SASSONIA
SASSONIA (ted. Sachsen) Regione storica della Germania, la cui estensione e i cui limiti sono sensibilmente variati con il passare dei secoli e corrispondono solo in parte a quelli dell’omonimo Land.
Il nome Sachsen (forma abbreviata dell’antico alto-tedesco Sachsnotas ‘compagni di spada’) si riferisce al tipo più diffuso di spada, il Sahs, breve e a una sola lama; il primo a citare i membri della stirpe sassone come Saxones, localizzandone il luogo di origine nello Holstein (od. Schleswig-Holstein), fu l’astronomo, matematico e geografo alessandrino Claudio Tolomeo nella sua introduzione alla Geographia, intorno al 150.
Al più tardi a partire dal sec. 2° la stirpe dei Germani occidentali si insediò a N dell’Elba (Albingi settentrionali) e quindi, insieme ad altre stirpi con essa imparentate - tra cui gli Angrivari e i Cauci -, estese la propria area di insediamento verso l’Elba meridionale (Albingi meridionali). Fino al sec. 3° è possibile seguire lungo le coste della Gallia e della Britannia le scorrerie dei Sassoni, che, contemporaneamente, arretrarono fino alla loro area di insediamento in Frisia, a O dell’Ems, e penetrarono quasi fino al Reno, dove i Franchi impedirono loro di procedere oltre; in tal modo, al più tardi nel sec. 4°, venne a crearsi nel triangolo tra l’Elba e il Weser il nucleo territoriale della Sassonia. Alla metà del sec. 5° gruppi consistenti della popolazione migrarono verso l’Inghilterra (v. Anglosassoni), mentre le stirpi rimaste sul continente, dopo avere subìto per breve tempo la supremazia dei Turingi, nel 531 riuscirono a ottenere di nuovo la loro indipendenza e anche a conquistare la parte settentrionale della Turingia, arrivando così a dominare tutta la Germania settentrionale fino al Reno.
Dal punto di vista politico l’area non costituiva un insieme unitario, tuttavia nel corso dei secoli vi sorsero quattro regioni etnico-politiche: su entrambi i lati del Weser vivevano gli Engri, i Vestfali si insediarono a O di questi, quasi fino al Reno, gli Ostfali a E dell’Aller fino all’Elba, mentre gli Albingi settentrionali si stanziarono a N dell’Elba. Soltanto in seguito emerse, nell’area situata tra la Saale e il corso mediano dell’Elba, la nuova stirpe ‘della S. superiore’, di etnia completamente diversa dall’antica e che derivava da una mescolanza degli slavi che abitavano la regione con i coloni turingi e franchi del Meno, ivi insediati nel corso del processo di colonizzazione dell’area orientale.
Nel sec. 8°, in seguito alla c.d. guerra sassone (772-804), la S. venne annessa da Carlo Magno (768-814) ed evangelizzata: al 785 risalgono il trattato di pace tra il sovrano franco e il capo dei Sassoni, Vitichindo (m. tra l’804 e l’812), e il suo battesimo nel palazzo imperiale di Attigny. La riconciliazione si espresse nella Lex Saxonum dell’802, che, esemplata indubbiamente sul diritto dei Franchi, si rifaceva anche all’antico diritto sassone. L’annessione e la conversione dei Sassoni avevano significato la fine delle migrazioni e la strutturazione territoriale in regione dell’Impero, attuata mediante l’introduzione della costituzione delle contee nel 782. La cristianizzazione venne promossa dalle diocesi di nuova fondazione, sottoposte alle province ecclesiastiche di Colonia e Magonza. Il più importante monastero carolingio in area sassone era quello di Corvey (v.), al quale si aggiunsero le fondazioni di collegiate e monasteri a Hameln, Brunshausen, Gandersheim, Herford, Möllenbeck, Wendhausen e Wunstorf. Questa nuova organizzazione amministrativa ed ecclesiastica dell’area sassone, che, con l’eccezione di alcuni complessi fortificati come Eresburg, Iburg e Sigiburg, non aveva avuto fino a quel momento centri di rilievo, consentì lo sviluppo di un’area culturalmente omogenea e di conseguenza di una produzione artistica.
Con il disgregarsi dell’impero dei Franchi nel sec. 9° si formarono i ducati di S., Baviera, Svevia e Lotaringia. Enrico I detto l’Uccellatore (m. nel 936), della stirpe dei Liudolfingi, venne eletto duca di S. e nel 919 riuscì a farsi scegliere come re; da quel momento e per più di un secolo la S. venne quindi a trovarsi al centro del regno, divenendo fulcro di una vivace attività architettonica, sacra e civile.
