SAQUELLA
– Famiglia di imprenditori di Pescara attivi nel settore del caffè. L’attività ebbe origine con Clemente, nato nel 1835 a Frasso Telesino (Benevento); il padre, Giuseppe, esercitava un’attività di commercio al minuto di generi diversi: spezie, coloniali, mercerie e prodotti per la casa.
Dopo aver lavorato nella bottega di famiglia, negli anni Sessanta del XIX secolo, Clemente si trasferì con i figli Luigi, Alfonso, Raffaele e Giuliana e con il fratello Antonio nella città di Chieti dove, nel centro cittadino, aprì un’attività di «vendita al minuto di chincaglieria». Con il passare degli anni i fratelli Saquella ampliarono il loro giro d’affari puntando sul commercio all’ingrosso; nel 1892 la ditta Clemente Saquella figurava tra i maggiori grossisti sui 92 presenti in città. Nell’ampia varietà di articoli offerti (650 tipologie) le spezie e, in particolare, il caffè, erano trattate in modo marginale.
Nel 1905, contando sull’aiuto dei figli Luigi e Alfonso (Raffele era divenuto sacerdote e Giuliana suora di clausura), Clemente aprì, sempre nel centro storico, un secondo esercizio per la vendita di «salsamenteria e generi coloniali» che venne chiuso quattro anni dopo. Nel 1908 all’età di 73 anni decise di ritirarsi dal commercio e affidare la gestione della sua attività al figlio Luigi. Il 5 maggio 1912, pochi giorni prima della morte di Clemente (29 maggio), Luigi e Alfonso fondarono la società in nome collettivo Clemente Saquella e nel 1915 aprirono un nuovo magazzino in prossimità della stazione ferroviaria di Chieti Scalo, dove venne trasferita l’attività del commercio all’ingrosso, mentre quella al dettaglio rimase nel negozio cittadino. La nuova struttura permise di fronteggiare le esigenze connesse all’aumento del volume d’affari e, soprattutto, di tentare una nuova iniziativa: la produzione del caffè. Alla fine degli anni Venti i fratelli Saquella convertirono il magazzino in un impianto per la torrefazione di miscele di caffè, con l’obiettivo di vivacizzare il mercato locale, fino ad allora dominato da un prodotto composto esclusivamente dai chicchi che venivano tostati direttamente dai consumatori. Nel 1936 venne modificato l’oggetto sociale e la ditta Clemente Saquella si specializzò nella «torrefazione del caffè e vendita di coloniali».
Nel frattempo, dal matrimonio di Luigi con Maria Marinucci erano nati sei figli: Clemente, Mario, Arnaldo, Delia, Giovanni e Lina. Dopo la scelta del primogenito Clemente di dedicarsi alla carriera militare (medico in aviazione), negli anni Trenta, per far fronte all’ingente crescita del volume d’affari, Luigi fece entrare in azienda i figli Mario, Arnaldo e Giovanni, con i quali maturò l’idea di trasferire le sue attività a Pescara. Nel 1941 i Saquella chiusero il deposito di Chieti Scalo e, pur conservando il negozio al dettaglio nel centro urbano, spostarono l’impresa nelle vicinanze del porto fluviale e della stazione ferroviaria di Pescara, dove aveva sede anche la dogana cittadina. La guerra bloccò le attività dei Saquella, causando ingenti danni: le merci furono requisite dalle truppe tedesche e i locali della ditta vennero bombardati.
Nel 1945 Luigi decise di cedere l’impresa al figlio Arnaldo; con la terza generazione dei Saquella ebbe inizio l’epoca del caffè espresso. Nel dopoguerra il consumo del caffè registrò in Italia un notevole sviluppo, tanto che il Paese figurava in quarta posizione nella classifica degli importatori; sul mercato nazionale il prodotto già miscelato veniva sempre più richiesto dai consumatori rispetto al prodotto in grani ancora da tostare. Approfittando del contesto favorevole, Arnaldo provvide a ristrutturare e ampliare il magazzino pescarese, dotandolo di nuove attrezzature in grado di lavorare fino a 120 kg di prodotto grezzo in un’unica soluzione. La materia prima, proveniente dal Brasile, dal Congo, dall’Etiopia e dall’Asia, veniva torrefatta e immessa sul mercato in confezioni contenenti diversi tipi di miscele.
Nel 1948 furono prodotte le prime confezioni da 10 e 30 kg di Caffè tostato bar Saquella, destinate alla ristorazione e ai locali pubblici; seguirono le confezioni di Caffè Brasil da 100 g in cartoncino cerato, e quelle in plastica da 250 g, contenenti i «chicchi Hilar», destinate all’uso domestico.
Contemporaneamente all’attività di torrefazione, i fratelli Saquella tentarono di entrare nel comparto della conservazione e salagione del pesce azzurro: Arnaldo, Giovanni e Mario costituirono nel 1949 la società a responsabilità limitata Società adriatica pesci conservati (SAPEC) che, però, chiuse nel 1958.
Nel 1953 nella Clemente Saquella il settore del caffè copriva il 90% del fatturato e le importazioni ammontavano a circa 38.000 kg, salite a 157.000 nel 1954. Nel 1955 l’azienda lavorò 350.000 kg di caffè e ampliò la sua gamma di prodotti con l’introduzione sul mercato delle prime miscele Bar: Franca, Sud, Spazial, Extra, Ancona, Lodi, Bianca, Victor in confezioni da 5 e 10 kg.
