VALENTINO, santo
Si ricordano con questo nome, nel Martirologio romano, al 14 febbraio, due martiri: un prete romano che sarebbe stato decapitato sulla via Flaminia, sotto l'imperatore Claudio II, nel 269 o 270; e un vescovo di Terni, consacrato da S. Feliciano di Foligno, e decapitato in Roma nel 273. Comunque stia la questione dell'identità o meno dei due martiri omonimi, è certo che il culto di S. Valentino ha in Roma tradizioni antichissime, come è provato dall'esistenza del cimitero di S. Valentino sulla via Flaminia (v. catacombe, IX, p. 398; cfr. J. P. Kirsch, Der stadtrömische christliche Festkalender im Altertum, Münster in W. 1924). Interessante è l'interpretazione folcloristica data alla festa di S. Valentino, divenuto il patrono degl'innamorati, in base alla credenza, diffusa nel Medioevo specialmente in Francia e in Inghilterra, che il 14 febbraio gli uccelli incomincino ad accoppiarsi.