Il successore sassone al regno di Germania, Ottone I il Grande (912-973), nel suo primo anno di regno (936) eresse presso la corte regia di Quedlinburg (v.) una collegiata di canonichesse, il St. Servatius, la cui prima chiesa venne scelta come sepoltura del padre, Enrico I, e della sua sposa Matilde (m. nel 968). Nel 968 Ottone innalzò il monastero di St. Mauritius (od. duomo di St. Mauritius und St. Katharina) a Magdeburgo (v.), da lui fondato, al rango di sede vescovile. In appoggio alla politica orientale del padre, che aveva sottomesso i Dalamanci e gli Evelidi e nel 929 aveva fondato la prima fortezza a Meissen (v.), Ottone, divenuto imperatore nel 962, rafforzò la S. orientale, amministrata dai conti, tramite nuove fondazioni: nel 965 elevò Meissen a margraviato e nel 968 a sede vescovile; seguirono Zeitz (a partire dal 1028 Naumburg; v.) e Merseburgo, suffraganee di Magdeburgo.
Negli anni 936-937, ancora sotto Enrico I, vennero organizzate le marche direttamente sottoposte all’impero: in corrispondenza del corso inferiore dell’Elba, negli od. Länder di Meclemburgo e Brandeburgo, sorsero la marca dei Billunghi e la marca Settentrionale; in corrispondenza del corso mediano dell’Elba, nella S. attuale vennero fondate le marche di Lusazia, Meissen, Zeitz e la regione Milzen Land. Con il governo dell’impero in S. i sovrani ottoniani dovettero delegare parte del loro potere, assegnando alla stirpe dei Billunghi, che ottennero la dignità ducale nel 973, la regione del corso inferiore dell’Elba. L’area compresa tra questo e il corso inferiore del Weser passò ai conti di Stade, la regione del corso superiore della Leine e del Weser venne invece assegnata ai conti di Northeim; a S Ottone I aveva costituito il Palatinato di S., inizialmente rappresentato dai conti di Sommerschenburg. Anche i vescovi costituirono le loro diocesi, adeguandosi in tutto - secondo il criterio della politica ecclesiastica imperiale degli Ottoni - alle signorie, sicché nel sec. 10° lo sviluppo della S. come sistema di signorie nobiliari era già notevolmente avanzato.
Nel sec. 11° i Sassoni persero il titolo imperiale, che passò ai Salii; la nobiltà sassone si oppose con forza ai tentativi di Enrico IV (1056-1106) tesi ad annettere al regno quelli che erano stati un tempo i territori degli Ottoni (sollevazione della S. nel 1073). Tuttavia soltanto Lotario II di Suplimburgo (1075-1137; imperatore dal 1133), il quale dopo l’estinzione della stirpe dei Billunghi li aveva sostituiti nell’area da essi governata, si oppose a Enrico V (1106-1125) ed ebbe quindi a disposizione importanti feudi dell’impero: nel 1123 egli nominò margravio di Meissen Konrad von Wettin, nel 1124 margravio di Lusazia Alberto I detto l’Orso e già nel 1110 aveva imposto i conti di Schauenburg nello Holstein. Dopo la morte di Lotario di Suplimburgo, Enrico il Leone (1129-1195) ottenne infine nel 1142 il titolo giuridico di ducatus Saxoniae e, sotto il suo influsso, la S. si estese fino al corso della Peene (Pomerania occidentale), mentre con la nuova fondazione di Lubecca nel 1159 egli creò le premesse per lo sviluppo dell’area baltica. Quando nel 1180 venne sconfitto e dovette cedere tutti i feudi, la S. fu divisa in due ducati, uno dei quali coincise con la diocesi di Paderborn e fu munito di tutti i diritti della cattedra di Colonia, mentre l’altro andò, con i suoi possedimenti presso Lauenburg e Wittenberg, a Bernhard von Aschersleben (m. nel 1212), della stirpe degli Ascani; l’antico ducato di S. venne in tal modo smembrato. Mentre Enrico il Leone conservò i propri beni tra il Weser superiore e l’Elba inferiore, nel 1260 quanto restava della S. si divise nella S.-Wittenberg e nella S.-Lauenburg (fino al 1689); entrambe le linee reclamavano il rango di elettore, che venne acquisito infine dai Wittenberg.
