sanza (senza; san)
Preposizione (e congiunzione nei pochissimi casi in cui, unitamente con ‛ che ', introduce una dipendente al congiuntivo) di non alta frequenza nell'opera dantesca, raggiungendo un cospicuo numero di occorrenze solo nella Commedia (156 volte) e nel Convivio (128 volte), mentre è rara nella Vita Nuova (12 volte) e nelle Rime (23 volte, fra cui 9 casi di ‛ senza '); inoltre nel Fiore sono da registrare altri 38 casi, e 5 nel Detto, per un totale di oltre 360 occorrenze.
Per l'alternanza ‛ sanza / senza ' il Castellani (Nuovi Testi 53-57) rileva che " il fiorentino del sec. XIII muta en protonico in an " in alcune parole, tra le quali appunto ‛ sanza ' (in fonetica sintattica), e che anzi " è lecito... supporre... che sanza sia entrato nell'uso intorno alla fine del sec. XII ".
Insieme con tali casi vanno anche esaminati alcuni esempi di ‛ san ' nel Fiore (15 volte) e nel Detto (una volta sola), in quanto tale forma non registra nel fiorentino dantesco sostanziali divergenze d'impiego da quello di ‛ sanza / senza ' (anche se le forme sono di origine e tramiti ben diversi: cfr. Rohlfs, Grammatica § 878), e si può dunque considerare a tutti gli effetti un mero allotropo (marcato come gallicismo) della forma indigena.
1. L'uso più lato della preposizione si configura come diametralmente opposto a quello di ‛ con ' (quale forma antonimica), per cui di volta in volta essa viene a esprimere l'assenza (in senso forte, ‛ segnato ', cioè di negazione e non di semplice ‛ non presenza ') di una relazione che può essere di compagnia o di unione, di modo, di mezzo, spesso anche non bene delimitabili o distinguibili nettamente tra di esse.
1.1. Appunto con impiego strutturale analogo a quello del suo antonimo ‛ con ', la preposizione viene a formare, insieme con un sostantivo, un sintagma unitario che agisce come ‛ attributivo ' o comunque ‛ modificativo ' della frase (o di un componente di essa) in cui è presente.
In tale ‛ attribuzione ', quando è prevalente l'aspetto ‛ modale ' / ‛ comitativo ', s. esprime, come valore generico, la privazione, per il termine cui si riferisce (e che si può immaginare in un certo senso come il soggetto di una proposizione del tipo di ‛ X non ha Y ', in ultima analisi equivalente a ‛ X senza Y '), di alcunché che ci si attenderebbe presente: la preposizione equivale, in questo caso, a qualcosa come " privo di " e simili.
Ecco alcuni tra gli esempi più significativi: Vn VIII 1 fue piacere del segnore de li angeli di chiamare a la sua gloria una donna... lo cui corpo io vidi giacere sanza l'anima; Rime LXXXIII 57 non però... 'n donne è sì dispento / leggiadro portamento, / che paiono animai sanza intelletto (il modulo ‛ sostantivo + sintagma modificatore ', anche se non assente dalla prosa, è di uso assai frequente in poesia: si confrontino, qui di seguito, i numerosissimi esempi dalla Commedia); Cv I III 5 Veramente io sono stato legno sanza vela e sanza governo (per analoghe coppie diadiche sinonimiche o soltanto ‛ iterative ', cfr. IV VI 13 sanza soperchio e sanza difetto; Pd XXII 88 sanz'oro e sanz'argento; e anche Rime dubbie X 6 e Cv IV VI 10); III XV 5 Essa [la Sapienza]... è candore de la etterna luce e specchio sanza macula de la maestà di Dio; IV IV 11 A costoro - cioè a li Romani - ... ho dato imperio sanza fine (" imperium sine fine dedi ", Virg. Aen. I 278); VI 11 voluptade... cioè diletto sanza dolore; IX 10 (per cui cfr. anche XXVI 6); If XIV 30 Sovra tutto 'l sabbion, d'un cader lento, / piovean di foco dilatate falde, / come di neve in alpe santa vento; XIX 83 un pastor sanza legge (Clemente V); Pg VI 77 Ahi serva Italia... / nave sanza nocchiere in gran tempesta; Pd XXII 140 Vidi la figlia di Latona incensa / sanza quell'ombra che mi fu cagione / per che già la credetti rara e densa.
