saturazione
Situazione in cui l’aumento della somministrazione di un bene cessa di arrecare al consumatore un incremento, ancorché in misura via via decrescente, di benessere, essendo stato raggiunto un punto di s. del bisogno soddisfatto da quel bene. ● Il grado di dettaglio nella definizione delle merci e dei servizi incide in modo determinante sulla valutazione, in concreto, dell’esistenza di possibili punti di s. nel consumo. È palese che, se si adotta una definizione merceologica molto fine, la presenza di tali fenomeni fa parte dell’esperienza di ognuno (per es., nel caso dell’acquisto e utilizzo di singoli alimenti). Se si ragiona, invece, in termini di categorie di consumo, appare più difficile individuare la presenza di punti di s., giacché lo stesso bisogno può essere soddisfatto da beni di qualità via via superiore (esistono molti esempi anche nell’ambito dei prodotti alimentari). Ancora più ardua risulta l’individuazione di un punto di s. per i beni voluttuari, quali divertimenti, vacanze, cultura. ● Più in generale, con riferimento al complesso dei consumi, nella letteratura economica si definisce punto di bliss, o di massima felicità, quello oltre il quale una loro crescita provoca una diminuzione dell’utilità (➔ utilità, funzione di). L’ipotesi circa l’esistenza di un siffatto punto in corrispondenza di un insieme finito di consumi, oltre a generare problemi analitici per la teoria delle scelte dgli individui, appare poco realistica, alla luce delle precedenti considerazioni in merito alla qualità dei beni. Senza escludere la possibilità di s. rispetto all’utilizzo di singoli merci o servizi, nella costruzione della funzione di utilità l’analisi economica suppone che nell’intorno di un qualsiasi paniere costituito da quantità finite di beni esistano panieri strettamente preferiti dal consumatore.