Dalla S. proviene il più antico e importante codice giuridico del Medioevo tedesco, il Sachsenspiegel: poco dopo il 1221 esso venne ideato da Eike von Repgow (m. dopo il 1233) in prosa latina rimata e nel 1224-1227 fu tradotto in basso tedesco. Il Sachsenspiegel raccoglieva il diritto consuetudinario regionale e feudale dell’area sassone, così come si era consolidato a Magdeburgo-Quedlinburg, e costituì una diretta premessa per lo Schwabenspiegel e per il Deutschenspiegel. Del Sachsenspiegel, pervenuto in numerose copie, si sono tuttavia conservati soltanto tre codici ornati da miniature (Dresda, Sächsische Landesbibl., 32, del 1350 ca.; Heidelberg, Universitätsbibl., Pal. germ. 164, del 1300 ca.; Wolfenbüttel, Herzog August Bibl., Aug.3.1.fol., seconda metà del sec. 14°); le immagini marginali, disegnate a penna, illustrano sentenze e concetti giuridici.
Arte. - L’antica cultura della confederazione delle tribù sassoni è nota soltanto grazie all’archeologia. Nell’originaria area di insediamento, dotata di un’organizzazione interna scarsamente sviluppata e basata soltanto su alcune fortezze e sistemi di fortificazione - per es. Eresburg, Iburg (od. Bad Isburg), Sigiburg e Skidrioburg -, si trovavano corti rurali isolate oppure disposte in piccoli gruppi e insediamenti sul genere di villaggi, costruiti sostanzialmente in legno; edifici in pietra sono noti soltanto in epoca successiva. Al centro di queste corti rurali, per lo più recintate, si trovava una costruzione a tre sostegni divisa in tre navate con una parte riservata all’abitazione, una alle attività e una alla stalla; i vani utilizzati come magazzini oppure come officine, su pali, si raggruppavano intorno a tale costruzione principale. Fin da epoca antica è nota l’esistenza di una produzione artigianale di un certo livello: per quanto riguarda gli elementi decorativi in metallo delle vesti, per es., vanno menzionate soprattutto le diverse forme di fibule, caratterizzate da un tipo di decorazione propria di questa stirpe, ma anche di fattura tardoromana. Soltanto in epoca carolingia si passò, negli edifici ecclesiastici e signorili, all’architettura in pietra, mentre nell’edilizia abitativa continuò a prevalere la casa a tre navate realizzata a graticcio o in legno, intonacata con argilla.
All’epoca carolingia risalgono i resti del palazzo scavato a Paderborn (v.), nel quale Carlo Magno, dopo aver conquistato il nucleo centrale del dominio dei Sassoni, stabilì il più importante punto strategico di difesa e dove tenne nel 777 una dieta, istituendovi poi nell’805 una diocesi. Lungo le strade militari Carlo Magno fondò anche le curtes (corti regie), postazioni fortificate su pianta quadrata che, nella casa dominicata, potevano ospitare anche lo stesso imperatore. Osnabrück, Brema, Amburgo, Minden, Münster, Verden, Halberstadt e Hildesheim vennero elevate a diocesi in epoca carolingia. Un esempio caratteristico di tipologia costruttiva carolingia per gli edifici sacri - tramandata nel piano della chiesa del monastero di San Gallo (Stiftsbibl., 1092), mai realizzato - è rappresentato dal monastero benedettino di Corvey, fondato da Corbie (Francia settentrionale) nell’822 a S di Hildesheim sul Weser: la chiesa ha un impianto basilicale, con transetto continuo e una cripta cruciforme a E del coro scalare con terminazione absidale; singolare è il Westwerk, che costituisce una peculiarità puramente franca e che a Corvey - unico caso carolingio - è ancora interamente conservato. Al di sopra di una sala voltata al piano inferiore si trova, nel piano superiore, una cappella con la tribuna nella quale sedeva l’imperatore. Dal Westwerk di Corvey proviene anche un tardo esempio di pittura murale carolingia, i frammenti di una rappresentazione dall’Odissea di Omero. Non si può ancora parlare a quest’epoca di uno stile artistico regionale specifico della S. e l’architettura e la pittura sono del tutto sotto l’influsso dell’arte imperiale o di corte carolingia.