Abbastanza interessante per l'ambivalenza del riferimento, Fiore XXXVII 7 ogne vivanda mangi sanza sale.
Ulteriori esempi si hanno in Rime LXXXIX 1 (sanza paura), Cv III II 18 (‛ amenti ' e ‛ dementi ', cioè sanza mente), IV VII 7 (‛ s. scorta ', come in If VIII 129 e XXI 128), XXV 1(non potemo perfetta vita avere sanza amici, da Arist. Eth. Nic. VIII 1), XXIX 1(sole sanza luce e fuoco sanza caldo, che rientrano nella categoria degli impossibilia); If I 58 (bestia sanza pace), III 23 (aere sanza stelle, da confrontare con l'aura sanza tempo tinta del v. 29), IV 28, XX 84, XXIII 1 (Taciti, soli, sanza compagnia, in cui l'accumulo delle specificazioni ha il chiaro aspetto del climax), XXVI 117 (l'esperïenza / ... del mondo sanza gente), Pg VI 107 (uom sanza cura, cioè " affetto da sconsiderata, colpevole incuranza ", Mattalia), VII 35, XVIII 138, XX 12 (fame sanza fine cupa, e cfr. anche XXXII 101), XXIII 31 (le occhiaie sembravano anella sanza gemme), XXVII 51 ('ncendio sanza metro), XXXII 123 (ossa sanza polpe), Pd XV 10 (s. termine, e cfr. Detto 232), XVI 83 (s. posa), XIX 76, XXIX 126 (moneta sanza conio), XXXIII 15 (sanz'ali, e v. anche Pg III 54); Fiore XX 6 (tutto 'n gonnella, / sanz'armadura), XXXVI 2 (consiglio / ... buon e fin, sanza fallace), LXIV 4 (s. dimora, anche da confrontare con CXXXVI 13, CLXXXV 4 e CXCVI 9), CXI 10 (vecchi o magagnati san possanza).
1.2. Un tipo particolare è dato dalla presenza di ‛ essere ' come verbo reggente: Cv I IV 9 come dice Agustino, nullo è sanza macula (per tale citazione cfr. il commento Busnelli-Vandelli; un altro caso allo stesso paragrafo, con non di litote); VII 15, II XIV 9 le cose che sono sanza materia; III VII 4 e 5, VIII 12 Lo tuo riso sia sanza cachinno, e IV V 13; If V 129 soli eravamo e sanza alcun sospetto; Pg XVII 69 Beati / pacifici, che son sanz'ira mala; Fiore XIII 8 quel valletto... è pien di larghezza / e prode e franco, sanza villania.
E ancora: Rime L 64 (s. compagnia; cfr. Rime dubbie X 6 senza soccorso e senza compagnia, e If XXIII 1); Cv II VIII 11 (sanza questa speranza... cioè d'altra vita), XIII 27 (sanza macula d'errore, e si confrontino XIV 20 e anche IV XX 3 quelli che hanno questa grazia... sono quasi come dei, sanza macula di vizio), e 30; III IX 9, XIV 12, IV XIII 11 (con un pronome personale), XV 10 (vani, cioè sanza midolla di veritade, come al § 17); If XIV 40 (s. riposo; cfr. Pg XI 124), XXVII 38 (s. guerra, che ritorna in Pg VI 82), XXX 58, Pg XVII 92 (s. amore, che va confrontato con i tre sanz'Amor equivoci di Detto 148-153; si veda anche Fiore XLI 2 sanz'amanza), XXX 91 (sanza lagrime e sospiri), XXXII 12, XXXIII 37, Pd VIII 30 (s. disiro), XIII 89 (s. pare, per cui cfr. Rime XLII 14), XIX 75 (s. peccato; un po' differente il caso di Fiore XXXVII 1), Fiore CLXV 4 e CCXXVIII 14.
