São Tomé e Príncipe
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato insulare dell'Africa occidentale. La popolazione (137.599 ab. al censimento del 2001) vive per lo più concentrata nei villaggi agricoli delle piantagioni o nei piccoli nuclei commerciali, unico centro di rilievo è la capitale São Tomé. Questo piccolo arcipelago, considerato uno dei Paesi meno sviluppati del mondo (oltre la metà della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà), basa la propria economia sull'agricoltura e, in particolare, sulle colture di piantagione (cacao, che nel 2004 ha assicurato il 91% dei redditi provenienti dalle esportazioni, caffè e copra), mentre il resto è rappresentato dalla pesca e dalle attività di trasformazione dei prodotti agricoli. Il turismo è soltanto un'attività economica marginale e il Paese non è ancora in grado di sfruttare il proprio potenziale naturale. Nel 1998 la scoperta di alcuni giacimenti di petrolio nella piattaforma continentale di S. T. e P. e della Nigeria ha acceso gli interessi internazionali su questo piccolo Paese. Nel 2000 è stato siglato un primo accordo con la Nigeria per uno sfruttamento congiunto di queste risorse. Nel 2005 il governo ha presentato il primo bilancio in cui compaiono redditi provenienti dal petrolio, di cui solo una piccola parte è destinata a progetti sociali, mentre il resto è utilizzato per rimborsare una quota dei debiti contratti con la Nigeria e gli organismi internazionali.
Storia
di Silvia Moretti
Dopo un decennio di instabilità politica, solo nel luglio 2001 l'elezione alla presidenza della Repubblica di F. de Menezes, candidato dell'ADI (Acçao Democratica Indipendente), portò al miglioramento dei rapporti tra presidenza e governo con la formazione di un governo presidenziale e l'accordo per la costituzione, dopo le elezioni del marzo 2002 (e qualunque ne fosse stato l'esito), di un governo costituito dai due principali partiti. L'area moderata si presentò unita alle consultazioni con il nome di MDFM-PCD (Movimento Democrático Força da Mudança - Partido de Convergência Democrática) conquistando 23 seggi contro i 24 del MLSTP-PSD (Movimento de Libertação de São Tomé e Príncipe - Partido Social Democrata). Nell'aprile MLSTP-PSD e MDFM-PCD formarono, secondo gli accordi, il governo. Una crisi costituzionale fu sfiorata l'anno successivo in seguito alla decisione parlamentare di rivedere il dettato costituzionale per limitare i poteri della presidenza; un accordo in extremis tra il governo e de Menezes portò all'entrata in vigore nel marzo 2003 della nuova costituzione che limitava nei fatti il raggio d'azione del presidente. Sempre nel 2003, dopo un colpo di stato militare realizzato nel mese di luglio e subito rientrato grazie all'impegno della comunità internazionale, fu formato un governo di unità nazionale guidato dal primo ministro M. das Neves de Souza. Mentre saliva nuovamente la tensione tra presidenza e governo, il cui primo ministro fu ripetutamente accusato da de Menezes di appropriazione indebita e diffamazione (2005), il Paese si preparava a nuove consultazioni legislative (marzo 2006) che videro nuovamente costituita l'alleanza elettorale tra MDFM e PCD, che si aggiudicò 23 seggi, quella tra MLSTP e PSD (20 seggi) e il buon risultato dell'ADI (11 seggi). T. Vera Cruz, segretario generale del MDFM, veniva nominato primo ministro. Nel luglio dello stesso anno de Menezes veniva rieletto nella carica di presidente.