In epoca ottoniana la regione sassone si sviluppò fino a diventare il centro artistico dell’impero. L’architettura profana ebbe un impulso notevole con la costruzione di nuovi palazzi e corti imperiali di Enrico I a Grona, Magdeburgo - il palazzo, del quale gli scavi hanno portato alla luce i resti, è uno degli esempi più significativi dell’architettura civile ottoniana -, Memleben, Merseburgo, Nordhausen, Pöhlde (od. Herzberg-Pöhlde) e Quedlinburg, mentre l’architettura sacra fu promossa dall’attiva politica ecclesiastica di Ottone I: questi innalzò a diocesi Meissen, Zeitz (dal 1028 Naumburg), Merseburgo e Magdeburgo e fondò inoltre la nota collegiata femminile di St. Cyriakus a Gernrode (959). Accanto a questi edifici i vescovi sassoni edificarono le sedi delle loro diocesi (Halberstadt, Hildesheim, Magdeburgo, Minden, Osnabrück, Paderborn e Verden).
Tali edifici vescovili e collegiate, per es. il St. Anastasius und Innocentius (od. Münsterkirche) a Bad Gandersheim, si inseriscono nella tradizione carolingia del corpo longitudinale basilicale e doppio coro (il primo esempio si conosce nell’abbaziale di Fulda nel 791-819), con un pronunciato impianto occidentale comprendente transetto e coro, ridotto presso le collegiate per lo più a un semplice corpo occidentale con tribuna, dotato però di una maggiore e più organizzata estensione spaziale, con parti orientali e occidentali più strettamente correlate. Caratterizza l’architettura sacra sassone di quest’epoca, di impronta ottoniana, la rigida articolazione dell’edificio (ovvero la costruzione per addizione di blocchi architettonici), delle pareti - per lo più superfici piane, articolate tramite pitture (costituiscono un’eccezione la basilica a matronei di Gernrode e le tribune del transetto di Hildesheim, che risalgono forse a modelli bizantini) - e dei rapporti spaziali (sistema alternato, quadrato d’incrocio separato come modulo). Il prototipo della basilica sassone-ottoniana è la chiesa benedettina di St. Michael a Hildesheim (v.), eretta tra il 1010 e il 1033 dal vescovo Bernoardo (993-1022), nella quale, all’interno di uno spazio estremamente ridotto, si concentrano tutti i raggiungimenti dell’arte ottoniana: l’ampio edificio in conci di pietra si eleva come basilica a tre navate, con doppio coro e transetti orientale e occidentale simmetrici; a E si trova il coro scalare triabsidato, mentre il coro occidentale, più profondo, è posto al di sopra della cripta anulare, che è al livello del terreno. L’articolazione dell’ambiente basilicale, a copertura piana, si basa sul sistema alternato: le campate della navata mediana, alle quali corrispondono su ciascun lato due campate delle navate laterali, si sviluppano in larghezza in relazione all’ampiezza del quadrato dell’incrocio, che svolge la funzione di modulo e che in St. Michael può essere per la prima volta definito come ‘separato’ (quattro archi che a Hildesheim presentano blocchi di pietra squadrata, bianchi e rossi, separano l’incrocio dalla navata mediana, dal transetto e dal coro). Verso l’esterno questo sistema spaziale ritmico - condotto non del tutto coerentemente - è reso visibile dalla ‘alternanza di sostegni di tipo sassone’, che, a differenza del sistema alternato di tipo renano (colonna-pilastro-colonna-pilastro, così come compare nella collegiata femminile di Gernrode), consiste in una successione di colonna-colonna-pilastro. All’esterno l’edificio è evidenziato da possenti torri d’incrocio, mentre davanti alle facciate dei transetti si elevano torri scalari poligonali.
Nella scultura architettonica possono essere considerate originali elaborazioni della S. i capitelli cubici, che si incontrano per la prima volta in St. Michael a Hildesheim, e i capitelli a trapezio o ‘a fungo’ della cripta di St. Wipert a Quedlinburg. Come in architettura, così anche nell’arte figurativa si ebbe una lenta trasformazione dei modelli carolingi; a ciò si aggiunsero gli influssi bizantini, che a più riprese si manifestarono nella produzione artistica sassone fino al tardo sec. 13°, in ragione del matrimonio contratto nel 972 tra Ottone II (973-983) e Teofano (m. nel 991), nipote dell’imperatore bizantino.