In luogo di ‛ essere ' possono trovarsi altri verbi analoghi, che indicano in genere uno stato situazionale, durativo, come ‛ stare ' (Rime XC 68 star senza finita, " morte ", Contini; If XXVII 63 questa fiamma staria sanza più scosse, e Pd XI 66); ‛ trovarsi ' (If VIII 126 sanza serrame); ‛ rimanere ' (Cv IV IX 10, Pg XXIII 129); ‛ vivere ' (If III 36 l'anime triste di coloro / che visser sanza 'nfamia e sanza lodo; XXXIV 115 l'uom che nacque e visse sanza pecca, e cfr. anche IV 42 sanza speme vivemo in disio); o anche come ‛ avvenire ' (Cv II X 3, citazione da Boezio Cons. phil. II I 3); ‛ andare ' (If XXVIII 119 vidi... / un busto sanza capo andar; Pg III 54, XI 124 ‛ sanza riposo '; e ancora If XXIX 70 andavam sanza sermone, dove l'ellissi verbale nella subordinata è assai evidente, come in XXXI 9, e Pd XXI 37 s. ritorno); ‛ uscire ' (Pg XX 73), ‛ seguire ' (Pg XXXI 4), e ‛ scorrere ' (Pg V 42 schiera che scorre sanza freno).
2. Talora, invece d'indicare una privazione assoluta, l'avverbio, conformemente alle sue origini etimologiche, viene a segnare una semplice ‛ assenza ', una esclusione di qualcosa che non deve esserci (e infatti in questi casi ‛ senza X ' sembra equivalere, come aspetto più generale, a una frase come ‛ X non c'è ' ma non a ‛ Y non ha X '). In tale impiego l'avverbio (che il più delle volte ha aspetto modale/mediale) vale appunto " mancando ", " con assenza, esclusione di ", e simili.
Tra gli esempi più caratteristici si può citare Rime XCIX 12 Con lor vi restringete sanza risa; Cv I VI 10 sanza conversazione o familiaritade impossibile è a... conoscere li uomini (riferito a due termini, come in IV XI 7); III II 13 ne le cose animate mortali la ragionativa potenza sanza la sensitiva non si truova, ma la sensitiva si truova sanza questa (cfr. IV VI 17, due volte); IV XXVIII 4 sì come uno pomo maturo leggiermente e sanza violenza si dispicca dal suo ramo, così la nostra anima sanza doglia si parte dal corpo ov'ella è stata; If XXVI 18 tra le schegge e tra ' rocchi de lo scoglio / lo piè sanza la man non si spedia; Pg XXI 40 Cosa non è che sanza / ordine senta la religïone / de la montagna (in rima - unico caso - e quindi con forte enjambement); Pd XIII 116 quelli è tra li stolti bene a basso, / che sanza distinzione afferma e nega / ne l'un così come ne l'altro passo.
E inoltre: Vn II 9, XII 16 (sanza pericolo alcuno), Rime LI 10 (ragion senza veduta), LIX 5 (per cui cfr. If IX 33), CVI 89 (litotico, come in Fiore CXLVIII 12); Cv I I 14, II 3 (s. necessaria cagione), VII 6 (s. comandamento, anche ai §§ 7 e 8 - con articolo determinativo -), II XII 5 (non forse sanza), III VII 4, XI 8 (sanza amore e sanza studio non si può dire filosofo), XIV 4 (Dio... raggia la divina luce sanza mezzo, modulo che ritorna al § 6 e in Pd VII 67, 70, 142, e XXX 122), IV IV 14 (prima occorrenza), XII 9 (sanza ingiura d'alcuno), XXII 13, XXIV 12, XXVII 13; If IX 106, Pg III 94, XVII 56, XX 92 (sanza decreto, cioè " arbitrariamente ", Sapegno), Pd XIII 116 e XXXII 83 (sanza battesmo perfetto di Cristo).
