Vedi SATRIANO dell'anno: 1973 - 1997
SATRIANO (v. S 1970, p. 702)
La prospezione topografica, condotta in prevalenza ai piedi della collina dalla Soprintendenza Archeologica della Basilicata, ha permesso di individuare numerosi nuovi siti. Due di essi sono stati oggetto di scavi. Nel primo, situato sulle pendici NO del colle, è stata parzialmente indagata una necropoli del V sec. a.C., nella quale spicca la sepoltura di un guerriero con elmo apulo-corinzio di bronzo, spada di ferro e un corredo vascolare da convivio (cratere a colonnette, kỳlikes, coppe monoansate, nestorìs) databile al primo quarto del V sec. a.C.
Nel secondo sito, in località Torre di Satriano, alle pendici O, presso una sorgente è stato individuato un santuario. L'area mostra tracce di frequentazione sin dal Bronzo Medio con il rinvenimento di uno scarico con materiale ceramico di quest'epoca, fluitato sopra il crollo di un insediamento rurale medioevale. Nell'VIII sec. a.C. presso la sorgente si trovava una necropoli, riferibile forse all'abitato situato sulla collina, di cui sono state riconosciute due sepolture; quella in migliore stato di conservazione aveva lo scheletro di un maschio adulto rannicchiato con punta di lancia di ferro, un'olla d'argilla, un attingitoio di impasto e una fibula di bronzo «siciliana».
A partire dal VI sec. a.C. inizia la frequentazione del sito come luogo di culto, almeno a giudicare dai numerosi materiali arcaici rinvenuti che non si possono però legare a nessuna delle fasi monumentali esplorate; tra questi spicca un frammento di rivestimento architettonico fittile con motivo a palmetta di età tardo-arcaica che forse segnala la presenza di un naìskos. Dalla prima metà del IV sec. il luogo ricevette l'assetto monumentale finora rilevato: un edificio rettangolare (m 13 X 3) preceduto su uno dei lati lunghi da uno stretto porticato ligneo è da identificare come sala da banchetto per uomini in armi (sul pavimento sono state rinvenute spade, punte di lancia, spiedi di ferro e frammenti di foculi) probabilmente relativa a un'istituzione sociale integrata nel santuario.
Addossato a uno dei lati lunghi di questo edificio si trova un sacello quadrato (4,40 m) nel quale erano deposte numerose offerte votive (resti di cibi) entro vasetti a vernice nera del IV-III sec. a.C., monete d'argento di Poseidonia, Thurii, Eraclea, Roma e bronzi di Roma. A breve distanza si trova un recinto di pietre a secco, attorno al quale erano numerosi thymiatèria fittili.
Alla fine del III sec. a.C. il luogo fu abbandonato e andò in rovina, per essere poi rioccupato da modeste installazioni di culto (un altare e un gruppo di fontane) a partire dal I sec. d.C. Nel IV sec. d.C. un recinto in pietre a secco (forse uno stazzo per animali) venne a sovrapporsi ai ruderi del santuario del IV sec., mentre nel Medioevo l'area venne occupata da una necropoli.
Bibl.: E. Greco (ed.), Satriano 1987-88. Un biennio di ricerche archeologiche (cat.), Potenza 1988.