All’epoca in cui fu vescovo Bernoardo (v.), Hildesheim sperimentò una singolare fioritura culturale e, con l’istituzione di una bottega per la fusione, creò la c.d. arte di Bernoardo, che rappresentò in modo peculiare la scultura e le arti minori della Sassonia. Il vescovo aveva dato vita all’insediamento del mercato, munito di fortificazioni l’area del duomo e fondato il monastero benedettino di St. Michael, nella cripta del quale è sepolto. Le porte bronzee di Bernoardo (risalenti al 1015, collocate dal 1035 nel portale occidentale del duomo di Hildesheim), con scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, costituiscono, accanto al crocifisso di Gerone (Colonia, duomo, cappella della Croce), una delle prime grandi opere della scultura tedesca, un capolavoro sia artistico sia tecnico, poiché le porte sono fuse in un unico pezzo. Venne inoltre innalzata una colonna bronzea (Hildesheim, duomo) alta m 4, per sostenere una croce di coronamento, che presenta un fregio spiraliforme in rilievo secondo il modello dell’antica colonna Traiana. Intorno alla metà del secolo, tra il 1055 e il 1065, venne realizzato sopra l’altare maggiore il grande lampadario circolare bronzeo del vescovo Hezilo (1054-1079).
Nella scultura lignea monumentale costituiscono un parallelo con la nota Goldene Madonna di Essen (Münsterschatzmus.), la Madonna nel duomo di Hildesheim (1010-1015) e la statua lignea della Vergine e del Bambino (1051-1058) commissionata dal vescovo Imad (1051-1076) per il duomo di Paderborn. Il crocifisso ligneo dell’abbazia femminile di Ringelheim (od. St. Abdon und Sennen a Salzgitter-Ringelheim) costituì il modello di un’intera serie di imitazioni. Anche nella miniatura gli scriptoria sassoni, per es. quelli di Corvey e di Hildesheim, acquistarono nuova importanza, come attestano opere quali la Bibbia e l’Evangeliario di Bernoardo (Hildesheim, Diözesanmus. mit Domschatzkammer, 18; 61). La pittura profana di carattere storico (per es. nel palazzo di Merseburgo), che doveva servire all’esaltazione del potere, è attestata soltanto dalle fonti.
Con Corrado II (1024-1039) salì al potere la stirpe aristocratica franca dei Salii, sicché il baricentro artistico si spostò, soprattutto per ciò che riguarda l’architettura, dal nucleo territoriale sassone alla Renania. Con la fine del regno ottoniano-sassone, nel corso dei secc. 11°-12°, il territorio artistico sassone si suddivise in numerosi stili regionali, ciascuno con il proprio centro di irradiazione in monasteri, cattedrali e residenze di conti e di margravi: l’eredità ottoniana nell’arcivescovado di Magdeburgo e nelle diocesi sue suffraganee di Meissen, Merseburgo e Naumburg nell’Alta S., l’eredità di Bernoardo a Hildesheim e nella Bassa S. e, inoltre, l’ambito artistico gravitante intorno a Enrico il Leone a Brunswick, con un’area di influenza che giungeva fino ai territori baltici.
Mentre con la costruzione romanica del duomo imperiale di Spira si creavano soluzioni di carattere innovativo - tra le quali la più significativa è costituita dalle volte della navata mediana realizzate nella seconda fase architettonica, sotto Enrico IV -, nel nucleo centrale della regione sassone venivano ancora adottate forme tradizionali, tanto che la prima chiesa interamente voltata nel Nord fu il duomo di Brunswick (v.), edificato da Enrico il Leone nel 1173: accanto alla basilica voltata in sistema alternato continuava a essere utilizzata la basilica con copertura piana. Si restò fedeli alle rigide masse quadrate, all’alternanza dei sostegni di tipo sassone, così come anche a quella di tipo renano - come per es. nel duomo di Hildesheim, nell’abbazia di St. Thomas und St. Nikolaus a Bursfelde (od. Niemetal-Bursfelde) e a Quedlinburg - e al corpo trasversale occidentale di tipo sassone, come nella chiesa del monastero di St. Peter und St. Paul a Königslutter (v.), del 1135. All’interno della Bassa e dell’Alta S. emersero tuttavia molteplici variazioni regionali: per es. in Vestfalia si utilizzò di preferenza la tipologia ‘a sala’ (Minden, Osnabrück); nell’area della colonizzazione rurale lungo il corso mediano dell’Elba dominava la chiesa ad aula con torri occidentali (insediamenti della Bassa S.); nella zona pedemontana dei monti Metalliferi è possibile osservare la presenza di chiese con torri sul coro di influenza turingia e sassone. Il conte Dedo di Rochlitz fondò poco dopo il 1160 a Zschillen (od. Wechselburg) una collegiata dei Canonici di s. Agostino, che va annoverata tra gli edifici tardoromanici meglio conservati in S.; si ha qui una commistione di influssi artistici della regione dello Harz con correnti altorenane. Le maestranze attive in quest’area ebbero una grande influenza nella zona circostante, fino a Chemnitz, Freiberg e Dippoldiswalde. Nell’area del bacino del Baltico sorsero a partire dalla metà del sec. 12° le chiese in laterizio, come per es. il duomo di Ratzeburg, la chiesa di Segeberg (od. Bad Segeberg), il duomo di Lubecca.
