SANTO STEFANO, Trattato di
Fu imposto dalla Russia alla Turchia dopo la guerra del 1877-78 e fu firmato il 3 marzo 1878 a Santo Stefano o San Stefano, sobborgo di Costantinopoli sul Mar di Marmara, chiamato in turco YeŞilköy.
Riconobbe definitivamente l'indipendenza del Montenegro, il cui territorio veniva ad essere quasi quadruplicato, comprendendo la parte del sangiaccato di Novi-Pazar situata sulla riva sinistra della Lim e un tratto della costa adriatica con Antivari e Dulcigno. Riconobbe l'indipendenza della Serbia, che veniva considerevolmente ingrandita a sud col distretto di Nis e ad ovest con i territorî di Novi-Pazar e di Mitrovica. Riconobbe l'indipendenza della Romania. Costituì la Bulgaria in un principato autonomo e tributario, con un principe liberamente eletto dalla popolazione e confermato dal sultano, previo assenso delle grandi potenze, un governo cristiano, una milizia nazionale e un territorio, che comprendeva tutta la Macedonia fra il Mar Nero, l'Egeo e le montagne dell'Albania, di guisa che la Turchia non avrebbe avuto più in Europa che tre tronconi: Costantinopoli con un retroterra fin oltre Adrianopoli; la Penisola Calcidica con Salonicco; l'Epiro e l'Albania congiunti alla Bosnia-Erzegovina con una stretta striscia di territorio dominata dalla Serbia e dal Montenegro. Attribuì alla Russia un'indennità di guerra di 1410 milioni di rubli; ma, invece di 1100 milioni, lo zar poteva accettare la cessione del sangiaccato di Tulcea in Dobrugia (per darlo alla Romania in cambio della Bessarabia) e di alcuni distretti in Asia Minore (Batum, Ardahan, Kars, AlaŞkert e Bayazid). Stabilì che in Bosnia-Erzegovina, a Creta, in Epiro, in Tessaglia, in Armenia, la sublime Porta dovesse introdurre riforme sotto lo stretto controllo di varie potenze europee. Il trattato di Santo Stefano significava il trionfo della Russia, che avrebbe dominato completamente la Penisola Balcanica, ma appunto per ciò determinò l'irriducibile opposizione dell'Inghilterra e dell'Austria-Ungheria, le quali provocarono nel giugno dello stesso anno la riunione del congresso di Berlino, che modificò profondamente le stipulazioni del 3 marzo (v. berlino, VI, p. 735 seg.).