2.1. Un sottotipo abbastanza interessante è costituito da un gruppo di casi in cui il termine retto dall'avverbio è un pronome personale: Vn XII 11 10 non è bon sanza lui [l'Amore] gire; Rime XC 11 sanza te è distrutto / quanto avemo in potenzia di ben fare (da rilevare la collocazione a principio di verso, in posizione ‛ forte ', per cui il valore del nesso risulta ancora più marcato, quasi un te absente latino); Cv 14, Rime dubbie XX 8 non potrei senz'ello gioia avere; Cv II V 3 quelle cose che noi sapere sanza lui non potavamo; IV XII 5 (s. loro), XIII 11, XXVIII 4; Pg III 5 i' mi ristrinsi a la fida compagna: / e come sare'io sanza lui corso?; VI 90 Che val perché ti racconciasse il freno / lustinïano, se la sella è vòta? / Sanz'esso fora la vergogna meno; XXI 99, Fiore LIII 8 sanz'essa. Si veda anche Pg XXIII 129 sanza lui rimagna.
Con impiego ‛ assoluto ' (per cui v. qui di seguito), in Vn XII 8 Queste parole... no le mandare in parte, sanza me, ove potessero essere intese da lei; Rime XCI 70; Cv III XIV 14.
Abbastanza simile è l'impiego dell'avverbio con un relativo: Cv I I 11 quello pane ch'è mestiere a così fatta vivanda, sanza lo quale... non potrebbe esser mangiata; IV 12, V 5 subiezione, conoscenza e obedienza, sanza le quali è ciascuno disordinato a ben servire (analogamente in VII 2, e si vedano ancora III II 13, XV 3 [due volte], IV XVII 8 e XXIX 1), II I 8, IV XXVIII 11; If XXIV 49 fama... / sanza la qual chi sua vita consuma, / cotal vestigio in terra di sé lascia, / qual fummo in aere e in acqua la schiuma; Pg XI 14, XXII 60 la fede, sanza qual ben far non basta.
Particolare il caso di Pg XIX 92 Spirto in cui pianger matura / quel sanza 'l quale a Dio tornar non pòssi.
3. In alcuni casi il sintagma composto della preposizione + il sostantivo pare ellittico, in quanto è sottinteso un verbo necessario alla ‛ normalizzazione ' della frase.
Qualora il valore di s. sia quello di ‛ privazione ' in genere il verbo che può pensarsi sottinteso è ‛ essere ' (o, meglio, ‛ esserci '): If XVI 126 Sempre a quel ver c'ha faccia di menzogna / de' l'uom chiuder le labbra fin ch'el puote, / però che sanza colpa fa vergogna; Pg XXVIII 69 color... / che l'alta terra sanza seme gitta (ancora al v. 117, e cfr. Pd XIII 66).
Un'ulteriore specificazione di questo tipo si ha quando il verbo della reggente sia ‛ vedere ' e simili: Rime XCV 1 I' ho veduto già senza radice / legno (abbastanza ambiguo, ma dal contesto pare più credibile la soluzione qui prospettata); CXVI 48, e Cv I XI 8 Boezio giudica la populare gloria vana, perché la vede sanza discrezione.
Il verbo mancante sembra essere ‛ avere ' in If XXVIII 114 vidi cosa ch'io avrei paura, / sanza più prova, di contarla solo (si noti l'impiego ‛ assoluto ').
Con il valore di ‛ mancanza ', ‛ assenza ', il verbo sottinteso in genere è invece ‛ fare ': Vn XXII 9 8 io vi veggio andar sanz'atto vile; Cv I IV 5 ogni cosa fanno come pargoli, sanza uso di ragione, e Pg XXIV 132; qui anche Cv IV XXX 1.
A questi casi si potrà aggiungere anche l'uso cristallizzato (in forma ‛ assoluta ') di sanz'altro, in Pg XXII 6.