Nella scultura architettonica continuò a dominare per tutto il sec. 11° il capitello cubico elaborato a Hildesheim, che nel sec. 12° assunse dimensioni più compatte. Per lo sviluppo dell’ornamentazione architettonica in Germania ebbe un ruolo propulsivo la fondazione canonicale di Königslutter, trasformata in monastero benedettino dall’imperatore Lotario II di Suplimburgo nel 1135: il fregio con la caccia nell’abside del coro, la decorazione plastica dei capitelli nel chiostro a due navate e il portale dei Leoni ebbero, fino al sec. 13° inoltrato, importanza per il costituirsi dello stile nella regione circostante (Goslar, Brunswick, Hildesheim). Nel chiostro operarono scalpellini dell’Italia settentrionale, provenienti da Verona, Modena e Ferrara e nell’abside si può osservare la ricezione dell’Antico propria degli artefici italiani, poiché il fregio ha l’aspetto di un’antica decorazione a bucrani.
Nella Bassa e nell’Alta S. si sviluppò un’importante produzione di opere in stucco, che ebbe la sua fase iniziale nel Santo Sepolcro della collegiata di St. Cyriakus a Gernrode e che, passando per le sepolture delle badesse dell’antica collegiata femminile di St. Servatius a Quedlinburg, toccò il suo punto più alto nel lato settentrionale del recinto del coro di St. Michael a Hildesheim e in quello della Liebfrauenkirche di Halberstadt; nello sviluppo dello stile ricoprirono un ruolo dominante i modelli bizantini e l’arte antica.
Per quanto riguarda la lavorazione del bronzo, la lastra tombale di Rodolfo di Rheinfelden, duca di Svevia (m. nel 1080), nel duomo di St. Johannes der Täufer und St. Laurentius a Merseburgo ebbe la funzione di precorrere i tempi; a questa fece seguito la lastra tombale in bronzo dell’arcivescovo Friedrich von Wettin (m. nel 1152) nel deambulatorio del duomo di Magdeburgo. Accanto alla bottega di fonditori di Magdeburgo, una delle più famose del tempo - vi venne realizzata la porta bronzea per il duomo di Plock (Polonia), installata in seguito nella Santa Sofia a Novgorod -, ricoprì un ruolo importante Goslar; tra le opere significative sono da annoverarsi l’altare in bronzo detto di Krodo, del 1080, proveniente dal duomo, e lo schienale del trono imperiale, del 1075 (Goslar, Goslarer Mus.). Il più noto monumento in bronzo della S. è il leone che Enrico il Leone fece porre nel 1166 davanti al castello di Dankwarderode; a lui si deve la committenza dell’altare della Vergine del duomo di Brunswick (1188) e forse il candelabro a sette bracci (citato nel 1196).
Nell’oreficeria fu Roger di Helmarshausen (v.), il monaco orafo contemporaneo del maestro mosano Renier de Huy, ad avere una posizione chiave nello sviluppo delle arti suntuarie della prima metà del sec. 12° nell’area della Bassa S. e della Bassa Renania. Tracce della sua arte, caratterizzata da influenze bizantine, possono essere individuate nell’altare portatile di Abdinghof (del 1100 ca.; Paderborn, Domschatz) e nella coperta dell’Evangeliario di Helmarshausen (del 1100 ca.; Treviri, Bischöfliches Dom- und Diözesanmus., 139); il suo stile si trasmise anche ad altre botteghe, tra le quali la più importante fu quella di Hildesheim. L’influsso di Roger di Helmarshausen interessò anche la miniatura (Colonia) e l’arte monumentale, come attestano il crocifisso bronzeo del duomo di Minden (Schatzkammer) e il fonte battesimale dell’abbaziale di Freckenhorst, risalente al 1129. Nella seconda metà del secolo la produzione artistica gravitava essenzialmente intorno alla cerchia legata a Enrico il Leone.