Dal matrimonio di Arnaldo con Bianca Schiess, di origini svizzere (figlia del primo direttore dello stabilimento della Montecatini di Piano d’Orta) nacquero Luigi, Enrico, Franca e Maria Paola.
Nel 1969 le redini dell’azienda passarono ai figli maschi di Arnaldo: venne così costituita la nuova società in nome collettivo Enrico & Luigi Saquella che, nel 1971, spostò la produzione in un nuovo stabilimento dotato di una dogana privata, un passo importante per agevolare l’importazione di caffè grezzo, incrementare il fatturato e tentare l’avventura sui mercati esteri. Il primo Paese sul quale Enrico e Luigi puntarono fu il Canada, consapevoli delle buone possibilità di successo legate alla presenza di una numerosa comunità di immigrati abruzzesi; successivamente si orientarono verso il mercato britannico e quello tedesco.
Gli anni Ottanta videro il trionfo della grande distribuzione organizzata nella vendita al dettaglio, dei bar che sostituirono le tradizionali ‘case del caffè’ e dei supermercati; il consumatore preferiva sempre più il prodotto già confezionato sottovuoto. Nel 1988 i Saquella entrarono nel canale della grande distribuzione con linee di prodotto formato famiglia, come le confezioni da 250 g di caffè Fazenda gusto bar, divenuto successivamente Espresso bar gusto deciso, Espresso Napoli ed Espresso crema.
Anche sul mercato tedesco i Saquella si inserirono nel circuito della grande distribuzione nazionale rivolgendosi, però, al settore della ristorazione. Furono create apposite confezioni da 500 e 1000 g denominate Bar Italia extra crema, Bar Italia gran crema, Bar Italia gran gusto e Bar Italia 100% arabica, formati che riscontrarono il gradimento dei consumatori tedeschi. Nel 1997 i fratelli Saquella crearono la società Saquella Deutschland Gmbh, un’azienda commerciale con sede a Francoforte, decidendo di effettuare direttamente la distribuzione sul mercato tedesco; una scelta di integrazione a valle che permise all’azienda di liberarsi dal giogo dei distributori tedeschi e mantenere una buona quota di mercato.
Negli anni Novanta i fratelli Saquella incrementarono la produzione: le quantità di caffè grezzo importate erano aumentate di circa il 65%, passando dai 15.500 sacchi (1 sacco di caffè grezzo pesa circa 60 kg) del 1994 ai 24.000 del 2004. La quota di prodotto destinata alle esportazioni crebbe in trent’anni dal 5% al 65%, con un’incidenza sul fatturato complessivo del 10% nel 1974, del 35% nel 1984, del 30% nel 1994 e del 40% nel 2004.
A fine secolo Luigi ed Enrico Saquella si sentirono pronti per realizzare il loro desiderio di trasformare l’azienda da società di persone in società di capitali, come avvenne nel 1999 con la srl Saquella 1856, alla quale presero parte anche i figli di Enrico, nati dal matrimonio con Rosella Rossi: Ilaria, Bianca e Arnaldo.
Con la quinta generazione dei Saquella il ramo femminile della famiglia fece il suo ingresso in azienda, rivestendo posizioni di leadership, apportando nuove idee e implementando strategie e prodotti. Attualmente la famiglia Saquella è presente in 40 Paesi, pur rimanendo il mercato tedesco quello principale, con un assorbimento di circa il 40% della produzione aziendale. Il management sta implementando strategie che mirano all’entrata in nuovi segmenti di mercato vicini al core business originario: tisane, orzo e cioccolata, bevande alternative al caffè ma in grado di raggiungere consumatori che per gusti e fasce d’età sono lontani da questo prodotto. In particolare, la nuova sfida è rappresentata dai franchising Saquella Espresso Club, una catena di coffee shops dediti alla vendita del caffè e delle bevande della società, sul mercato sia italiano sia internazionale come testimoniano i negozi aperti in Bahrein, a Dubai, in Bielorussia, in Israele e in Australia.
Fonti e Bibl.: Molte informazioni derivano dalle interviste a Luigi e Delia Saquella rilasciate nel 2000 a Carla Costantini (comunicazione orale), e dalle interviste a Bianca Saquella (nel 2014) e a Enrico Saquella (nel 2017) rilasciate a Paola Nardone (comunicazione orale). Chieti, Archivio storico comunale, b. 272, f. 2762; b. 269, ff. 2726-27; b. 425, f. 4016; b. 268, f. 2713; Archivio di Stato di Chieti, Tribunale Civile, Sentenze, 1909, Pratica n. 47, Sentenza 25 marzo 1909; Chieti, Archivio Camera di commercio, Ditta Saquella, b. 175; Archivio aziendale Saquella, Inventari e bilanci (1896-1931) e materiale in attesa di ordinamento. P. Nardone, Un secolo di caffè in Abruzzo: la ditta S. dalle origini al secolo XXI, in Storia d’impresa e imprese storiche. Una visione diacronica, a cura di V. Ferrandino - M. R. Napolitano, Milano 2014, pp. 110-129.