SATIRI VILLOSI, Pittore dei (Maler der Zottigen Silenen - Woolly Satyrs Painter)
Ceramografo attico, attivo intorno e immediatamente dopo la metà del V sec. a. C. Si riconnette al Pittore dei Niobidi, con cui ha in comune tutto un mondo di forme, unitamente alla gravità di ispirazione e al linguaggio elevato ed eroico che gli è caratteristico. J. D. Beazley gli riconosce un gruppo di opere abbastanza ristrette nel tempo e anche poco numerose, ma tutte di notevoli qualità artistiche.
Come per il Pittore dei Niobidi, l'attività del Pittore dei S. Villosi sembra diretta alla decorazione di grandi vasi, con rappresentazioni elaborate e complesse, spesso svolte in più ranghi, e quasi sempre di alto contenuto drammatico. Valga per tutti il notissimo cratere a volute di New York (F. R. 116, 117) con amazzonomachia nella fascia principale e sul collo episodî di una centauromachia che offre stringenti paralleli con gruppi del frontone occidentale di Olimpia. È un fatto abbastanza singolare, considerando il piccolo numero di opere note di questo pittore, che ve ne siano tra esse almeno due il cui soggetto ci risulta misterioso. L'una di queste, la scena dionisiaca di un cratere a campana nel museo di Siracusa (vedi da ultimo E. Buschor, in Ath. Mitt., lii, 1938, p. 532 ss.) in cui l'azione si muove intorno a dei satiri di piccola statura e interamente rivestiti di vello. A quest'opera che attesta il suo prevalente interesse narrativo e che intravediamo così notevole per possibili riferimenti teatrali o simbolici, è dovuto il nome del pittore, la cui figura resta così legata a un tormentoso indovinello.
Bibl.: J. D. Beazley, Att. Vasenm., pp. 343; 477; id., Red-fig., p. 427 ss.
)