Bass, Saul
Disegnatore, grafico e autore di titoli di testa statunitense, nato a New York l'8 maggio 1920 e morto a Los Angeles il 25 aprile 1996. Le sue intuizioni sull'elaborazione grafica dei titoli di testa, disegnati per i film di grandi cineasti (a partire da Otto Preminger e Alfred Hitchcock per arrivare fino a Martin Scorsese), ebbero la caratteristica di creare per ogni film, attraverso una commistione di animazione ed effetti fotografici, una sorta di ouverture visuale in cui i temi, le metafore e i nodi narrativi dell'opera vengono a comporsi graficamente in un piccolo 'film nel film', condensandone attraverso le immagini le ossessioni. Fu anche regista di cortometraggi, alcuni dei quali ottennero la nomination all'Oscar come: Notes on the popular arts (1977), The solar film (1981), e sempre per la stessa categoria, Why man creates (1968), che nel 1969 vinse l'Oscar come miglior documentario a soggetto, e The searching eye (1965), che ha per tema la visione del mondo di un ragazzino di dieci anni e con il quale vinse un Leone speciale alla Mostra del cinema di Venezia. Dopo aver frequentato tra il 1936 e il 1939 l'Arts Students League di New York, continuò gli studi nel 1944-45 al Brooklyn College. Fin dagli inizi degli anni Quaranta aveva cominciato a lavorare come grafico pubblicitario in alcune agenzie, trasferendosi poi a Los Angeles dove fondò la Saul Bass and Associates, società specializzata in grafica applicata all'industria cinematografica (film pubblicitari, manifesti, trailers, marchi per società di produzione e soprattutto titoli di testa). A partire dal 1954 B. avviò con il regista Preminger un lungo e creativo sodalizio che li portò a collaborare in ben quattordici film, fino all'ultimo The human factor (1979; Il fattore umano). Nacquero così metafore visuali come la rosa e le fiamme della passione e del sacrificio nei titoli di Carmen Jones (1954), le bianche linee che si compongono in un braccio in quelli di The man with the golden arm (1955; L'uomo dal braccio d'oro), o l'artiglio assassino che dilania lo schermo nero in Bunny Lake is missing (1965; Bunny Lake è scomparsa). B. venne richiesto da molti dei registi più importanti di Hollywood: Billy Wilder, William Wyler, Delmer Daves, Lewis Milestone, Stanley Kramer, Henry Hathaway. Il suo contributo grafico si integrò a tal punto con l'elaborazione delle immagini dei film cui collaborò che talvolta egli fu anche consulente per gli effetti visivi e per il predesigning (ciò che è stato chiamato anche progettazione di storyboards), soprattutto in grandi produzioni, con registi come Stanley Kubrick (Spartacus, 1960) o Robert Wise (regista del musical West side story, 1961, per il quale B. creò la grafica dei titoli di coda). In questo senso assunse notevole rilievo la sua collaborazione a tre dei più significativi film di un maestro come Hitchcock: Vertigo (1958; La donna che visse due volte), North by Northwest (1959; Intrigo internazionale) e soprattutto Psycho (1960). Se per questo film è certo che i disegni di B. contribuirono alla famosa sequenza dell'assassinio sotto la doccia, la cui stilizzata e quasi astratta costruzione visiva rende conto anche del segno icastico ed essenziale del disegnatore, in Vertigo il motivo ossessivo della spirale e del vortice che caratterizza il suo apporto grafico ritorna nella struttura della sequenza onirica in cui l'esplosione animata del fiore, il gorgo concentrico, la silhouette che precipita, il volto al centro della ragnatela sembrano recare una sua impronta caratteristica. L'invenzione iconografica di B. si caratterizzò sia come astrazione e arabesco metaforico, sia come occasione di divertito compendio delle peripezie narrative del film, per es. nelle deliziose metamorfosi animate dei titoli di Around the world in 80 days (1956; Il giro del mondo in 80 giorni) di Michael Anderson, oppure come fulminante figurazione capace di racchiudere il senso drammatico di un film, per es. nei titoli con la passeggiata inquietante del gatto nero che aprono Walk on the wild side (1962; Anime sporche) di Edward Dmytryk. Nel 1974 B. girò il suo unico lungometraggio da regista, Phase IV (Fase IV ‒ Distruzione terra), un'incursione nella fantascienza catastrofica. Le sequenze iniziali, quasi documentaristiche, restituiscono la geometria di un disegno che raffigura la strategia micidiale della comunicazione sotterranea e telepatica delle formiche. Questa minaccia risulta sintetizzata graficamente da B. nel manifesto che riproduce la mano aperta di un cadavere ricoperta di formiche, con un richiamo a un'immagine che viene da Un chien andalou (1929) di Luis Buñuel e Salvador Dalí. Tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta B. interruppe la sua attività di title designer per intensificare il lavoro di regista e produttore di cortometraggi, insieme alla moglie Elaine, lavoro già iniziato negli anni Sessanta. Solo alla fine degli anni Ottanta e poi negli anni Novanta B. ritornò a lavorare, ancora in collaborazione con la moglie, ai titoli di testa di film come Broadcast news (1987; Dentro la notizia) di James L. Brooks, Big (1988) di Penny Marshall, The war of the Roses (1989; La guerra dei Roses) di Danny De Vito, e negli ultimi anni soprattutto per i film di Scorsese. Da Goodfellas (1990; Quei bravi ragazzi), in cui i titoli diventano frecce ipercinetiche che solcano rombanti lo schermo, a Cape Fear (1991), in cui un enorme occhio spalancato sul terrore è fotografato in negativo con i colori alterati di un'immagine psichedelica, da The age of innocence (1993; L'età dell'innocenza), ove l'intrico e l'arabesco del merletto e della calligrafia si intersecano con il motivo tipico di B. del fiore che sboccia come in un'esplosione, fino all'exploit, realizzato nell'anno della sua scomparsa, dei titoli di Casino (1995), in cui i motivi del volo e della caduta, delle fiamme e delle esplosioni, della silhouette e dei colori che trasmutano in luci sembrano la sintesi esemplare di tutta la sua carriera al servizio dell'immagine cinematografica.
G. Rondolino, Titoli di testa, in "Film selezione", 1963, 15-16.
G. Nelson, Saul Bass, New York 1967.
J.-P. Berthome, Les inconnus du générique, in "Cinéma 70", 1970, 142.
E. Ghezzi, Il nome sulla rosa, in Taormina Arte, XXIV Festival internazionale del cinema di Taormina, Messina 1994, pp. 203-08 (catalogo).
B. Via, Saul Bass all'inizio era il titolo, in "Cinecritica", 1999, 13-14, pp. 61-71.