Saper vorria da voi, nobile e saggio
Sonetto (Rime dubbie XXIV; schema abab abab; cdc dcd, con c e d assonanzate) che secondo la rubrica del codice Marciano ital. IX 191, testimone unico, è indirizzato da " Dante a Puccio di Bellundi ".
Come nel caso dei sonetti Tre pensier aggio e Già non m'agenza indirizzati a Chiaro Davanzati, resta il dubbio che autore di questo sonetto non sia D. ma Dante da Maiano; osserva però il Contini, riprendendo un rilievo del Barbi, che " se il sonetto Volgete li occhi, da codici autorevolissimi dato all'Alighieri, e che nel Marciano segue come di Puccio, era veramente dedicato a lui, non si può separare da quello la nostra tenzoncina, e nasce una fortissima presunzione di autenticità per essa e anche per i sonetti che precedono ".
D. chiede al Bellondi se sia o meno conveniente amare una donna di paraggio (v. 5); rispondendo col sonetto Così com ne l'oscuro alluma il raggio (v.), l'amico gli replica che, poiché Amore " Sol si pon dov'è 'l suo desire " e " non cura del più bel né del migliore " (vv. 11-12), non ha importanza alcuna lo stato sociale della donna.
V. anche BELLONDI, Iacopo.
Bibl. - Barbi, Studi 13; Contini, Rime 226-227; D. Da Maiano, Rime, a c. di R. Bettarini, Firenze 1969, 220-221; Barbi-Pernicone, Rime 695-697.