4. In diversi casi il gruppo formato da ‛ s. + sostantivo ' costituendo un sintagma ‛ modificatore ' (e quindi un avverbiale), può assumere, all'interno della frase, una funzione autonoma, quasi slegata strutturalmente dagli altri componenti la frase stessa (cui risulta collegata solo attraverso un tramite abbastanza profondo sintattico-semantico), così da essere in posizione ‛ assoluta ': con s. di ‛ privazione ', Vn XII 11 6 Tu vai, ballata, sì cortesemente, / che sanza compagnia / dovresti avere in tutte parti ardire (l'unico caso: si noti, a rilevare l'autonomia del sintagma, come esso possa essere soppresso senza che la frase ne risulti profondamente alterata).
Assai più frequenti casi con s. di ‛ assenza ': Rime dubbie XXX 14 sanza soggiorno (cfr. If XXII 78 sanza dimoro, e XXVII 35 sanza indugio); Cv I IV 13 sanza dubbio (come in XI 15, IV IX 14 sanza dubbio e sospetto alcuno, XV 6, e v. Fiore I 12 san dottanza); III IX 9, XI 11 (s. altro rispetto, anche in IV VI 9 e VII 2); IV IV 1 sanza l'aiutorio di alcuno (v. inoltre V 14 e Pd XXVI 69), V 15, VI 10 onesto: ‛ quello che, sanza utilitade e sanza frutto, per sé di ragione è da laudare '; VII 2 (seconda occorrenza), XXVI 14 (quasi sanza legge alcuna), XXVII 7 (s. richesta; cfr. If XVIII 82 sanza mia dimanda); If IX 69 (s. alcun rattento), XX 93, XXI 82 (che regge una coppia sinonimica), Pg XXX 144 (s. alcuno scotto), XXXIII 51 (s. danno), Pd V 42 e 56, XVI 83 (s. posa), XXIII 24 (s. costrutto), XXIV 107, XXVII 9, XXIX 122 (s. prova), XXXII 73, Fiore II 13, VIII 7 (s. mesprigione), XCIX 13.
5. Talora la preposizione può essere preceduta da negazione, con funzione litotica (ed equivale allora a un ‛ con ' assai sfumato): Vn XXV 8 non sanza ragione alcuna, ma con ragione (assai interessante per il rafforzamento ottenuto dalla contiguità degli antonimi; ancora ‛ non s. ragione ' al § 10 e in XXVIII 3); Cv I I 8, XI 15 (non è sanza loda), III III 1 (‛ non s. cagione ', ancora in X 4, IV XV 11, If VII 10, X 90, Fiore CLXXXI 11); IV IV 11 (non sanza grandissima vertude), e 14 (con due termini; cfr. Pg VII 48), V 17, Pg III 98, XX 37 e Fiore XI 14. Qui anche Cv II XII 5 non forse sanza divino imperio.
6. In numerosi casi s., al posto di un nome, regge una forma verbale all'infinito (ovviamente non sostantivato, come invece in If XXI 82, Pg XXII 84 e Pd V 42), con la funzione di proposizione dipendente implicita. La larga presenza di tale impiego (rispetto a quello di ‛ s. + che + congiuntivo ' d'impiego estremamente limitato e fortemente caratterizzato in senso semantico-stilistico), potrebbe indurre a reputare come l'azione, almeno in taluni casi, sia spesso sentita come impersonale, e comunque quale dato di fatto (nel senso di una ‛ nominalizzazione ' dell'idea verbale, che viene vista astratta dalle condizioni di tempo e di luogo, e valida quindi in ogni caso).
Questo pare appunto il caso di Vn XXXVI 3 questo sonetto... è piano sanza dividerlo; Cv I VII 14 nulla cosa per legame musaico armonizzata si può de la sua loquela in altra transmutare, sanza rompere tutta sua dolcezza e armonia; II VIII 4 un dubbio, lo qual non è da trapassare sanza dichiarare (cfr. IV XII 11 una questione, da non trapassare sanza farla e rispondere a quella); If XXIV 93 corrëan genti nude e spaventate, / sanza sperar pertugio o elitropia; Pg II 126 li colombi... / queti, sanza mostrar l'usato orgoglio; Pd X 87 quella scala / u' sanza risalir nessun discende; Fiore CXII 14.
