Sokolov, Sasha
Sokolov, Sas̆a (propr. Aleksandr Vsevolodovič)
Scrittore russo naturalizzato canadese, nato a Ottawa (Canada) il 6 novembre 1943. Nel 1946 fece ritorno con la famiglia a Mosca. Nel 1962 si iscrisse all'Istituto militare di lingue straniere dove studiò inglese e spagnolo senza però laurearsi. Nel 1965 divenne membro del gruppo letterario moscovita SMOG (Samoe Molodoe Obs̆čestvo Geniev, La più giovane società di geni), acronimo che in russo coincide con una forma del passato del verbo potere. Un anno più tardi si iscrisse alla facoltà di Giornalismo dell'Università statale di Mosca, dove si laureò nel 1971. In quegli anni S. collaborò con alcuni giornali e riviste sovietiche scrivendo articoli e racconti brevi.
Tra il 1972 e il 1973 lavorò come guardiacaccia in una riserva per la nomenklatura nella regione di Kalinin sul Volga; in quel periodo scrisse il suo primo romanzo, Škola dlja durakov (1976, Scuola per scemi). Costruito come dialogo tra le due personalità di un adolescente schizofrenico, il romanzo, la cui sofisticata ricerca stilistica e formale sfrutta tutte le potenzialità associative del linguaggio, non poteva certo essere pubblicato in Unione Sovietica dove ufficialmente vigeva ancora il canone del realismo socialista; venne infatti pubblicato negli Stati Uniti dalla nota casa editrice dell'emigrazione Ardis Press, mentre in patria avrebbe visto la luce soltanto più di dieci anni dopo. Emigrato nel 1975, per breve tempo risiedette in Austria, poi si trasferì negli Stati Uniti per approdare nel 1977 in Canada, dov'era nato e dove gli venne concessa la cittadinanza.
Nel 1979, terminò il suo secondo romanzo Meždu sobakoj i volkom (1980, Tra cane e lupo), dall'espressione francese entre chien et loup, usata anche da A.S. Pus̆kin nell'Evgenij Onegin per indicare il momento del crepuscolo in cui tutto si fa indistinto. Ai confini tra prosa e poesia, in Meždu sobakoj i volkom, che non presenta un vero e proprio plot narrativo, i limiti temporali tra passato, presente e futuro vengono annullati e le principali voci narranti spesso si mescolano rendendosi indistinguibili. Risale al 1985 la pubblicazione del suo terzo romanzo, Palisandrija (Palissandreide). Come nei due precedenti, anche in Palisandrija sono assenti linee narrative forti; lo spirito parodico e citazionale in senso postmodernista vi ha il completo sopravvento. L'identità del presunto protagonista Palisandr Dal´berg (discendente di G.E. Rasputin e L.P. Berija, il famigerato capo della polizia segreta sovietica) si dissolve, all'interno della biografia da lui stesso redatta, in una miriade di altri personaggi, ora maschili, ora femminili e non sempre propriamente umani, come il cavallo di Caterina la Grande.
Nella scrittura di S. si avverte una costante ricerca della perfezione formale attraverso lo strumento della lingua, che egli coniuga in tutte le sue possibili varianti, in un elegante gioco combinatorio che registra, talvolta all'interno della stessa frase, echi dello slavo ecclesiastico antico, della lingua letteraria colta dell'Ottocento per giungere sino ai sovietismi di epoca più recente. Non a caso V. Nabokov, uno degli scrittori più raffinati del 20° sec., fu grande estimatore delle opere di S., di cui promosse la traduzione in lingua inglese. In italiano esistono unicamente il racconto Trevožnaja kukolka (La crisalide ansiosa) e un brano di Palisandrija, inclusi rispettivamente nelle antologie Russkie cvety zla (1995; trad. it. I fiori del male russi, 2001), curata da V.V. Erofeev, e Schegge di Russia (2002). Per questo motivo, purtroppo, uno degli scrittori russi più geniali della seconda metà del Novecento resta ancora pressoché sconosciuto al grande pubblico italiano.
bibliografia
A. Brodsky, Sokolov Saša, in Dictionary of literary biography, ed. M. Balina, M. Lipovetsky, 285° vol., Russian writers since 1980, Detroit 2004, pp. 291-300.
M. Caramitti, Amore e morte sotto l'incudine di Saša Sokolov, in Amore ed eros nella letteratura russa del Novecento, iii Conferenza sulla letteratura russa del Novecento, Bologna 2002, a cura di H. Pessina Longo, G. Imposti, D. Possamai, Bologna 2004.