SASSETTA
. Stefano di Giovanni, detto il S., pittore senese, nato nel 1392, morto nel 1451. È ricordato in numerosi contratti e documenti del 1428, 1430, 1440, 1442, ecc. Probabilmente fu allievo di Paolo di Giovanni Fei, che continuava con decoro la nobile tradizione senese, modificata dal gotico.
Il Berenson, che fu tra i primi e più acuti studiosi del S., indica l'influenza di Masolino da Panicale, di Paolo da Limburgo ed altri franco-fiamminghi, non che di miniatori franco-lombardi. Giovanni di Paolo avrebbe agito, secondo il van Marle, ad alterarne, temporaneamente, la tipologia; come soprattutto parrebbe in una serie di Madonne, da collocarsi intorno alla Madonna del duomo di Grosseto, avanti le pale d'altare dell'Osservanza di Siena (1436), e di San Sepolcro.
Primi lavori che del S. ci restano, sono, alla pinacoteca di Siena, pannelli (166 a 169) di pala d'altare eseguita per l'Arte della lana, 1423-26. Raffinati nell'esecuzione quanto le migliori opere di scuola del Martini, non troppo tocchi dal gotico, mostrano nelle architetture un senso prospettico di fonte lorenzettiana. Si ritrova questo senso nella Natività della Vergine alla Collegiata d'Asciano (v. asciano, IV, tav. CXLVIII), dove il S. riprende originalmente motivi delle Natività di Pietro Lorenzetti e di Paolo di Giov. Fei. Altre opere fondamentali: Adorazione dei Magi (coll. Chigi-Saracini, Siena) dove si sente già Masolino; un polittico (1430-32) nel municipio di Chiusdino; un altro polittico in S. Domenico di Cortona; il S. Tommaso d'Aquino della Vaticana e quello di Budapest; il prezioso Viaggio dei Magi nella coll. Maitland e Griggs, New York; il grande polittico, eseguito fra il 1437-44 per Borgo San Sepolcro, e la cui parte centrale: S. Francesco in estasi, il Battista e il Beato Ranieri, è nella raccolta Berenson a Settignano (Firenze); mentre il pannello delle Mistiche nozze di S. Francesco è a Chantilly; e altri sette pannelli, con storie della vita del santo, dalla raccolta Mackay, a Long Island (New York), sono passati recentemente alla National Gallery di Londra.
Dal gusto gotico, cosmopolita, degl'inizî del sec. XV, si ravviva al S. l'istinto a dipingere scene di genere, poetiche leggende, interni curiosi, ricchi abbigliamenti. Egli trasporta nella pittura di genere tutta l'ispirazione religiosa dei trecentisti; e alle regali sante di Simone, agli angioli classicheggianti di Ambrogio, fa succedere, nelle sue figurazioni, un'umanità squisitamente logora, romantica. Ma è artista di tempra elettissima, di mestiere esemplare e fantasia instancabile. È il massimo ornamento della decadenza senese. Oltre al figlio Giovanni, ebbe a principali scolari e seguaci: Giovanni di Paolo, Lorenzo Vecchietta, Sano di Pietro, Pellegrino di Mariano Rossini, Pietro di Giovanni d'Ambrogio.
V. tavv. CLXXI e CLXXII.
Bibl.: L. Douglas, A forgotten Painter, in The Burl. Mag., I (1903), pagine 306-319; B. Berenson, A Sienese Painter of the Franciscan Legend, Londra 1909; id., Italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1932; F. Mason Perkins, in Rassegna d'arte, 1904, pp. 76-77, 156; 1907, pp. 45-46; 1913, p. 40; R. van Marle, The Development of the Italian Schools of Painting, IX, L'Aia 1927; L. Venturi, Pitture italiane in America, Milano 1931; M. Gengaro, Il primitivo del Quattrocento senese: S. di G. detto il S., in La Diana, VIII (1933); Perkins, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIX, Lipsia 1935.