Altri esempi sono forniti da Rime dubbie II 2, Cv I II 11 (sanza far menzione), VI 3, III III 8, VIII 12 (" Lo tuo riso sia sanza cachinno ", cioè sanza schiamazzare come gallina); If XV 39, XVII 128, XXIII 131, XXVI 45 (sanz'esser urto; per la presenza del passivo, cfr. Vn XII 2, Pd XXVI 103 e Fiore Cv 10), XXIX 35, Pg I 110, XXIV 115, XXVI 100 (sanz'udire e dir pensoso andai), Pd XIV 123 (che equivale a un " anche se "), XXIII 84, XXIV 77 (sanz'avere altra vista: cfr. Fiore XLIII 11, LXXII 4, CLXXXVI 8); Fiore XLI 10 (dove s. compare insieme con ‛ mai ', come in LXXX 11 e XCIII 12), XLIV 11, LV 8 e 9, XCVIII 7, CIV 2, CXXXIX 1, CLVI 6, CXCVI 11, Detto 30 e 342.
Anche in sintagmi ‛ cristallizzati ' (per quanto ciò possa essere avvenuto pure in epoca posteriore): Rime XLIV 7 conven... voi laudar sanza far nomo; If XXIII 86 s. far parola; XXXIII 48 s. far motto; XXXIV 135 s. cura aver; Fiore CXXXVII 9 ‛ s. far parte ' (come in CLVI 6).
Particolarmente interessante il caso di Pg VI 135 Molti rifiutati lo comune incarco; / ma il popol tuo solicito risponde / sanza chiamare, in cui non dovrà tanto pensarsi a una forma ‛ media ' con valore passivo (" senza che sia chiamato "), ma più probabilmente a una forma totalmente impersonale (" senza che si chiami "): Si confronti al riguardo il caso di V 65 Ciascun si fida / del beneficio tuo sanza giurarlo.
6.1. In alcuni casi la proposizione implicita equivale a un'esplicita fortemente ipotetico-limitativa (" se non... "): Rime LXXXIII 72 sanza ovrar vertute / nessun pote acquistar verace loda; Cv I II 13 e VIII 4 dare a molti è impossibile sanza dare a uno... ma dare a uno si può bene, sanza dare a molti; II I 9 sanza prima venire a la litterale, che nella struttura del periodo corrisponde puntualmente a se prima non si viene al di fuori (anche al § 10); III VII 16, XV 7 con ciò sia cosa che 'l naturale desiderio sia a l'uomo di sapere... sanza compiere lo desiderio beato essere non possa; If XVIII 110, Pg XVIII 52, Pd VII 90 né ricovrar potiensi... / sanza passar per un di questi guadi; Fiore XL 11.
6.2. In impiego e ‛ assoluto ': Cv I VIII 2 sanza essere domandato lo dono, dare quello; Pg XXV 85, XXVIII 4 sanza più aspettar, lasciai la riva (anche al v. 7; per analogo modulo ‛ s. più ' si vedano anche XXX 37, Fiore XLVII 2, LXXIII 2, XCIX 2); Pd XXXI 70 Sanza risponder, li occhi sù levai; Fiore CLXVI 3 (cfr. CLXXVIII 11).
6.3. Con negazione precedente, in If VIII 79 Non sanza prima far grande aggirata.
7. Solo in pochissimi casi si presenta il nesso ‛ s. + che ' a reggere una proposizione dalla forte connotazione consecutiva (con il verbo al congiuntivo; cfr. Rohlfs, Grammatica § 790): Pg XII 48 O Roboàm, già non par che minacci / quivi 'l tuo segno; ma pien di spavento / nel porta un carro, sanza ch'altri il cacci; Fiore CXX 4 sanza ch'altro domandasse, e CXXXIX 14 sanza che 'n noi trovasse trieva o patti.