istituzione del sinodo seguì la trasformazione della chiesa russa da metropolitana in episcopale; la secolarizzazione dei beni delle chiese e dei conventi coronò nel 1764 la sua statalizzazione. L'intolleranza religiosa in Russia nei secoli XVIII e XIX (verso il Raskol, le sette della chiesa russa e verso le altre confessioni), l'esercizio della censura religiosa, il tipo della propaganda religiosa e lo spirito degli istituti d'istruzione sottoposti al sinodo (scuole chiesastiche, seminarî, le accademie religiose di Pietroburgo, Mosca, Kiev e Kazań) provenivano e rispondevano al carattere della chiesa di stato russa, la cui prevalenza e il cui assolutismo erano ufficialmente riconosciuti. La proclamazione del principio della libertà di coscienza nel cosiddetto manifesto di ottobre 1905 (seguito all'editto sulla tolleranza del 30 aprile 1905) scosse l'autorità del sinodo in materia religiosa, segnando una rottura con la politica ecclesiastica del passato.
Dopo la caduta dello zarismo, un Sinodo Comitato costituente religioso, (Cerkovnoe Učreditel′noe Sobranie), costituito durante il periodo del governo provvisorio, restituì l'ordine canonico dell'autonomia della chiesa con un patriarca a capo della chiesa russa.
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