Nei primi decenni del secolo 13° la S. acquistò, accanto alla Renania, un ruolo guida nel determinare le tendenze artistiche della Germania. La continuità formale viene ricondotta ai rapporti tra le botteghe e agli artisti itineranti, alle relazioni tra gli stati territoriali, alla crescita economica dovuta alla colonizzazione verso E, alle miniere di argento e alla particolare situazione venutasi a creare con i nuovi insediamenti. Come già nel sec. 12° si riproposero anche adesso, di nuovo, forti tendenze bizantineggianti, in particolare nella scultura e nella pittura; allo stesso modo restava viva la ricezione dell’Antico (per es. l’utilizzo di spolia nel duomo di Magdeburgo), mentre dalla regione francese del domaine royal giungevano nuovi impulsi, che divennero determinanti sia per l’architettura sia per la scultura.
Nell’architettura gotica della Germania il duomo di Magdeburgo, iniziato nel 1209 sotto l’arcivescovo Albrecht II e che doveva sostituire il precedente edificio eretto da Ottone e perduto in un incendio, va annoverato tra le più importanti espressioni della prima età gotica. L’impianto dell’edificio riprende schemi francesi, il deambulatorio deriva dal transetto con bracci a terminazione semicircolare della cattedrale (distrutta) di Notre-Dame a Cambrai e le torri rimandano all’esempio di Notre-Dame a Tournai, mentre i singoli elementi architettonici - ovvero i possenti pilastri, la ricca decorazione fitomorfa, gli archivolti - e l’alzato del coro alto mostrano un carattere singolarmente conservatore e pesante: nella forma e nell’uso degli elementi di spoglio si riallacciano chiaramente al precedente edificio ottoniano. Il coro occidentale del duomo di Naumburg (anteriore al 1213; mutamento di progetto del 1242-1244, completato dopo il 1250) riproduce, nelle sculture raffiguranti i fondatori, l’atmosfera cortese dell’ambito culturale francese; esso seguiva modelli occidentali anche sotto l’aspetto architettonico: per la terminazione del coro poterono essere utilizzati come esempi da seguire Notre-Dame a Noyon, Soissons, Cambrai oppure le cappelle radiali di Notre-Dame a Reims; le soluzioni delle torri riprendono il modello della cattedrale di Notre-Dame a Laon.
La ricostruzione del duomo di St. Johannes Evangelist und Donatus a Meissen intorno al 1250 segnò l’inizio del Gotico nella regione dell’Alta Sassonia. La muratura in conci di arenaria riprende in parte il coro occidentale di Naumburg, in parte la chiesa cistercense di Schulpforta; l’ornamentazione fitomorfa e le figure dei fondatori ignorano con la loro mimica e gestualità i modelli di Naumburg, anche se il maestro che le eseguì proveniva da questa scuola. Il cantiere di Magdeburgo era costituito da scalpellini originari della S. e della Renania; gli elementi derivati da Chartres giunsero tramite la mediazione di Notre-Dame a Strasburgo, come mostrano i capitelli dell’ambulacro e le statue nel coro. In seguito, a partire dal 1240, gli scultori di Bamberga (il Maestro del Cavaliere e, più tardi, quello della Vergine) crearono uno stile che trasformò il modello di Reims in una variante magdeburghese. Nel coro dei fondatori di Naumburg operarono maestri provenienti da Magonza, i quali si recarono in seguito a Meissen. Nuovi in queste sculture sono la monumentalità, l’espressione vitale della mimica e dei gesti, l’atteggiamento di dialogo e le vesti moderne.
