Vedi SARAJEVO dell'anno: 1966 - 1973
SARAJEVO
Museo. - Il Zemaljski muzej Bosne i Hercegovine di S. (Museo Regionale della Bosnia e Erzegovina) è stato fondato nel 1885 e dal 1888 è divenuto statale. Comprende le sezioni archeologica, etnografica e di scienze naturali. La sezione archeologica riguarda la Bosnia e la Erzegovina e comprende le sezioni preistorica, antica (romana) e medievale. Il museo possiede una biblioteca e dal 1889 pubblica l'annuario Glasnik Zemaljskog muzeja e monografie particolari.
La sezione antica del museo con il lapidario illustra riccamente la civiltà illirico-romana. Il museo promuove le ricerche scientifiche archeologiche nella Bosnia e Erzegovina. All'ingresso della collezione antica si trovano i cippi miliari dal I al IV sec. d. C. delle strade costruite dai Romani nel territorio illirico conquistato e rispondenti ad esigenze economiche e militari, che collegavano l'Adriatico con la Pannonia e con regioni dei Balcani. V'è inoltre un gruppo di monumenti lapidei sepolcrali militari da Humac vicino Ljubuški (Bigeste) e uno da Doboj. A Humac i Romani avevano l'accampamento militare. Dai monumenti sepolcrali epigrafici veniamo a sapere che stazionavano a Humac nel I e II sec. d. C. alcune unità delle legioni VII e XI Claudia p. f., ecc. e delle truppe ausiliari (Coh. III Alpinorum equitata, Coh. I Lucensium equitata, e cc.). A Doboj stazionava Coh. I Belgarum. Un gruppo di monumenti lapidei (sepolcrali e votivi) testimonia la romanizzazione (onomastica illirica) delle città (municipia e coloniae: Bistues, Aquae S.... e Domavia) che fondarono i Romani secondo l'esempio di Roma. Le iscrizioni sulle are di Ljubia consacrate alla Terra Mater e sui monumenti lapidei da Sase (Domavia) sono importanti per le attività minerarie, il cui centro principale era la città romana di Domavia nella Bosnia orientale. La sala centrale della collezione romana è destinata alle divinità romane, autoctone, greche e orientali con monumenti relativi al culto di Silvano, Diana e Bindo-Nettuno che iconograficamente rappresentano divinità illiriche, e ai quali si aggiungono probabilmente Tadenus, Armatus e Terminus. Fra i culti romani documentati nel museo un posto particolare occupa il rilievo della Triade Capitolina (Šipovo) del III sec. d. C.; fra i culti orientali del III-IV sec. d. C. rientrano rilievi di Mithra (da Konjic e Jajce), divinità di Sabazio (da Sase) e Dolicheno (da Japra). I monumenti sepolcrali del III e IV sec. d. C. indicano che il popolo illirico custodì una propria cultura sviluppatasi nei secoli precedenti. Dalla Bosnia centrale e orientale dove viveva la tribù dei Desitiati provengono monumenti lapidei con forme cuspidate. Il cippo di Breza dimostra che i Desitiati conservarono nel I e II sec. d. C. l'autonomia. Su alcuni monumenti della Bosnia orientale accanto ad elementi autoctoni si riscontrano ancora gli influssi dei Celti provenienti dalla Pannonia. I monumenti antichi, specialmente sepolcrali, dalla Bosnia nord-occidentale mostrano una ricchezza nella plastica. In questi territori era la tribù dei Maesei. Le are e le urne cinerarie dalla Bosnia occidentale testimoniano uno sviluppo del senso estetico degli artisti indigeni, con influsso dell'arte greca, pur conservando le forme della cultura e dell'arte locali. Il territorio della tribù dei Dalmati è caratterizzato da monumenti relativi al culto di Silvano e di Diana. Sui monumenti sepolcrali provenienti dalla Bosnia centrale (da Zenica, Kiseljak i Travnik) del III e IV sec. d. C. si osserva l'influsso orientale che si manifesta nella simmetria, nella stilizzazione delle figure e nella forma appiattita dei rilievi. Il museo custodisce dal territorio della Bosnia e Erzegovina i frammenti decorativi dell'architettura basilicale paleocristiana del V e VI sec. d. C.
Bibl.: Muzeji Jugoslavije (Savez muzejskih društava Jugoslavjie), Belgrado 1962, p. 140; Glasnik Zemaljskog muzeja, Sarajevo 1914, pp. 141-228; E. Pasǎlić, Anticka naselja i komunikacije u Bosni i Hercegovini (Zemaljski muzej Sarajevo), 1960; A. Stipčević, Arte degli Illiri, Milano 1963; Glasnik Zemaljskog muzeja, Sarajevo 1963, pp. 85-153; A. StipceviÎc, Gli Illiri (Il Saggiatore), Milano 1966; Kulturna istoriya Bosne i Hercevogine (Veselim Masleša Sarajevo), Sarajevo 1966, pp. 160-375.