BARBARISI, Saverio
Nacque a Foggia il 30 genn. 1780 da una famiglia di negozianti, dalla quale fu fatto educare nel monastero di Lucera; ma egli si rifiutò di seguire la carriera eccles, iastica, preferendo dedicarsi allo studio del diritto, in cui si addottorò. Recatosi nel 1805 a Napoli, ebbe poi dal governo di Giuseppe Bonaparte l'incarico di compiere uno studio per la sistemazione del Tavoliere delle Puglie: a compenso dell'opera prestata gli fu affidato l'ufficio di governatore doganale di Scala e di Ravello. Nel 1808 fu nominato giudice di pace a Barletta, nel 1811 giudice del tribunale di Lecce, e nel 1819 giudice della Gran Corte criminale della stessa città. Nel 1821, perseguitato come liberale, fu esonerato dal suo ufficio, e svolse a Trani attività di avvocato e d'insegnante di diritto. Nel 1827 la polizia l:) costrinse a un nuovo spostamento, e il B. si recò a Napoli, ove continuò a subire sfratti e perquisizioni. Più tardi, a Napoli, egli divenne amico di quel gruppo liberale che annoverava tra le sue file uomini come Spaventa, Settembrini e Poerio: tale gruppo, che si denominava "partito italiano" per la sua prospettiva politica nazionale, si contrapponeva sia ai reazionari, che propugnavano l'assolutismo monarchico, sia al cosiddetto "partito francese", che accoglieva gli ultimi murattiani e i liberali del 1820, e propugnava un programma a carattere regionale di limitate richieste costituzionali. Il 27 genn. 1848 il B. capeggiò l'ultima di quelle manifestazioni di piazza, che si svolgevano dal novembre 1847, dirette a chiedere a Ferdinando II lo statuto; il B. fu invitato con una commissione a recarsi dal re, cui egli chiese la costituzione. Collaborò poi alla stesura del progetto costituzionale, e fu tra coloro che si opposero senza successo alla elaborazione di uno statuto bicamerale che si rifaceva alla carta costituzionale francese del 1830, sostenuto dal Bozzelli; il B. proponeva invece uno statuto a basi più larghe, pur nell'ambito del sistema elettivo censitario. L'adozione dello statuto patrocinato dal Bozzelli segnò la vittoria dell'ala più moderata dei liberali napoletani. Il nuovo governo reintegrò subito il B. nell'ufficio di giudice della Gran Corte criminale, ma egli rifiutò questo incarico per assumere quello di commissario di polizia nel quartiere di Montecalvario, dopo che era stata respinta la sua proposta d'istituire una sorta di "comitato di salute pubblica" che vigilasse sull'ordine nella capitale, messo continuamente in pericolo da liberali estremisti e da reazionari. Per l'energia da lui dimostrata nel reprimere i disordini, il nuovo ministero Troya lo inviò nel maggio 1848 a Bari e Foggia, province delle quali era stato eletto recentemente deputato, con funzione di moderatore nei confronti dei liberali più radicali. Ma piuttosto ambiguo fu in questa occasione il comportamento del B. che, mentre a Foggia fece discorsi moderatori, a Bari propose l'adozione di uno statuto monocamerale, diverso da quello vigente: fu così invitato dalla-polizia a tornare a Napoli. Dopo gli avvenimenti seguiti al 25 maggio, il B. redasse una protesta contro lo scioglimento della Camera che suscitò notevole eco (Parole dell'avv. S. B.,Napoli, 22 giugno 1848).
Il 27 giugno 1849 il B. venne arrestato e coinvolto, con altri centosedici imputati, nel colossale processo intentato da Ferdinando contro iliberali. Il processo, dopo due anni di istruttoria e dieci mesi di pubblico dibattito, si concluse il 9 ott. 1852 con la condanna a morte di sette imputati, tra cui il B., che si difese con abilità, e a cui la pena, come ad altri condannati, fu commutata in ergastolo nel carcere di Santo Stefano. Ma non poté raggiungere il luogo destinatogli: il 3 nov. 1852 i disagi provocati dalla prigionia lo portarono alla morte nel carcere di S. Francesco.
Bibl.: R. De Cesare, Silvio Spaventa e i suoi tempi ,Roma 1893, pp. 9 ss.; Id., La fine di un regno, I, Città di Castello 1909, pp. 29, 227, 328, 329; C. Villani, S. B., saggio biografico, in Arch. pugliese del Risorgimento ital., 11 (1915), pp. 481-491; G. Paladino, Il quindici maggio del 1848 in Napoli, Milano-Roma-Napoli 1921, pp. 154 ss., 483 S.; S. La Soísa, Storia di Puglia, V, Bari 1960, v. Indice; Dizionario del Risorgimento Naz., II, pp. M S.