La decorazione plastica degli interni nel sec. 13° in S., gli altorilievi policromi in stucco, legno o pietra, la costruzione o l’aggiunta di recinzioni del coro o di Lettner, le croci trionfali, le sepolture e i portali costituiscono tra i momenti più alti della storia dell’arte europea. Il semplice realismo di superficie si trasforma inoltre in uno stile del panneggio e delle figure che attinge alle fonti artistiche tradizionali della Bassa Sassonia. Tra queste opere figurano le recinzioni del coro di St. Michael a Hildesheim e della Liebfrauenkirche di Halberstadt (v.; ca. 1220), analogamente al gruppo della croce trionfale (1235) e del Lettner della chiesa dei Canonici agostiniani di St. Maria a Wechselburg e a quello della croce trionfale e della scultura della Goldene Pforte (1230-1235) nel duomo di St. Marien a Freiberg. Quest’ultima che costituiva in origine il portale occidentale della fronte a due torri della chiesa, è caratterizzata da uno stile delle figure che, sia pure orientato verso modelli francesi, mostra tuttavia anche legami con Halberstadt; si tratta del primo portale tedesco che, secondo il modello delle chiese francesi, presenta sculture sugli stipiti, nel timpano e negli archivolti; il programma iconografico è unico nella sua complessità e fu probabilmente mediato dai monaci cistercensi di Altzella (od. Nossen-Altzella). Quello che nella Goldene Pforte mostrava un carattere che ricorda le arti minori venne trasposto in forme monumentali dal maestro che realizzò il Lettner e il gruppo della croce trionfale a Wechselburg. Entrambi gli stili esercitarono la loro influenza sulla scultura funebre di Wechselburg, di Pegau e di Altzella. Per la scultura della Goldene Pforte e per i gruppi della croce trionfale nel duomo di St. Stephan und St. Sixtus a Halberstadt e a Wechselburg si possono rintracciare modelli e parallelismi nella miniatura sassone di impronta bizantineggiante.
Influssi bizantini e francesi caratterizzano anche lo stile della pittura monumentale sassone di questo periodo. All’ultimo quarto del sec. 12° risalgono le preziose pitture della chiesa inferiore di St. Servatius a Quedlinburg, le cui figure dalle proporzioni allungate e caratterizzate da un movimento fluido appartengono alla stessa fase stilistica delle pitture murali del St. Klemens a Schwarzrheindorf, presso Bonn, del terzo quarto del 12° secolo. All’inizio del sec. 13° la miniatura e la pittura monumentale sassone svolsero un ruolo preminente in area tedesca, come avveniva per la scultura. I monumenti più importanti sono costituiti dalle pitture del coro e delle volte del transetto del duomo di Brunswick, dal soffitto ligneo di St. Michael a Hildesheim (quest’opera, realizzata intorno al 1250, è quella stilisticamente più vicina alla Goldene Pforte) e dal ciclo dei Profeti della Liebfrauenkirche di Halberstadt, conservato soltanto in copie del 1842-1843, nonché dalle pitture della chiesa rurale di St. Thomas a Pretzien presso Magdeburgo. Queste sono tutte strettamente collegate alla c.d. scuola di pittura sassone-turingia, così indicata sulla base di analogie tecniche, stilistiche e iconografiche di un gruppo di manoscritti tra loro collegati dell’inizio del sec. 13° (Haseloff, 1897); tra questi vanno considerati capolavori il Salterio di Ermanno di Turingia (Stoccarda, Württembergische Landesbibl., HB II. 24), il Salterio di S. Elisabetta (Cividale, Mus. Archeologico Naz., CXXXVII) e l’evangeliario, del 1230-1240 ca., del Rathaus di Goslar. Contraddistinguono tale stile le composizioni complesse, i gesti violenti e le mosse figure prive di volume, definite dalle sole vesti con i bordi del panneggio segmentati, a zig-zag, in uno stile che è stato definito Zackenstil e che, in controtendenza rispetto alla crescente libertà di movimento dei corpi che lo stesso tipo di figure andava acquistando a Strasburgo, Friburgo e Colonia, si riallacciava alla tradizione romanico-bizantina, isolando a tal punto i corpi tramite un contorno duro e angoloso da annullarne i volumi e ridurne il valore espressivo a puro decorativismo.
Il soffitto ligneo di St. Michael a Hildesheim, raffigurante l’albero di Iesse, costituisce, nonostante tutte le integrazioni e i rifacimenti di epoche successive, il miglior documento dello stile creativo particolarmente ricco e derivato da modelli bizantini che si costituì nella Bassa S. e che rimase vivo fino al sec. 13°; per la sua ricchezza di forme venne anche chiamato ‘stile fastoso sassone’.
Il sec. 14° produsse nell’area della S. soltanto pochi monumenti significativi, trattandosi di un’epoca sconvolta da epidemie di peste, carestie e tensioni sociali e inquieta dal punto di vista politico. La dipendenza dalla Boemia, soprattutto da Praga e dalla bottega di Peter Parler, caratterizzò in modo decisivo tutta l’Alta S. (coro della Jakobikirche a Chemnitz, Oybin, Altenberg e la quattrocentesca Fürstenkapelle nel duomo di Meissen).
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